Nuova crisi di Governo ad Atene
Neanche tre settimane: è questa la durata del Gabinetto Kalogeropoulos. Applausi scroscianti. Il 4 ottobre l’intero Governo ateniese rassegna le dimissioni, dopo diciotto giorni passati a vegetare nell’impotenza. La capitale è bollente, tra le leghe dei riservisti e la minoranza venizelista scoppiano tafferugli di continuo e la polizia, fedele al Re, lascia correre, non interviene. Il triumvirato Venizelos-Condouriotis-Danglis incamera nuovi consensi.
Al fronte macedone i britannici ampliano la testa di ponte sulla riva orientale dello Struma e muovono qualche passo verso Serres; circa 150 chilometri più a ovest l’esercito serbo attraversa il Crna e inizia a pregustare la marcia su Monastir, ma ne deve ancora passare di acqua sotto i ponti.
A proposito di ponti: i bulgaro-tedeschi hanno distrutto quello di barche sul Danubio, utilizzato dai rumeni per la sortita a sorpresa di Ryahovo. L’esercito di Bucarest gira i tacchi e si ritira sulla sponda settentrionale, ma la capitale minimizza con spavalderia: “La nostra era solo un’azione dimostrativa”.
Sui giornali è sempre più raro trovare testimonianze attendibili sulla vita civile. L’eccezione non è certo Krupensky, ex Ambasciatore russo a Roma: «Nel mio paese ho potuto notare ovunque un grande benessere. Tutti guadagnano molto denaro, persino i contadini si sono arricchiti. In Russia ho riscontrato l’entusiasmo del primo giorno e il pieno accordo di tutte le classi sociali». Ecco, magari ne riparliamo tra un annetto, sul finire del 1917.
Altra intervista interessante è quella del Kronprinz al New York Times: «Siamo tutti stanchi di questa effusione di sangue e desideriamo la pace». Peccato questa non sia considerata da nessun belligerante una buona ragione per farla finita, non ancora.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Grecia: si dimette il Gabinetto Kalogeropoulos.
Fronte occidentale
- Battaglia della Somme: i francesi conquistano le linee tedesche fra Morval e il bosco di Saint-Pierre-Vaast.
- Con un colpo di mano britannico, i tedeschi sono respinti fuori da Eaucourt-l’Abbaye.
Fronte orientale
- Ancora in corso la battaglia a ovest di Lutsk.
- Gli austro-tedeschi tengono ostinatamente le posizioni sullo Zolota Lypa (Galizia).
Fronte italiano
- Successi italiani in Val Travignolo (regione dell'Avisio, Trentino).
Fronte meridionale
- Le truppe rumene si ritirano e riattraversano il Danubio a Ryahovo.
- Ritirata della seconda armata rumena. Evacuata Fogaras.
- Progressi rumeni in Dobrugia.
- I britannici fanno progressi verso Serres (Struma).
- I serbi attraversano il Crna (est di Monastir).
- Le truppe Alleate raggiungono Kenali (circa 15 km. da Monastir).
Operazioni navali
- La nave oceanica da trasporto “Franconia” e la nave trasporto truppe francese “Gallia” silurate nel Mediterraneo (diverse centinaia di vittime).
Parole d'epoca
Colpito alla gamba e alla schiena
di Antonio Santo Quintino Preite, 47° reggimento fanteria, brigata Ferrara
Una scheggia di granata nemica viene a colpirmi nella gamba sinistra e alla schiena. Subito chiamai il portaferiti, certo Casto Donato di Casarano, e mi feci trasportare al posto di medicazione. Intanto l'artiglieria nemica più si inferociva contro di noi. Arrivati al primo posto di medicazione, il Tenente medico mi osserva e mi medicò alla meglio, essendo che centinaia di feriti scendevano da tutte le parti del fronte, perché quel giorno era una avanzata generale. Appena che mi ebbe fasciato bene, mi fece la base e potei andare all’ospedale, che la scheggia non era uscita ancora, In quel momento giunse un’automobile della Croce Rossa, mi aiutarono a salire sopra con altri otto soldati pure loro feriti. Passammo Opacchiasella, Villa Vicentina, San Martino, Sdraussina, Sagrado, Gradisca, Romans, Versa, Jalmicco, Palmanova, Gonars, qui ci fermammo. Dopo che ci passarono la visita e veduto il Maggiore medico che avevo la scheggia ancora dentro, mi fece medicare e dopo mi fece l’iniezione alla coscia sinistra, tanto per non andare il male avanti. A questo ospedale testai due giorni, il terzo giorno mi fecero partire per ignota destinazione, mi diedero la base e venne un’automobile e mi trasportò a Palmanova, dove era già pronto un treno- ospedale.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Lungo tutta la fronte azioni delle artiglierie. Quella nemica fu ieri più attiva nella zona di Gorizia e sul Carso.In Valle Travignolo (Avisio), dopo intensa preparazione delle artiglierie, il nemico attaccò violentemente e più volte tutte le nostre posizioni sulle alture del versante meridionale.Fu nettamente ributtato ovunque e con perdite gravi.Sulle pendici settentrionali del Colbricon i nostri contrattaccarono con vigore riuscendo a guadagnare nuovo terreno verso l'altura detta del Colbricon Piccolo.Velivoli nemici lanciarono bombe su Monfalcone e su altre minori località del Basso Isonzo: un morto e un ferito.Una nostra squadriglia bombardò con efficaci risultati la stazione di Nabresina sul Carso. Firmato: CADORNA
Albania: All'alba del 2 ottobre nostre truppe di terra e di mare, con la protezione e col concorso di forze navali, sbarcavano a Santi Quaranta. Il giorno stesso una nostra colonna, partita da Tepeleni, con rapida marcia, raggiungeva Argirocastro e la occupava. Il successivo giorno 3 da Santi Quaranta un nostro distaccamento si spingeva su Delvino e ne prendeva possesso. Ovunque i nostri soldati e marinai furono festosamente accolti dalla popolazione.
Firmato: CADORNA