Tutti contro Berlino
Come volevasi dimostrare. Il primo febbraio la Germania inizia la guerra sottomarina indiscriminata affondando la nave cargo olandese Gamma. Ed è subito putiferio. Mentre i giornali tedeschi accolgono il provvedimento con un esultante e altrettanto miope “era ora”, la stampa americana è un vespaio indemoniato: «Vi è una sola risposta possibile ed è l’immediata rottura delle relazioni diplomatiche. Il Governo non deve aspettare un assassinio premeditato. Se ciò significasse la guerra con la Germania, ebbene così sia. […] Quest’ultima esplosione di prussianesimo è un disperato riflesso della disfatta. Una sola cosa interessa agli americani ed è l’insulto lanciato al loro Governo. […] Ci siamo sottoposti troppo a lungo agli oltraggi tedeschi». No, non l’hanno presa bene. Persino nella pacatissima Svizzera alcuni giornali non le mandano a dire: «Non solo le Potenze centrali si rimangiano le promesse fatte, ma chiedono anche il silenzio americano verso la nuova condotta di guerra. Wilson non si è mai trovato in una situazione così grave, se gli Stati Uniti accettassero si renderebbero complici. […] Tutte le chiacchiere tedesche in favore della pace miravano solo a giustificare questa decisione». E questi sono i neutrali, figuratevi i fogli dell’Intesa.
Il cambio rotta berlinese è così dirompente da far passare quasi ignorata l’improvvida dichiarazione di Long, Ministro britannico: «Conclusa la guerra, nessuna colonia sarà restituita alla Germania. Il loro possesso sarà provvidenziale per lo sviluppo dell’Impero». Ora, che questi fossero i piani Alleati è un segreto di Pulcinella, ma il momento scelto per ribadirlo è quantomeno inopportuno: son passati cinque minuti dal “noi siamo diversi, non combattiamo per spirito di conquista e sete di dominio”. Tempismo, questo sconosciuto.
Acque meno agitate al fronte, dove i nuovi rigori invernali e la neve alta frustrano ogni alzata d’ingegno. In Galizia i gli austro-tedeschi si fanno vivi verso Halych, mentre in Francia le armate del Kaiser e quelle Alleate si scambiano convenevoli sulla Somme.
Intervistato, il Generale inglese Rawlinson dice la sua: «Dubito che i nostri nemici abbiano già dimenticato la lezione di Verdun. Ma se a loro piacesse far uccidere inutilmente altre centinaia di migliaia di uomini, noi non vi vedremmo alcun inconveniente». Già, come se gli Alleati non l’avessero mai fatto.
Più spigliate le operazioni britanniche in Mesopotamia: i turchi soffrono l’iniziativa nemica e non riescono a tenere le posizioni alla confluenza del fiume Hay nel Tigri.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Comincia la “guerra sottomarina senza restrizioni” tedesca. Ai neutrali è concessa una brevissima finestra di tempo per lasciare i porti dell’Intesa. La stampa americana è sul piede di guerra.
- Il Cancelliere tedesco Bethmann-Hollweg, parlando alla Commissione del Bilancio del Reichstag della guerra sottomarina a oltranza, dichiara che anche l’Austria-Ungheria ha proclamato una zona di sbarramento intorno all’Italia.
- Conferenza interalleata a Pietrogrado per concordare e regolare nel modo più efficace l’utilizzo di tutti i mezzi di cui dispongono gli Alleati.
- Il Governo italiano chiama alle armi i nati nel primo quadrimestre del 1899.
- Il Ministro inglese delle Colonie a Westminster annuncia che nessuna colonia sarà restituita alla Germania.
- L’annuncio ufficiale del ritiro del Generale americano Pershing dal Messico indica che la questione fra gli Stati Uniti e il Messico è definitivamente risolta.
Fronte occidentale
- Imponente tentativo tedesco di distruggere le trincee britanniche Vicino Grandcourt (Somme).
- A nord-est di Gueudecourt (Somme) i britannici assaltano le trincee tedesche; presi 56 prigionieri.
- Vicino Wytschaete (Belgio) i tedeschi attaccano le posizioni britanniche, ma vengono respinti con pesanti perdite.
Fronte orientale
- A circa 24 k. a sud di Halych (Galizia) i tedeschi, in mimetica bianca, irrompono nelle linee russe ma vengono respinti da un contrattacco.
Fronte asiatico ed egiziano
- Vicino Kut al-Amara, a est della confluenza tra Tigri e Hay, i britannici catturano quasi tutte le ultime linee delle trincee turche, prendendo 166 prigionieri e respingendo un forte contrattacco.
- I britannici avanzano in Mesopotamia fino a breve distanza da Kut al-Amara.
Operazioni navali
- L’S.S. olandese “Gamma” viene attaccato e affondato da un sottomarino tedesco. Il Governo olandese chiede spiegazioni.
Parole d'epoca
Le scarpe al sole
di Paolo Monelli, alpino
Prende, talvolta, il tedio.
Tedio del tempo che lento passa, che rapido assomma
un tumultuoso passato in poche linee scialbe.
Tedio di non sapere esprimere un groviglio di immagini
che solca la conca di neve -maiolica.
Tedio d'incoerenza.
Zaffate di dubbio, di timore, dal sedimento intatto
e non scrutato nel fondo del cuore: se valga, dunque,
questo tradizionale concetto di patria tanto stento, tanta
rovina.
Oggi vorrei imboscarmi.
DAL FRONTE
Insistenti tiri dell'artiglieria nemica nella zona montuosa ad occidente del Garda, con danni agli abitati. Movimenti nemici fra Sarca ed Adige, nel Pasubio e nella Valle del Posina (Astico), disturbati dalle nostre artiglierie. Nell' Alto But batterie nemiche e bombarde bersagliarono violentemente le nostre posizioni sul Pal Piccolo e sulla Vetta Chapot, senza fare alcun danno. Sulla fronte Giulia l' artiglieria nemica si mantenne assai attiva nella zona di Gorizia e sul Carso; la nostra eseguì i consueti tiri d' interdizione e disperse truppe nemiche ammassate nelle vicinanze di Biglia.
Firmato: CADORNA