10 Aprile, 1916

L'inferno di Wittenberg

Fame e condizioni igieniche imbarazzanti, non da terzo, ma da quarto, o quinto mondo; un humus debilitante, ideale per l’allegro diffondersi di qualsiasi infezione. «17.000 prigionieri, mal vestiti, ammassati in tre su ogni materasso». E poi l’accusa più grave: allo scoppiare dell’inevitabile epidemia di tifo, il personale sanitario abbandonò il campo di Wittenberg, non prestando alcuna cura. Giuramento d’Ippocrate, questo sconosciuto. Pubblicato il 10 aprile, il rapporto del Governo Britannico indigna, disgusta.
Per la Commissione d’inchiesta «nulla può giustificare il trattamento dei prigionieri a Wittenberg; le terribili sofferenze sono dovute alla negligenza e alla voluta crudeltà dei funzionari tedeschi». Condizioni di una brutalità ostinata e orrenda, tollerate da autorità complici e consapevoli delle conseguenze.
Benvenuti nei campi di prigionia. E dubito fossero solo i tedeschi. 


Londra ospita la conferenza interparlamentare franco-britannica. Gli onori di casa li fa Re Giorgio, poi la palla passa al Premier Asquith, pronto a rispondere al discorso del Cancelliere tedesco: «Entrammo in guerra non per strangolare la Germania, non per spazzarla via dalla carta d’Europa, ma per impedirle di conquistare una posizione di predominio e minacciare militarmente i sui suoi vicini. […] Intendiamo stabilire un principio: i problemi internazionali devono essere risolti con liberi negoziati fra popoli liberi, in condizioni eguali e non dalle arroganti pretese di un Governo dipendente da una casta militare».
Altro argomento caldo è il futuro di Bruxelles«Sarebbe interessante conoscere l’opinione dei fiamminghi sulla missione tedesca di “assicurar loro la sana evoluzione”. Il Cancelliere promette un nuovo Belgio che collabori, da buon vicino, con chi ha bruciato le sue chiese, saccheggiato le sue città, rese deserte le sue campagne, distrutto le sue libertà. Insomma, un nuovo sviluppo della teoria dei diritti e dei doveri di vicinato».

Sul fronte occidentale gli assalti tedeschi sulla Meuse e a le Mort Homme vengono respinti, più fortunati quelli a Poivre Hill. Per i francesi la giornata è cruciale quanto il messaggio lanciato dal Generale Pétain«Gli assalti furiosi furono spezzati ovunque. Fanti, artiglieri, zappatori e aviatori hanno rivaleggiato in eroismo. Senza dubbio i tedeschi attaccheranno ancora. Ognuno lavori e vegli per ottenere lo stesso successo di ieri. Courage, on les aura!» Il motto era già in voga tra i soldati, ma ora è destinato all’immortalità.

Su La Stampa è riprodotta una notizia molto bella, affettuosa, quasi troppo umana per quei tempi. La madre di un ufficiale tedesco ha scritto una lettera alla vedova del Colonnello Driant«Signora, mio figlio combatté contro vostro marito. Egli fu sepolto con ogni onore, rispetto e cura, in una bella tomba. Mi affretto a unire le mie condoglianze a quelle di mio figlio, che trovò addosso al signor Driant un medaglione con tre piccoli cuori e l’incisione “Ricordo della prima comunione, Maria, 14 giugno 1902”. È qui, a vostra disposizione. E se vorrete provvederò a farvelo pervenire. Il signor Driant è stato sepolto vicino al comandante Renouard, all’estremità della foresta di Caures, tra Beaumont e Flabas. Si avrà cura della tomba, cosicché possiate trovarla nei giorni di pace». Firmato Baronessa Schrotter.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Pubblicato il rapporto sui prigionieri del campo di Wittenberg.
  • Asquith definisce le posizioni degli Alleati in un discorso ai deputati francesi in visita a Londra.
  • Lord Derby e Montagu si dimettono dall’Air Committee.
  • Pubblicato il rapporto di C. Monro riguardante i Dardanelli.

Fronte occidentale

  • Battaglia di Verdun: giorno critico; i tedeschi vengono respinti sulla Meuse e a le Mort Homme, ma guadagnano terreno a Poivre Hill. Pétain lancia il famoso ordine del giorno ai difensori di Verdun: "Courage, on les aura!"
  • I tedeschi guadagnano terreno a Sint-Elooi.

Fronte asiatico ed egiziano

  • Gli Alleati decidono di aprire basi navali sulle isole Ionie e nell’Egeo.

Parole d'epoca

Le scarpe al sole

di Paolo Monelli, alpino

Un amico è morto in guerra. Il migliore del cenacolo arguto che ora disperso su per i monti e lungo i fiumi combattuti assolve il suo compito (ma c’è quello che arranca nelle ambagi dell’imboscamento). Il migliore: quello che lucido ed arguto ammoniva spesso il nostro spirito, e fu nostro devoto compagno sulle grandi vie delle montagne…

Ma del suo discreto amore per la montagna, ma della sua uniforme di soldato, ma del suo chiaro spirito di sacrificio che resta, se non la salma spezzata dalla granata, composta nel cimitero di Quisca?

DAL FRONTE

Lungo tutta la fronte, azioni delle artiglierie.
Sul Mrzli la notte sul 9, forti drappelli nemici, avvicinatisi alle nostre linee, vi lanciarono grosse bombe.
I nostri irruppero dalle trincee e respinsero l' avversario con violento corpo a corpo.
Sull'Isonzo l' artiglieria nemica tirò contro la stazione di Cormons ed i vicini abitati senza far vittime nè danni.
Nella passata notte un nostro dirigibile si spingeva sul gruppo fortificato di Riva e ne bombardava con 40 granate-torpedini, le opere, gli impianti ferroviari e gli edifici militari.
I risultati del bombardamento furono visibilmente efficacissimi.
L' aeronave, scoperta ed illuminata da proiettori e razzi e fatta segno al fuoco intenso di artiglieria e di fucileria, rientrava incolume nelle linee.

 

Firmato: CADORNA

"Courage, on les aura!"

Verdun, L’ordine impartito dal Generale Petain alla Seconda Armata

Le 9 avril est une journée glorieuse pour nos armes. Les assauts furieux des soldats de Kronprinz ont été partout brisés. Fantassins, artilleurs, sapeurs, aviateurs ont rivalisé d'héroïsme. Les allemeands attaqueront sans doute encore. Que chacun travaille et veille pour obtenir le même succès qu'hier... Courage, on les aura!"

                                            

Traduzione: "Il 9 aprile è stata una giornata gloriosa per le nostre armi. Gli assalti furiosi dei soldati del Kronprinz furono dappertutto spezzati. Fanti, artiglieri, zappatori e aviatori dell’undicesima armata hanno rivaleggiato in eroismo. I tedeschi attaccheranno senza dubbio ancora. Ognuno lavori e vigili per ottenere lo stesso successo di ieri. Courage, on les aura!”

 

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori