Pietrogrado è fuori controllo
Non accennano a placarsi i tumulti di Pietrogrado, anzi, aumentano di frequenza e intensità. Anche perché il Ministro degli interni Aleksandr Protopopov, controverso e odiatissimo, ha varato feroci misure repressive. Siamo sull’orlo della crisi, nella capitale non si trova più nulla da bruciare, né da mangiare, neanche le briciole. E le condizioni nel resto del Paese non sono certo migliori. Il 10 marzo le uniche cose calde in Russia sono solo gli animi. Quelli e le pallottole sparate dalle forze dell’ordine sulla folla, o almeno dai pochi a non essersi unite ad essa. Sia chiaro, la folla non sono qualche centinaia di donne in coda per il pane, non sono neanche poche migliaia di scalmanati. Lo sciopero generale della sola Pietrogrado coinvolgerebbe circa 200.000 persone; dalle fabbriche non esce più un singolo bullone. La capitale è del tutto bloccata, fuori controllo. E i cosacchi stanno a guardare. Per fermare i rivoltosi e isolare i quartieri operai sono stati alzati i ponti basculanti sulla Neva, peccato che il fiume sia gelato: per passare da una sponda all’altra basta “camminare sulle acque”; e lo possono fare tutti.
Il fronte occidentale sembra quasi tranquillo al confronto: piccole scaramucce, spesso favorevoli agli Alleati, in linea con il paradigma offensivista di Nivelle.
Ma l’attenzione vera bisognerebbe rivolgerla da un’altra parte, lì dove siamo al countdown finale, al conto alla rovescia: dieci, nove, otto, sette, sei, cinque; cinque come i chilometri rimasti a separare i britannici da Baghdad.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Conflitti a Pietrogrado fra polizia e manifestanti per le feroci misure di repressione ordinate dal Ministro Protopopov.
Fronte occidentale
- I britannici catturano Irles (Ancre); 292 prigionieri.
Fronte meridionale
- I rumeni e i russi contrattaccano per riprendere Magyaros Ridge, perso l’8 marzo.
Fronte asiatico ed egiziano
- I turchi costretti a ritirarsi a 5 km. da Baghdad.
Parole d'epoca
Diario di guerra
di Edoardo Ostinelli, fante
Grande banchetto con amici cari di Valdagno certo Silvestro...
Volta Giovanni…
si crede che al giorno dopo si parte di nuovo per la valverde sempre cammino sto bene, speriamo in bene.
DAL FRONTE
In valle di Travignolo la notte sul 9, durante forte tormenta, un riparto nemico riuscì ad irrompere in una nostra posizione avanzata sulle pendici meridionali di Cima Bocche. Fu subito ributtato da un nostro contrattacco. Nella giornata del 9 consuete azioni delle artiglierie. La nostra eseguì efficaci concentramenti di fuoco contro la stazione di Santa Lucia di Tolmino e nel settore di Castagnevizza.
Firmato: CADORNA