Parola alla Svizzera
Passata la sbornia di fanfaronate a caldo e i deliri giornalistici, il sangue si raffredda, si rientra nei ranghi e si analizza il quadro generale con mente lucida: la situazione è sì poco rassicurante, il momento peggiore è ancora lì davanti a noi, ma no, niente panico. La seconda considerazione riguarda gli Stati Uniti: la rottura delle relazioni diplomatiche non significa guerra; senza incidenti clamorosi Wilson cercherà di mantenersi estraneo al conflitto, desiderio condiviso da molti americani. C’è una sola certezza: i piani di Washington per un’azione comune di tutti i neutrali sono andati a monte, respinti al mittente. Il 9 febbraio la Svizzera invia la risposta ufficiale: «Manterremo questa neutralità finché l’indipendenza e l’integrità del Paese non saranno minacciate». A Wilson vien fatto notare un dettaglio non secondario: «Il Consiglio federale richiama l’attenzione del Presidente sulla particolare situazione geografica della Svizzera, circondata da Sati belligeranti». Passare da neutrale a teatro di guerra è un attimo. È lo stesso appunto mosso dal Ministro degli esteri olandese: «La nostra condizione non è paragonabile a quella americana». Sarebbe insensato, un’eresia.
Ma la Svizzera ha qualcosa da dire anche a Berlino: «Il Governo federale si vede obbligato a protestare e avanzare tutte le riserve contro il blocco annunciato dal Governo tedesco. Questo lede i diritti riconosciuti ai neutri dai principi generali del diritto internazionale».
Sul fronte della Somme i britannici continuano a beneficiare della ritirata tedesca.
Più incerta la giornata sul Carso, dove gli austro-ungarici hanno attaccato gli italiani a est di Gorizia. Vienna rivendica la vittoria, noi anche. Tutto regolare.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Governo tedesco ammette di aver prevenuto le comunicazioni con gli U.S.A. dell’Ambasciatore Gerard, affermando che il Conte Bernstoff non ha avuto il permesso di comunicare con la Germania. Gerard riceve il suo passaporto.
- La Svizzera dichiara di non poter aderire, per rispetto della sua neutralità, all’invito del Presidente Wilson. Tuttavia protesta contro il blocco marittimo annunciato dalla Germania.
Fronte occidentale
- Respinto un contrattacco tedesco alle nuove posizioni britanniche a est di Sailly-Saillisel.
- A est della Meuse fallisce un attacco tedesco sotto il fuoco francese.
- I tedeschi applicano il principio della “terra bruciata” ai ripiegamenti sul fronte occidentale.
Fronte italiano
- A est di Gorizia l’attacco austro-ungarico colpisce alcune posizioni centrali italiane. Vienna reclama 1.000 prigionieri.
Parole d'epoca
Diario di Guerra
di Arrigo Montorsi
Sono in attesa del piroscafo che mi trasporti di nuovo fra i miei soldati. Sono abbattuto! La mia licenza è stata tristissima; il mio povero nonno, è morto tre giorni dopo il mio arrivo! Ha appena fatto in tempo a riconoscermi! Sono stato colto da un attacco di febbre malarica che mi ha lasciato molta stanchezza = Stamani ho girato per la città; è molto bella, specialmente Taranto nuova, ma però è molto sporca. Domani mi imbarco sul «Solunto» e mi hanno già vistato il foglio di viaggio.
DAL FRONTE
In Valle Sugana, nel pomeriggio del 7, il nemico con insistenti tiri delle sue artiglierie ha nuovamente bersagliato le nostre difese di riva destra del Brenta, energicamente controbattuto dalle nostre batterie che con efficaci concentramenti di fuoco impedirono qualsiasi atto offensivo dell' avversario. Nella Valle della Posina (Astico), nel settore di Plezzo, dinanzi a Sagora (Zagora) e nelle vicinanze di Boscomalo (Hudi Log) l' attività di nostre pattuglie in ricognizione diede luogo a piccoli scontri a noi favorevoli.
Firmato: CADORNA