Falkenhayn avanza
Il fronte più interessante resta quello rumeno, dove la situazione è in continuo divenire. Bucarest e Pietrogrado hanno stoppato gli eserciti di Mackensen in Dobrugia e lì hanno preso l’iniziativa, ma nei Carpazi meridionali le armate di Falkenhayn hanno ricacciato in più punti i rumeni entro i propri vecchi confini, nonostante i contrattacchi. Ma i problemi dell’Ungheria non sono ancora finiti: la Transilvania orientale, una discreta porzione della regione dei Székely, resta invasa dall’esercito di Bucarest.
A Berlino la presa di Sibiu è sfruttata per sponsorizzare il nuovo prestito di guerra tedesco.
Sul fronte orientale i russi tentano di forzare le linee tedesche e puntano Vladimir-Volynskiy. L’Agenzia Stefani è, come sempre, di facile ottimismo: «Le condizioni atmosferiche non impediranno lo sviluppo di questa offensiva. […] Vista la vigorosa spinta degli eserciti del sud-ovest, si ritiene che i russi daranno presto spettacolo in una nuova lotta titanica».
Con il fronte carsico a riposo, gli italiani consacrano gli sforzi del 3 ottobre ad azioni in alta montagna: la seconda vetta del Monte Colbricon viene espugnata, così come altre posizioni locali in Trentino. Roma prosegue anche la marcia in Albania, occupando Delvinë e avanzando nella valle del Drinos.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Ordinanza del Governatore tedesco del Belgio che obbliga tutti gli abitanti del paese a prestare soccorso in caso di incidenti, di pericolo generale e di pubbliche calamità.
Fronte occidentale
- Combattimenti a Eaucourt-l'Abbaye.
Fronte orientale
- Ovest di Lutsk (Volinia), obiettivo Vladimir-Volynskiy: i russi guadagnano posizioni.
Fronte italiano
- Gli italiani occupano importanti posizioni sul Monte Colbricon (1984 metri) in Val Travignolo.
Fronte meridionale
- La seconda armata rumena inizia l’offensiva vicino Fogaras.
- I contrattacchi rumeni respingono nuovamente gli austro-tedeschi a ovest del passo di Turnu Roșu.
- L’ala sinistra dell’Armata al nord continua ad avanzare a 20 chilometri a sud-est di Marosvásárhely.
- Dopo un duro scontro i britannici prendono Yenikeui, sulla riva sinistra dello Struma.
- Ritirata generale dei bulgari su tutta la linea Nije Planina verso Krushograd (Florina)
- Le truppe italiane sbarcate a Saranda (Albania) si impadroniscono di Delvinë; quelle partite da Argirocastro, prendono Jorgucat ed Episkopi (valle del Drinos).
Parole d'epoca
Fiori di trincea. Diario vissuto da un cappellano di fanteria
di Don Giovanni Folci
Il cannone, che ha tuonato quasi tutta la notte in sordi prolungati brontolii, martoriando le posizioni nostre e avverse dal Cimone a tutto l'altipiano di Asiago, va smorzando la sua intensità. Sui monti domina fitta la nebbia. Si parte!
La parola d'ordine è stata data, improvvisa, inattesa. Ci colse tutti in braccio a Morfeo, stamane, nelle prime ore del giorno, chiuso ancora nei tenebrari della notte, sotto un cielo plumbeo, di pioggia. Volano gli ordini e le istruzioni emanate dal comando, portate dai ciclisti ai diversi reparti dipendenti.
La parola magica vien ripetuta alla truppa dalle trombe squillanti la sveglia nell'aria umida.
Si parte. Per dove?! E quando?! In giornata. Anzi, tra qualche ora appena.
DAL FRONTE
In Valle dell' Astico e sull' Altopiano di Asiago insistenti tiri delle artiglierie nemiche contro gli abitati: qualche danno in Arsiero. Sono segnalati nuovi felici successi di nostre operazioni offensive in zone di alta montagna. Alla testata del Cismon (Brenta) un nostro riparto, scalate sotto il fuoco nemico le ripide pareti rocciose, riuscì ieri ad occupare la seconda cima del massiccio del Colbricon a sud-ovest della prima (Quota 2604) già in nostro possesso. Nell' Alto Cordevole la notte sul 2 nuclei nemici, dopo intenso getto di bombe, assalirono una nostra posizione avanzata sulle pendici del Sief, furono ributtati con perdite. Sulla dorsale delle carniche tra Monte Coglians e Pizzo Collina (Alto But) nostri riparti, dopo avere con pazienti operazioni di aggiramento isolato un erto torrione presidiato dal nemico, riuscirono a raggiungerne la sommità alta 2776 metri. L' avversario in fuga abbandonò sul posto armi, munizioni e molti materiali. Sulla fronte Giulia maggiore attività delle artiglierie nemiche contro gli abitati e contro le nostre linee ad est del Vallone. Un velivolo nemico lasciò cadere una bomba su Agordo (Cordevole) senza far vittime nè danni.
Firmato: CADORNA