L'Intesa risponde all'America
Riguardo alla pace il discorso è rimasto a metà. L’Intesa ha risposto alla Germania, ma non ancora agli Stati Uniti. Il 10 gennaio il Premier francese Briand consegna la replica Alleata all’Ambasciatore americano. La nota si può scomporre in tre parti: l’apprezzamento non tanto per l’iniziativa, quanto per le intenzioni americane; l’amichevole protesta contro ogni analogia tra vittime e carnefici; e soprattutto la risposta alle condizioni minime per aprire i negoziati.
La prima parte ci interessa il giusto, sono perlopiù convenevoli e buoni propositi. Saltiamola a piè pari e passiamo oltre: «È impossibile realizzare ora una pace che assicuri le riparazioni, le restituzioni e le dovute garanzie. […] L’Intesa non combatte per interessi egoistici, ma per la salvaguardia dell’indipendenza dei popoli e dei diritti dell’umanità. […] I Governi Alleati protestano, nella maniera più amichevole, contro l’equiparazione tra i due gruppi di belligeranti. L’accostamento discorda con l’evidenza. La condotta delle Potenze centrali è stata una continua sfida alla civiltà».
A Washington però bisogna dare di più. C’è da convincere non Wilson, ma il popolo americano, a larghissima maggioranza stufo della guerra. E siccome è stata la Germania a proporre trattative di pace, bisogna mantenere l’ago della bilancia a proprio favore. Ma c’è un solo modo per farlo: rispondere alla domanda elusa da Berlino.«I nostri scopi di guerra sono ben noti. I minimi particolari saranno esposti soltanto nell’ora dei negoziati, ma implicano necessariamente la restaurazione del Belgio, della Serbia, del Montenegro e i risarcimenti loro dovuti; l’evacuazione dei territori invasi in Francia, in Russia e in Romania, con le giuste riparazioni; la liberazione degli italiani, degli slavi, dei rumeni e dei cecoslovacchi dalla dominazione austriaca e quella delle popolazioni sottomesse alla sanguinosa tirannia turca».
Stop. Perché questo è un punto cruciale mai espresso finora: gli Alleati parlano chiaro e tondo di smembrare l’Austria-Ungheria e l’Impero ottomano; non avevano mai specificato fin dove si sarebbe dovuto spingere il “principio di nazionalità”.
I paletti su cui poggiare i futuri negoziati non sono finiti: c’è il Regno di Polonia da costituire secondo il proclama zarista; i turchi da cacciare fuori dall’Europa perché «estranei alla civiltà occidentale»; convenzioni internazionali «fondate sul rispetto dei diritti di sicurezza, libertà e sviluppo per tutti i popoli, piccoli e grandi».
La nota si conclude con una precisazione: «Gli Alleati vogliono sottrarre l’Europa alle brutali cupidigie del militarismo prussiano, ma non si sono mai proposti lo sterminio dei popoli tedeschi, o il loro annientamento politico. L’Intesa vuole assicurare la pace sui principi di giustizia e sull’inviolabile lealtà agli obblighi internazionali».
La giornata diplomatica Alleata non è ancora finita. Una risposta è consegnata, un’altra viene ricevuta: la Grecia replica all’ultimatum. Il tono è senza dubbio deferente, ma la nota è altrettanto evasiva. Nel frattempo i giornali di Atene fanno la loro parte: «Le richieste dell’Intesa sopprimono l’indipendenza e la sovranità greca. Per molti sarebbero inaccettabili».
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Replica Alleata alla nota di pace del Presidente Wilson, accompagnata da una nota speciale del Belgio.
- Replica evasiva del Governo greco all’ultimatum Alleato.
Fronte orientale
- Progresso russo a sud del lago Babītes.
Fronte meridionale
- Gli austro-tedeschi caricano due alture nella valle dell’Oituz (Moldavia), ma sono respinti verso il Putna a nord di Focșani.
Fronte asiatico ed egiziano
- I britannici continuano ad avanzare a nord-est di Kut al-Amara, conquistando la maggior parte delle trincee turche sulla destra del Tigri e nella curva del fiume e infliggendo al nemico gravi perdite.
Parole d'epoca
Memoriale della Guerra dal 1914 al 1918
di Ferrero Gabriele
Arriva la mattina alle 5 mi vesto e vado alla Croce Rossa, per ringraziarli e mi danno una tassa di caffè a latte, e puoi arriva il treno per Torino, ecco l'ora della partenza battono le 5,30 il treno parte, arriva a Asti alle 7,40 e arriva a Trofarello alle8,30, ed alle 9,30 a Torino, ed io sendo giù, vado a trovare la cugina Clara, quante nuove, e quante feste ricevute, alle ore 11,45 ci parte il treno per Pinerolo, io vado prendere il treno, arrivo a Piscina verso le ore 13, vado trovare i zii al casello, tutto contento, di essere vicino ai Genitori ed la consolazione fu grande, di avere due mesi convalescenza
DAL FRONTE
In Valle di Ledro intenso fuoco delle artiglierie nemiche contro le nostre posizioni sulle alture a settentrione del Rio Ponale.
Un posto avanzato sulle pendici meridionali di Cima d' Oro, momentaneamente occupato dall' avversario, fu dai nostri subito ristabilito.
In Valle di Travignolo il nemico bersagliò con le artiglierie la zona del Colbricon, ma non eseguì alcun attacco.
Sulla rimanente fronte consueti tiri delle nostre artiglierie sulle retrovie e sulle zone di alloggiamento delle truppe nemiche.
Firmato: CADORNA





