Pechino-Berlino-Tokyo: intrecci orientali
Oggi andiamo lì dove nasce il sole, in estremo oriente. Siamo fisicamente molto lontani dalla guerra, ma del tutto immersi in un conflitto geopolitico di primaria importanza. In fondo è anche questa la globalizzazione. Il 13 marzo la Cina rompe le relazioni diplomatiche con la Germania. Con buona probabilità dietro al gesto c’è lo zampino americano, a caccia di influenza in Asia a scapito del Giappone. Ma è chiara anche la volontà cinese di seguire la rotta statunitense. Pechino non vive il momento migliore della sua Storia e persegue tre obiettivi principali: aumentare la propria, scarsa, credibilità internazionale; strappare convenienti accordi finanziari con le potenze in orbita Intesa; ottenere “protezione” dalle crescenti aspirazioni e ingerenze giapponesi. La situazione è molto complessa, come sempre quando s’intrecciano interessi strategici antagonisti. Verrebbe da immaginarsi una Tokyo irritata e frustrata: irritata per lo spettro americano; frustrata dal non poter reagire, essendo lei stessa in guerra con Berlino. Può sembrare strano, ma questa trama non dispiace ai giapponesi. L’Impero del Sol Levante considera la Germania come la concorrente principale alla contaminazione socio-economica della Cina.
Non è un mistero, Tokyo è entrata in guerra anche e soprattutto per sostituirsi alle enclavi tedesche in estremo oriente. Non a caso si è già assicurata Tsingtao e mira a ottenere il controllo di tutta quella regione. Se riuscisse a portare a casa l’accoppiata Shandong-Corea, già sua, avrebbe in mano l’esclusiva su tutto il golfo di Bohai. E quindi su Pechino.
Sono discorsi di limitato interesse per i giornali occidentali, impegnati a raccontare eventi più concreti. In realtà una notizia importante nasce anche a Londra, ma verrà riportata quasi in sordina: alla Camera dei Comuni si discute di aviazione e per la prima volta il Governo britannico ammette di non avere più il completo dominio dei cieli. Già, la situazione sta cambiando, le certezze si erodono: i tedeschi hanno nuovi aerei e nuovi piloti, mentre l’Intesa non ha ancora finito di sostituire i vecchi modelli. Mai dormire sugli allori.
Le cose vanno molto meglio a terra. Il fronte occidentale va svegliandosi dal torpore invernale e continua a sorridere agli Alleati: i britannici si avvicinano a Bapaume, i tedeschi abbandonano altre posizioni e i francesi stuzzicano le armate del Kaiser sul resto del fronte.
Anche i russi battono un colpo, nonostante la rivoluzione li tenga parecchio distratti: la persiana Kemanshah è conquistata.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La Cina rompe le sue relazioni con la Germania.
- Continuano i movimenti rivoluzionari a Pietrogrado.
- Il Generale Belyaev, Ministro della guerra russo, è rimosso dalla carica dal Partito Rivoluzionario.
- Crisi di Governo in Austria.
- La Francia aderisce alla convenzione del 31 luglio 1916 fra Italia e Inghilterra per un’azione comune contro i senussi.
- Discorso sulla superiorità aerea alla Camera dei Comuni.
- Giuramento del Generale Smuts nel Privy Council.
Fronte occidentale
- I britannici occupano la foresta di Loupart e Grévillers, a circa 3 km. da Bapaume.
- I tedeschi abbandonano i terreni a est e nord-est di Gommecourt.
- Accesi scontri a nord-est di Soissons.
- I tedeschi falliscono nel riconquistare la Hill 185.
- Combattimenti nella regione di Saint-Mihiel (sud-est di Verdun).
Fronte meridionale
- La linea britannica a sud-ovest di Dojran avanza di circa un chilometro.
- I bulgari bombardano Galaţi dal Danubio.
- Bombardato l’ospedale da campo a Vertekop (Skydra): morte due infermiere inglesi e altre persone.
Fronte asiatico ed egiziano
- I russi prendono Kermanshah (Persia) dopo due giorni di scontri.
- Un’altra colonna russa si avvicina a Bana (140 miglia a nord-ovest di Kermanshah).
- I britannici sono a quasi 50 km. a nord di Baghdad.
Operazioni navali
- La nave Norvegese “Lars Fostenes”, che trasportava grano, silurata fuori dalla zona del blocco.
Parole d'epoca
Una pillola di dolore
di Francesco Berrettoni militare
11 del 3 ho lasciato la mia borghesia per andare a prestare il servizio militare. Il 30 maggio sono partito da Cremona e il primo giugnio sono arrivato a Aquilea e il 4 sono tornato indietro a Cleis per raggiungere il mio reggimento che veniva d'affare l'azione. Il 11 lulio tutto dispiacente mi è toccato partire per andare in trincea. Il 7 agosto sono tornato a riposo a Cormons. Ora viene il bello il 18 agosto a suon di conferenze ci anno portato a fare lazione del 19 – 20 – 21 per dare il battesimo al 1898 in cui c'ero pure io e dove sun Vertoila abbiamo dato il primo assalto e dove una pallottola di mitragliatrice mi ha portato via tutta la sola della scarpa, fortuna mia che non mi ha toccato il piede, e il ventidue agosto, lasciando tanti amici sotterrati dalle granate, in pochi siamo venuti a riposo sul l'Isonzo. In due o tre giorni ci hanno rifornito col 259 Fanteria. Il quale il ventisette siamo partiti per Gorizia, dove il 30 e il 31 ci è toccato pure avanzare sun S. Caterina dove ci è restato il mio intimo amico Terside, dove pure la notte stessa ci è toccato batterci alla baionetta, dove sono stato ferito all'ochio destro, e il primo settembre di 250 soldati della mia compagnia siamo ritornati a riposo con quattordici solamente e siamo andati a riposarci a Mariano.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Sulla fronte Tridentina nella giornata del 12 consuete attività delle artiglierie e piccoli scontri di nuclei in ricognizione a nord-est di Cimego (Valle Giudicaria), sulle pendici di Monte Seluggio (Valle di Posina) e alla testata del torrente Boden (Valle di Sexten - Drava). Sulla fronte Giulia l' artiglieria nemica fu ieri più attiva nella conca di Tolmino. Sul Carso un nostro riparto del 117° fanteria, con ardita azione di sorpresa, irruppe nelle linee nemiche a sud-ovest di Lucati, ne sconvolse le difese, incendiò i ricoveri e prese 24 prigionieri ed una mitragliatrice. Di rimando, l' avversario tentò qualche ora dopo un contrattacco; fu sopraffatto dal nostro fuoco e disperso.
Firmato: CADORNA