14 Ottobre, 1916

Termina l'ottava battaglia dell’Isonzo

Le intemperie fischiano la fine dell’ottava battaglia dell’Isonzo. I giornali italiani la spacciano per un “vigoroso successo”, ma al massimo può essere un vantaggio ai punti: noi consolidiamo le nuove posizioni; l’esercito asburgico, a corto di uomini, è costretto a chiedere rinforzi. Roma e Vienna hanno perso altri 25.000 uomini a testa senza risolvere nulla. Il 14 ottobre offre un quadro desolante, l’ennesimo: «I cadaveri sono in condizioni così raccapriccianti da far intuire quale pazza resistenza abbiamo incontrato». Gli stessi prigionieri sembrano «avanzi d’uomini»: sono distesi a terra, allineati come i morti, sono stremati, svuotati, immobili, inanimati, inespressivi.

Sul fronte occidentale i francesi tornano all’attacco a sud della Somme, tra Belloy-en-Santerre e Ablaincourt; una ventina scarsa di chilometri più a nord gli Alleati iniziano il cannoneggiamento di Sailly-Saillisel, nuovo cardine tedesco sulla strada Bapaume-Péronne.


A peggiorare è la condizione rumena: Bucarest ordina il ritiro dalla Transilvania, a eccezione dell’estremità settentrionale, quella a contatto con la Bucovina. Nei Carpazi meridionali gli austro-tedeschi scavalcano il vecchio confine e penetrano per dieci chilometri in territorio rumeno, avanzano verso il Passo di Törzburg e raggiungono Rucăr; più a oriente si impossessano della cresta del Predeal e bruciano la città. Per provare a dare la scossa giusta Re Ferdinando di Romania ha assunto in prima persona il Comando supremo del suo esercito.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Fronte occidentale

  • Ovest di Belloy-en-Santerre (sud della Somme): un brillante attacco francese su un fronte di 2 km. cattura la prima linea tedesca e Génermont, a nord-est di Ablaincourt.

Fronte orientale

  • Su tutto il fronte accaniti combattimenti, generalmente favorevoli ai russi.

Fronte italiano

  • Fine dell’offensiva nel Carso, gli italiani consolidano tutte le posizioni e rivendicano circa 8.000 prigionieri; alcune linee avanzano di circa 3 km.

Fronte meridionale

  • I rumeni si ritirano dalla Transilvania, eccetto nell’angolo a nord-est.
  • Cresta di frontiera a Predeal presa dagli austro-tedeschi, città bruciata.
  • Gli austro-tedeschi avanzano verso Törzburg Pass e raggiungono Rucăr (quasi 10 km. in territorio rumeno).
  • Attacco Alleato poco incisivo sulla principale linea bulgara (fronte macedone).

Operazioni navali

  • Sottomarino russo cattura “Rodosto”, trasporto armato turco nel Mar Nero.

Parole d'epoca

Ho assistito a delle carneficine

di Sisto Monti Buzzetti, tenente 60° reggimento fanteria, brigata Calabria

Colbricon

Ho assistito a delle carneficine, a delle stragi, che a me ormai abituato alla guerra, pur hanno fatto orrore. Ho visto il nemico, intestato e caparbio nel proposito di ritoglierci le posizioni conquistate recentemente, tornare fin 12 volte all’attacco in una giornata ed essere sempre distrutto, annientato. Figuratevi anche noi c’eravamo nauseati di uccidere: ma il nemico veniva, veniva incessantemente come se il nostro fuoco terribile non lo toccasse ed al posto di uno che cadeva ne balzavano su dieci con grida selvagge e avanzavano, avanzavano. Si è fatto il calcolo che fossero circa duemila; forse saranno stati di meno ma solo due giunsero alle nostre trincee e furono immediatamente passati per la baionetta.

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

DAL FRONTE

Sulla fronte tridentina lotta d' artiglieria nella zona di Monte Pasubio. Alla testata del Vanoi, la notte sul 13, respingemmo un tentativo di attacco nemico contro le nostre posizioni di Busa Alta (Quota 2456). Nell' alto But intensa attività delle artiglierie nemiche: le nostre ribatterono incendiando baraccamenti nemici sul rovescio del Pal Piccolo. Nella zona a sud-est di Gorizia le nostre truppe con energica azione ampliarono verso settentrione l' occupazione della altura di Sober fino a contatto della strada da San Pietro a Prebacina. Presero alcuni prigionieri e molte armi e materiali abbandonati dal nemico. Sul Carso giornata di relativa calma di cui profittammo per rafforzare le posizioni recentemente conquistate. Nostri drappelli di esplorazione presero un centinaio di prigionieri in gran parte feriti. Nostri velivoli bombardarono accampamenti nemici in Val Sugana, ritornando incolumi. Nella serata consuete incursioni aeree nemiche sul basso Isonzo, senza vittime nè danni.
Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori