Controversie U.S.A. con Londra e Berlino
Situazione condivisa, punti di vista opposti. A New York i media rilanciano le ultime indiscrezioni sulla controversia con Berlino: «Il Governo tedesco ha deliberato di cedere alle domande americane. […] La tensione sembra attenuarsi. C’è una notevole speranza intorno alla soluzione della crisi. A Berlino prevarrebbe un certo spirito di sottomissione».
Negli Stati Uniti sono sicuri: la Germania ha paura dello strapotere economico americano e teme le ripercussioni, l’influenza della rottura sui paesi alleati e sui neutri. Bene, ma i giornali imperiali raccontano altro: «Il regalo di pasqua del signor Wilson dimostra al popolo tedesco tutta la terribile gravità della nostra lotta per l’esistenza. Essa non ci scoraggia. […] Neanche la nuova vassalla dell’Inghilterra può strapparci la vittoria. […] La Germania non può lasciarsi scippare di mano l’arma necessaria dei sottomarini e non può permettere all’America di trattare con disprezzo l’Impero tedesco».
Gli americani hanno un altro contenzioso aperto. Avevano chiesto all’Intesa di modificare il loro approccio nel controllo dei mari. Un buco nell’acqua.
Il 26 aprile Washington riceve il memorandum britannico. Fin dalle prime righe il messaggio è chiaro: «Le obiezioni degli Stati Uniti sono ingiustificate. Si potrebbe rispondere che i nuovi mezzi impiegati nel contrabbando richiedono nuovi metodi nel contrastarlo». Come inizio siamo al limite dell’irriverenza.
Gli Alleati insistono su un punto in particolare: Le perquisizioni sono più semplici e accurate se fatte in porto e non in alto mare, soprattutto quando coinvolgono grosse navi. E siccome gli inglesi continuano a considerare gli americani con un certo snobismo, aggiungono una battuta: “Sempre meglio condurle in porto che affondarle come fanno i tedeschi”. Più formale la chiusura: «I piroscafi sono rilasciati il più rapidamente possibile. Il Governo britannico desidera assicurare agli Stati Uniti di considerare il suo un diritto di belligerante e di continuare a esercitarlo col minimo di inconvenienti per i neutrali».
A chiudere la giornata internazionale è Pietrogrado: il Governo russo dà il beneplacito all’accordo anglo-francese sul Medio Oriente, il patto Sykes-Picot. La regione, spartita con criteri discutibili, soffre ancora i postumi di quel colpo di genio. Siria, Libano e buona parte del Kurdistan spettano alla Francia; la Giordania, la Mesopotamia e la costa orientale del Golfo toccano all’Inghilterra; la Russia controllerà l’area a ovest del Caucaso; la Palestina si godrà un’amministrazione internazionale e la triplice protezione delle tre Potenze.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Risposta inglese agli Stati Uniti riguardo il blocco tedesco.
- Il Governo russo approva l’accordo “Sykes-Picot” per una eventuale spartizione anglo-francese dell'Asia Minore.
- Siglato un accordo a Berlino per il transito, attraverso la Svizzera, di feriti e prigionieri malati inglesi e tedeschi.
Fronte occidentale
- Combattimenti fra Ypres e Souchez.
- Raid degli zeppelin nel Kent; nessun danno.
Parole d'epoca
Il 13esimo Fanteria
di Giuseppe Abate
Il Sotto-Tenente Ciccone Pasquale, amico gentile, che pur combattendo dipoi con altre unità e segnatamente nel glorioso Reggimento S. Marco, mai s'è dimenticato del suo 13° sotto il violento fuoco dell'artiglieria nemica, raccolse e riportò in linea militari sbandati di altri riparti rimasti senza Ufficiali, e con essi concorse efficacemente ad impedire l'irruzione dell'avversario nelle nostre trincee, ridotte in gran parte un cumulo di macerie. Ferito ad una gamba per Io scoppio di una granata nemica, che fece pur cadere al suo fianco due uomini del proprio reparto, persistette nella lotta, e non si fece curare la ferita riportata, se non il giorno seguente ad azione ultimata.
DAL FRONTE
Nella Valle Lagarina granate nemiche appiccarono in Mori un incendio, presto domato. Nostre batterie provocarono lo scoppio di munizioni in Manzano e Nomesino. Nell' Alto Cordevole fu respinto il consueto attacco nemico contro le nostre posizioni avanzate sulla cresta del Col di Lana a nord-ovest della vetta. Lungo l' Isonzo attività delle artiglierie. Nella zona di Selz (Carso), nel pomeriggio di ieri l' avversario concentrò violenti tiri di demolizione sul trinceramento da noi conquistato il giorno 22. A sera e nella notte lanciò masse di fanterie all' assalto della posizione. Fu sempre respinto con gravi perdite
Firmato: CADORNA