10 Luglio, 1916

Battisti e Filzi catturati

L’esercito italiano si sta dissanguando senza costrutto; le perdite continuano a crescere, i guadagni territoriali molto meno. Vano il tentativo di dare un seguito alla nostra controffensiva, soprattutto con assalti improvvisati, estemporanei. Il 10 luglio alle compagnie di Alpini sul massiccio del Pasubio viene ordinato di riconquistare il Monte Corno, dominante sulla Vallarsa. Non va, la missione è un fallimento. Tra i prigionieri catturati dagli austro-ungarici ci sono Fabio Filzi e Cesare Battisti, entrambi di nazionalità asburgica, ma irredentisti italiani da sempre.
Hanno sì e no mezza chance di salvarsi, anche perché sono entrambi noti: Battisti prima della guerra era un deputato dell’Impero, si era sempre battuto per l’autonomia e l’annessione trentina all’Italia. Niente da fare, vengono riconosciuti. E a questo punto è alto tradimento. Entrambi avevano varcato il confine per arruolarsi volontari.
Chi ha la fortuna di non essere al fronte legge la nostra guerra sui giornali e probabilmente deve immaginarsela come fosse un film per bambini.

Il nemico è vigliacco, subdolo, ributtante, quasi deforme: «Le fanterie austriache tentavano di correre, ma correvano goffamente. E le loro baionette, brutte, non avevano lo scintillio entusiasmante delle nostre. I soldati non avevano la snellezza dei nostri, non facevano paura, facevano pena».
Già, noi siamo belli, perché siam belli, prestanti, valorosi, eroici. Ci lanciamo all’attacco con nobiltà, sorridenti, «sereni», questa la parola usata. E come nei film della Disney il lieto fine non manca mai.

Sul fronte occidentale l’offensiva della Somme ha già manifestato la sua sinistra tendenza alla staticità. Le piogge torrenziali dei giorni scorsi non hanno aiutato. Nei boschi di Trones, Mamez e Contalmaison i soldati sono come intrappolati in un flipper: sentono i proiettili sibilare, rimbalzare a terra, conficcarsi nei tronchi, spezzare i rami e dar vita a migliaia di schegge impazzite; fanno fatica a raccapezzarsi tra le ombre. Da qualche parte il vantaggio è britannico, poco più in là può essere tedesco o magari francese, ma piantare gli scarponi nelle trincee nemiche è un affare complesso e quasi mai duraturo.
Sul fronte orientale gli austro-tedeschi riorganizzano la resistenza sulla sponda ovest dello Stokhod e preparano le truppe per una controffensiva a sud di Lutsk.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Fronte occidentale

  • I tedeschi riguadagnano terreno a Trones Wood.
  • I francesi avanzano verso Péronne; prendono la Hill 97 (sud-est di Biaches) e conquistano d'assalto la Maisonette Farm.
  • I britannici guadagnano terreno a est di Ovillers, a Mametz Wood e nel il bosco di Contalmaison.

Fronte orientale

  • A oggi i russi rivendicano 300.000 prigionieri.
  • Gli austro-ungarici concentrano le truppe per l'offensiva a sud di Lutsk.
  • I tedeschi fanno grande resistenza sulla riva occidentale dello Stokhod.

Fronte italiano

  • Riaccesa la lotta dalla Vallarsa agli altipiani: sul Monte Corno l'attacco italiano fallisce; catturati dagli austro-ungarici Fabio Filzi e Cesare Battisti (deputato di Trento alla Camera asburgica e tenente degli Alpini).
  • Nell'alto Boite gli Alpini italiani prendono forti posizioni asburgiche sulla Tofana e ne catturano il presidio.

Operazioni navali

  • Il cacciatorpediniere Italiano “Impetuoso” silurato e affondato da un sottomarino nell’Adriatico.

Parole d'epoca

E' mortu finzas su preri de su battaglioni

di Efisio Atzori, 4° reggimento alpini, battaglione Aosta, sottotenente

Sto bene, penso alla felicità di stanotte che andrò a dormire senza scarpe. Tutti i miei soldati confessano che giornate così brutte non ne hanno passato neanche a M. Nero, e tutti gli ufficiali che han 14 mesi di guerra son dello stesso parere. Ieri e oggi ho tenuto e tengo tutt’ora il comando della compagnia, spero però che domani o dopodomani ritorni il mio bravo capitano (di 4 capitani al battaglione 3 feriti e un ammalato).
E' mortu finzas su preri de su battaglioni (il riferimento è al cappellano del battaglione Aosta Giuseppe Del Monte rimasto ucciso il 30 giugno a Coni Zugna, Ndr). Ma gli austriaci li ho visti cadere a 10 metri dalla trincea dalla quale gli abbiamo cacciati come erba falciata, le nostre mitragliatrici, una che ne abbiam preso a loro han fatto strage del nemico. Han fatto le più grandi vigliaccherie, venivano al contrattacco, gridando in italiano “cessate il fuoco” “Savoia”.

Erano a 30 metri e sembrava nelle nostre linee, ma si sono accorti che avevan da fare con gli alpini del battaglione Aosta. Durante la notte seguente all’occupazione son venuti all’assalto 5 volte ed han lasciato là i cadaveri a mucchi. I trenta metri che ci separan dalla loro trincea son coperti di cadaveri austriaci che puzzano tremendamente. Noi di notte non potendoli ritirare buttiam della calce rischiando la pelle mentre loro non caccian fuori neanche la testa. Son quasi tutti ungheresi ancora entusiasmati dall’effimera avanzata sull’Altopiano di Asiago, ma ora ne piglian dappertutto.

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

 

DAL FRONTE

Fra Adige e Brenta attività di artiglierie e di velivoli.
Granate lanciate dal nemico provocarono incendi a Pedescala ed in altre località dell' Alto Astico. Un tentativo di attacco del nemico contro Monte Seluggio fu dai nostri prontamente respinto. Nella zona della Tofana (Alto Boite), la notte sul 9 nostri reparti di alpini, con abile e ardita manovra, si impadronivano di gran parte del vallone fra le Tofane Prima e Seconda, a nordovest del Ricovero, e di una forte posizione sulla Tofana Prima dominante il vallone stesso. Il presidio nemico fu circondato e costretto alla resa. Caddero nelle nostre mani 190 prigionieri dei quali 8 ufficiali, con tre mitragliatrici e ricco bottino di armi e di munizioni.
Nell' Alto But duello di artiglierie ed avvisaglie di fanteria sullo Zellonkofel. Sulle alture a nord-ovest di Gorizia, dopo l' intenso bombardamento del giorno 8, a sera, il nemico attaccò con forze rilevanti le nostre posizioni sull' Alto Sabotino. Arrestata nettamente col fuoco l' avanzata nemica, i nostri irruppero dalle trincee e ricacciarono alla baionetta l' avversario, infliggendogli gravi perdite e prendendogli prigionieri. Velivoli nemici lanciarono bombe su Cittadella e su qualche località del Basso Isonzo. Nessuna vittima e lievi danni. Nel cielo di Gorizia un nostro aviatore abbattè, dopo breve combattimento, un velivolo nemico.
Firmato: CADORNA

 

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori