Sarà guerra sottomarina indiscriminata
La guerra sta per giungere a una svolta cruciale. I genitori sono tutti tedeschi, ma gli esiti non saranno quelli sperati. In molti lo ignorano, ma il 9 gennaio il mondo ruota attorno al castello di Pless, a distanza siderale dai riflettori della Storia. Tra i pochissimi presenti ci sono il Cancelliere Bethmann-Hollweg, l’Ammiraglio Holtzendorff, il Feldmaresciallo Hindenburg e il suo braccio destro, Ludendorff. La decisione partorita è definitiva: la Germania sosterrà una guerra sottomarina totale e indiscriminata. “Dal primo febbraio affonderemo qualunque cosa galleggi e in sei mesi potremmo mettere in ginocchio l’Intesa”. Bethmann-Hollweg all’inizio è scettico, teme a ragione l’entrata in guerra degli Stati Uniti, ma, in assenza di alternative, si converte alla linea dura. “Siete sicuri?” – “Siamo sicuri”.
Molto meno rilevanti le notizie dal fronte. Tra tutte spicca la conclusione dell’offensiva britannica nel Sinai: era iniziata a dicembre con la riconquista di Al-Arish ed è terminata ora con la vittoria di Rafah. Le truppe ottomane sono ricacciate oltre il confine siriano, il Canale di Suez non corre più alcun pericolo.
										
Mentre la stampa londinese si divide sull’opportunità di proseguire la spedizione a Salonicco, l’Intesa recapita un nuovo ultimatum alla tergiversante Grecia. Ma questo ormai non fa più notizia. Credo sia il quinto da settembre. Atene ha quarantotto ore per soddisfare le richieste Alleate di fine dicembre. Riassumo le principali: disarmo e ritiro dell’esercito nel Peloponneso; guinzaglio cortissimo ai riservisti; divieto del porto d’armi per i borghesi; scarcerazione dei detenuti politici.
Se aveste l’impressione di un déjà vu, preparatevi ad averne un secondo: in Russia cade il Governo, il Premier Trepov lascia il timone dopo appena un mese e mezzo. In quarantasette giorni si è ritrovato contro tutto il Paese, o almeno chi conta davvero. A Pietrogrado si insinuano sospetti sulla lealtà e la condotta di alti funzionari e militari. Nella bufera vivacchia da un po’ il Ministro degli Interni Aleksandr Protopopov, figura tratteggiata come piuttosto losca, ma con gli agganci giusti, leggasi la Zarina. E infatti si salva.
Pietrogrado scivola sempre più verso il caos. Il posto di Trepov lo occupa Nikolaj Golitsyn: sarà l’ultimo Primo Ministro dell’Impero zarista.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
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Dimissioni di Trepov, Primo Ministro russo; gli succede il principe Golitsyn. 
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Gli Alleati presentano un ultimatum alla Grecia chiedendo l’accettazione, entro due giorni, delle richieste del 31 dicembre. 
Fronte occidentale
- I britannici prendono le trincee a est di Beaumont-Hamel (Ancre).
Fronte orientale
- I russi avanzano fra le paludi di Tirul e il fiume Aa (Lielupe).
Fronte meridionale
- Gli austro-tedeschi attraversano il fiume Putna a nord e sud-est di Focșani.
- Albania: truppe italiane occupano Gërmenj, sulla strada da Leskovik a Coriza.
Fronte asiatico ed egiziano
- I britannici caricano le posizioni turche a Rafah (fronte fra Egitto e Siria) e sconfiggono le forze accorse in soccorso; presi 1.600 prigionieri. Le ultime truppe turche nel Sinai riattraversano la frontiera.
- I britannici prendono quasi un chilometro di trincee sulla riva destra del Tigri a nord-est di Kut al-Amara.
Operazioni navali
- Nel Mediterraneo un sommergibile tedesco affonda la corazzata inglese H.M.S. Cornwallis. Mancano solo 13 persone.
- La “Lesbian” S.S. (delle Ellerman Line) viene affondata.
Parole d'epoca
Le scarpe al sole
di Paolo Monelli, alpino
Verrà, dopo questa sosta invernale che è pur guerra, verrà la primavera rossa e tumultuosa dei battaglioni lanciati all’olocausto per ardere in un attimo nella santità dell’offerta e poi esser distrutti. Ma oggi il sole è un dono pacifico. Per tre giorni la tormenta di serrò nel ricoverino, soffiò per ogni fessura atomi di gelo, barricò l’uscio con spalle più potenti di quelle di Bellegante, ci costrinse a una dieta feroce, riempì di neve le brache del bisognoso di calarle, sia pure per un attimo.
DAL FRONTE
														Sono queste le uniche Nella notte sull' 8 piccoli nuclei nemici avvicinatisi alle nostre posizioni di Quota 208 sul Carso, furono respinti con fuoco.
Nella giornata di ieri azioni sparse delle artiglierie lungo tutta la fronte.
Le nostre disturbarono l' intensa attività dell' avversario in lavori difensivi ed eseguirono tiri di molestia sulle sue retrovie.
Velivoli nemici tentarono incursioni nel nostro territorio, ovunque ricacciati dal tiro delle artiglierie ed inseguiti dai nostri aviatori.
Una nostra squadriglia bombardò con visibile efficacia obiettivi militari fra Rifemberga (Reifenberg) San Daniele e Cobdil nella valle della Branizza, affluente del Frigido (Vippacco).
Sfuggendo al tiro delle artiglierie controaeree e respinti insistenti attacchi di velivoli nemici, i nostri aviatori ritornarono incolumi ai propri campi.
Firmato: CADORNA
 
														




 
														 
														 
														 
														 
																								 
                            
 
                                 
                                 
                                