Dublino insorge
Si è fatto un gran parlare dei verosimili disordini berlinesi. I tedeschi protesterebbero per le sempre più misere condizioni di vita. Ma ora la stampa dell’Intesa, soprattutto quella britannica, è costretta a guardare il malessere in casa propria perché Il 24 aprile i disordini, quelli seri, scoppiano a Dublino. La città insorge, reclama l’indipendenza e proclama la Repubblica d’Irlanda. I dissapori con il Regno Unito sono vecchi, profondi, forse insanabili. Ma quella dell’anima autonomista è una Storia troppo lunga. A guidare la rivolta ci sono i “sinn feiners”, i nazionalisti: occupano il Municipio, i tribunali e, dulcis in fundo, l’ufficio postale; tagliano ogni comunicazione con la Gran Bretagna. A fine giornata la «plebaglia», come verrà spregiata al Parlamento inglese, controlla quattro o cinque quartieri. Il bilancio conta almeno dodici morti, di cui cinque soldati di Sua Maestà.
In Svizzera, a Kienthal, si apre la seconda conferenza dei socialisti pacifisti. Lenin propone di abbandonare la seconda Internazionale per costituirne una terza. L’idea bolscevica è troppo estrema e viene bocciata dalla maggioranza, ma l’orizzonte socialista resta confuso, diviso.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Scoppia la ribellione irlandese. Duri scontri a Dublino: i “Sinn feiners” assediano l'ufficio postale.
- La seconda conferenza di pace dei partiti socialisti si svolge a Kienthal, nel cantone svizzero di Berna. La conferenza respinge la proposta di Lenin di abbandonare la II Internazionale per costituirne una terza. La delegazione italiana si divide: Angelica Balabanoff e Giacinto Menotti Serrati appoggiano la proposta, mentre Costantino Lazzari, Oddino Morgari e altri la disapprovano.
Fronte occidentale
- Raid degli zeppelin sulle coste di Norfolk e Suffolk: 1 morto,1 ferito.
- Raid aereo a Dover, nessun danno.
- Comincia lo sbarramento della costa belga ad opera della marina inglese.
Parole d'epoca
Lettere dalla Guerra di Enrico e Ferruccio Salvioni
di Ferruccio Salvioni
Caro papà, non sono stato capace di farti avere notizie mie prima della tua partenza per Roma, non durante il tuo soggiorno a Roma. Di questo ha del resto la più gran colpa il fatto che della tua partenza m'è giunta notizia quando corrispondenza spedita a Roma non sarebbe certo giunta a te in Roma. In ogni modo scusami. E scusami se non per altro, almeno in grazia della mia abbondanza di poi: tre giorni di seguito con una cartolina, o tre al giorno, per casa! Cosa sì meravigliosa ed eccitatrice di orgoglio che inaugurato il sistema non lo so spezzare il quarto giorno. E ti scrivo questa cartolina dove, finito il lungo preambolo, la sostanza del discorso sta nel chiedermi: che dirvi di nuovo? Non è nuovo che sto più bene che mai, che dormo poco, che mangio molto, che fa tempo infido, che la guerra vera per me non comincia mai, che non finiscono mai le « corvées » . Se non so dir nulla di nuovo di me, e non io posso dirlo di voi, aspetto il nuovo da voi. Aspetto dal papà un sacco di novità milanesi, romane, ticinesi: e prima tra tutte una risposta quale io la desidero alla perorazione che gli ho mandato ier l'altro per il discorso sui ladini. Ecco: una ripetizione, in forma più concisa, di quella perorazione sia la sostanza del mio messaggio d'oggi. E indi passiamo alla premeditazione di quello di domani. Addio.
Ferruccio
DAL FRONTE
Le persistenti intemperie rallentano l' attività delle nostre truppe senza interromperla. Nell' Alto Cordevole furono respinti nuovi persistenti attacchi nemici contro la cresta di Col di Lana. Alle testata del Sexten (Drava), fu completata l' occupazione del passo della Sentinella, a 2717 metri di altitudine. Prendemmo al nemico una diecina di prigionieri, una mitragliatrice, armi e munizioni. Sul Carso l' artiglieria avversaria tempestò ieri di proiettili di ogni calibro il trinceramento da noi conquistato ad est di Selz. Le nostre truppe sgombrarono a nord del vallone di Selz un breve tratto maggiormente esposto alle offese del fuoco nemico. A sera l' avversario rinnovò in forze l'attacco contro il trinceramento a sud del vallone, ma fu ancora vigorosamente respinto.
Firmato: CADORNA