Berlino sommersa dalle proteste
È il turno svedese di rispondere picche a Washington. La motivazione ufficiale è sempre la stessa: «Non vogliamo uscire dalla più stretta e imparziale neutralità». Com’era prevedibile nessun Paese europeo vuole rischiare l’osso del collo forzando la mano ai tedeschi.
Ma l’8 febbraio Berlino è sommersa dalle proteste. Note aspre da Cina e Brasile, con la minaccia di rompere le relazioni diplomatiche in caso di attacco alle proprie navi.
Meno esplicite le comunicazioni di Cile e Uruguay, ancora un po’ più morbide quelle argentina e olandese. Attenzione però, perché Amsterdam aggiunge una postilla: minacciata dalla concentrazione di truppe tedesche al confine, l’Olanda ribadisce la volontà di far rispettare la propria neutralità «anche con le armi, se necessario».
In generale tutto il mondo accusa la Germania di averla sparata grossa, troppo. Persino la comunità tedesca in America si schiera con il Presidente Wilson.
Nelle capitali dell’Intesa gli umori viaggiano sempre sull’ottovolante.
Da Londra Marcello Prati prova a riportare un minimo di calma: «Temo che questo affare americano stia portando fuori strada molta gente e riattizzando un nuovo braciere d’illusioni. Chi vede già tutta Wall Street e due milioni di soldati americani contro le trincee tedesche ha le traveggole».
Soggetto diverso, stesso fine. Il Times mette in guardia i lettori dal menomare e svalutare la forza e la determinazione nemica: «La nuova minaccia non si elimina qualificandola solo come una mossa dettata dalla disperazione. Questa frase è stata applicata a ogni azione tedesca da almeno un anno e mezzo in qua».
Ma a spiazzare i giornali ci pensa il fronte occidentale: «Gli inglesi hanno compiuto uno sbalzo abbastanza singolare». I britannici avanzano ancora e con relativa facilità su entrambe le sponde dell’Ancre. Sì, ma è solo la conseguenza del ripiegamento strategico ordinato da Hindenburg.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Fonti neutrali riportano che l’Ambasciatore Gerard sarebbe tenuto in ostaggio a Berlino senza poter comunicare con gli U.S.A.
- La Svezia consegna al Ministro degli Stati Uniti una nota, dichiarando di non poter aderire all’invito del Presidente Wilson di rompere le relazioni diplomatiche con Berlino, perché non vuole uscire dalla stretta neutralità.
- Il Governo olandese riconferma l'intenzione di mantenere la più stretta neutralità, che farà rispettare anche con le armi, e protesta energicamente contro l’ostruzione della libera navigazione e contro l’uso intenzionale dei sottomarini, che non si «accorda col diritto internazionale».
- Si annuncia da Philadelphia che i delegati di 28 Stati nordamericani, rappresentanti 3 milioni di membri dell’Alleanza nazionale tedesco-americana, hanno affermato la loro fedeltà agli Stati Uniti, approvato la rottura delle relazioni diplomatiche con Berlino e promesso di reclutare reggimenti tedesco-americani in caso di guerra.
Fronte occidentale
- Da Grandcourt i britannici avanzano su entrambe le rive dell’Ancre.
- Il ponte di Sailly-Saillisel (Hill 153, Somme) preso dai britannici insieme a 78 prigionieri.
Fronte asiatico ed egiziano
- Finiscono le operazioni britanniche contro i senussi.
Operazioni navali
- Un vecchio cacciatorpediniere inglese viene affondato da una mina nel Canale della Manica; cinque sopravvissuti.
- Malgrado gli energici provvedimenti del Governo americano, fino a oggi sono stati sabotati dagli stessi equipaggi 91 grandi piroscafi tedeschi internati nei porti statunitensi.
Parole d'epoca
Aviatore
di Sisto Monti Buzzetti, militare 60° reggimento fanteria
Vi debbo annunciare cose di qualche importanza sulle quali mi occorre il vostro parere. Si tratta dunque che è giunta una circolare la quale annuncia che sono aperti i corsi per ufficiali piloti aviatori. Io ho pensato che fare domanda per essere ammesso ad uno di questi corsi non c’è nulla da perdere e ci potrebbe essere molto da guadagnare. Ho considerato la cosa ben bene e mi sembra effettuabile. In quanto al pericolo dell’aviazione confrontato con quello della trincea e degli attacchi, mi sembra un pericolo da far sorridere. sono così perfezionati gli apparecchi moderni, che una panne è quasi impossibile. Ed è così difficile il tiro delle artiglierie contraeree che su mille colpi è già gran cosa se ne giunge a segno uno. E poi, cari, attira anche la prospettiva di dover fare un corso di 2 o 3 mesi in Italia per istruzione. Finirà anche una volta la guerra! In ultimo dei conti anche dal lato pecuniario sembrami ci siano dei guadagni. Oltre ai soliti stipendi ci sono indennità di arma ed indennità di volo: l’indennità di volo, mi sembra, è di 6 all’ora.
Non so se vi piace il mio progetto ed il mio ragionamento. Spero che lo approviate. Ad ogni modo io sono fermamente deciso di inoltrare questa domanda e tentare la fortuna è sempre bene; non mi piace mummificare in uno stato. Del resto se sarà accettata tanto meglio; se verrà respinta saprò continuare la vita che finora ho fatto, quantunque, ve lo confesso francamente, sia stanco. Le domande dovranno essere presentate il 15 c.m....
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Su vari tratti della fronte concentramento di fuoco delle nostre batterie ridussero al silenzio quelle dell' avversario. In Valle Sugana ieri all' alba il nemico ritentò un' azione contro una nostra posizione della riva destra del Brenta, facendola precedere da intenso bombardamento. Il fuoco combinato delle nostre fanterie e delle batterie da campagna fece fallire l' attacco prima ancora che si sviluppasse. Una simile azione tentata dal nemico contro le nostre linee sul Freikofel non ebbe esito migliore.
Firmato: CADORNA