I britannici entrano a Baghdad
Baghdad in particolare è un altro di quei luoghi dove la Storia ripassa ciclicamente, dà una vigorosa scrollata e se ne allontana per un po’, ma mai del tutto. La Mesopotamia è terra di culture dal fascino misterioso, spesso all’avanguardia nei secoli più oscuri. «È il destino di questa guerra: frugare nei vecchi magazzini della Storia e riportarne alla luce oggetti dimenticati sotto la polverosa apparenza e le sabbie del tempo, mostrando quanto abbiano ancora di utile o di vitale. […] Le grandi linee degli avvenimenti storici si intersecano ancora negli stessi punti. Il Belgio e la Polonia, i campi Catalaunici e i Balcani, hanno sempre offerto comodi rendez-vous per eserciti ansiosi di sgozzarsi». Ed è lo stesso per la culla della civiltà, la Mesopotamia. Lo è per le sue risorse, leggasi petrolio, per la fertilità della regione e per i due grandi fiumi, il Tigri e l’Eufrate, autostrade tra quattro mari: il Mediterraneo, il Mar Nero, il Mar Caspio e il Golfo Persico.
L’11 marzo i britannici del Generale Maude entrano a Baghdad. Dopo tanto tempo la città si riscopre ombelico del dominio mediorientale.
Il sogno asiatico della Germania, quello della ferrovia Berlino-Baghdad, quello della porta aperta sull’oriente, si infrange come un cristallo troppo delicato. E per l’Impero ottomano il colpo e anche peggiore. Sulla carta l’importanza dello scacchiere mesopotamico sarebbe l’ennesimo segreto di Pulcinella, ma all’atto pratico la campagna britannica mediorientale continua ad assorbire più risorse e a procurare più rischi del previsto. La vittoria sui turchi è netta, ma non è completa: i russi non sono poi così vicini e l’Impero ottomano può ancora dare molto fastidio, per esempio allagando le pianure attorno al Tigri. Gli inglesi non possono rilassarsi.
E non possono farlo neanche i russi, ma le operazioni in Persia non c’entrano affatto. Lo Zar si è finalmente accorto che qualcosa nel suo Impero si sta inceppando. Finora ha snobbato ogni allarme, mossa stupida e infatti la situazione sta sfuggendo di mano. La “mannaia” di Nicola II colpisce la Duma e il Consiglio dell’Impero: entrambi gli organi non vengono sciolti, ma “solo” sospesi a tempo indeterminato, forse per mitigarne l’impressione negativa. Non funzionerà. E comunque la Duma non ha nessuna intenzione di mollare: rifiuta di obbedire al sovrano e si dichiara in seduta permanente. Il vaso sta per traboccare.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Lo Zar ordina la sospensione della Duma e del Consiglio dell’Impero. La Guardia e numerose linee reggimentali si uniscono al partito Parlamentare.
- A Pietrogrado conflitti sanguinosi tra manifestanti e polizia. Un reggimento della Lituania si unisce alla popolazione. Molti morti e feriti tra i dimostranti.
- Nel Belgio è affissa un’ordinanza per la quale tutto il territorio del 1° esercito è dichiarato in stato di calamità pubblica e sono comminate pene severissime contro chiunque «con coercizione, minacce, o persuasione» tenti di porre ostacolo all’esecuzione dell’ordinanza 3 ottobre 1916.
- Razionamento dello zucchero a Parigi.
- Il Parlamento cinese vota la rottura con la Germania.
Fronte occidentale
- Continui scontri aerei; riportata la perdita di 26 aerei tra Alleati e tedeschi.
Fronte orientale
- I russi attaccano con il gas a est di Mitau (Jelgava).
Fronte meridionale
- Comincia la campagna primaverile in Macedonia; gli Alleati attaccano a nord e nord-ovest di Monastir (Bitola).
Fronte asiatico ed egiziano
- I britannici entrano a Baghdad dopo tre giorni di scontri. La cavalleria occupa Kazimain, circa 6 km. più a nord.
Parole d'epoca
Memoriale della Guerra
di Gabriele Ferrero
... alle ore 11,20 sendo e vado alla famosa caserma detta Cittadella, arrivo al comando, mi presento e mi prendono in nota, mi lasciano qualche giorno in tranquilazione ma i pensieri erano tanti, perchè tutti i giorni si na vedeva a partire per il fronte ...
DAL FRONTE
Lungo tutta la fronte nella giornata del 10 azioni sparse delle artiglierie, specialmente intense nella zona di Valle d'Adige ed in quella ad oriente di Gorizia. Sul Carso un tentativo d' irruzione contro le nostre linee sull' altura di Quota 144 fu prontamente respinto. Il tempo sereno favorì l'attività aerea da entrambi le parti, accompagnata da lancio di bombe: da parte nostra nessun danno. Nella serata nostri velivoli bombardarono il vallone di Muggia ed i cantieri di San Rocco e di San Sabba, sulla baia di Muggia. Furono osservati vari incendi.
Firmato: CADORNA