14 Marzo, 1917

L'ordine numero uno

“Compagni, l’ordine numero uno è approvato”. In sostanza il Soviet di Pietrogrado ha appena istituito i Commissari politici nei ranghi dell’esercito: i soldati dovranno fare riferimento a loro, con buona pace degli ufficiali e della rigida disciplina militare. Quest’idea di maggiori libertà personali e l’invito a non combattere piace molto. L’ordine numero uno, pensato per il solo distretto di Pietrogrado, si diffonde come un virus, arrivando presto fino alle prime linee.
Il 14 marzo la rivoluzione fa proseliti: Mosca, Kharkov e Odessa si allineano al nascente Governo provvisorio. Anche molti alti ufficiali simpatizzano con gli insorti, o comunque saltano sul carro vincente: il primo nome pesante è quello del Granduca Kirill Vladimirovič Romanov, sì, Romanov come lo Zar. La “dote” del Granduca al leader della Duma Rodzjanko è composta da tutti gli uomini al suo comando.
Di tutto questo trambusto neanche un millesimo lascia i confini dell’impero. Dalla Russia tutto tace, il silenzio mediatico sullo tsunami in atto è completo. All’estero è inutile cercare notizie aggiornate, siamo fermi a: “È tutto sotto controllo”. 


Fatte le dovute proporzioni, una certa agitazione anima anche il Parlamento francese. Bazzecole in confronto alla rivoluzione russa, ma le ultime uscite hanno evidenziato attriti preoccupanti tra la Camera e il Governo. Attriti gravi: il Ministro della Guerra, Generale Lyautey, si dimette, in aperta polemica con il Parlamento. La maggioranza scricchiola.
Meglio concentrarsi su qualche pia illusione: «La ritirata tedesca sul fronte occidentale non è volontaria, ma frutto dell’impeto inglese. È ricominciata la guerra di movimento, si insegue un nemico demoralizzato. […] La breccia nella muraglia tedesca in Francia è aperta».

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Mosca, Kharkov e Odessa dichiarano il Governo provvisorio. Il Granduca Kirill Vladimirovič Romanov e i suoi marinai passano agli ordini di Rodzjanko.
  • Entrambe le Camere britanniche accettano il contributo di guerra indiano di 100.000.000 e autorizzano l’aumento dei dazi sul cotone.
  • Il Generale Lyautey, Ministro francese della guerra, si dimette.
  • Consegnato il passaporto all’Ambasciatore tedesco a Pechino.
  • Le autorità tedesche in Belgio riconfermano e fanno nuovamente affiggere a Mons l'ordinanza del 3 ottobre 1916.

Fronte occidentale

  • I britannici avanzano a ovest e sud-ovest di Bapaume e a sud di Achiet-le-Petit (Ancre).
  • Progressi all’estrema sinistra di Les Essarts.

Fronte meridionale

  • Fronte di Monastir: Gli austro-ungarici attaccano a ovest e gli italiani avanzano a est della città.

 Fronte asiatico ed egiziano

  • I turchi affrettano la ritirata a nord delle posizioni a Mushaidiya (32 km. a nord di Baghdad).
  • Alcune avanguardie britanniche arrivano a una cinquantina di km. a nord-est di Baghdad.
  • Combattimenti sulla riva ovest del Tigri.
  • Gli Italiani rioccupano El Assa, nella Tripolitania occidentale.

Parole d'epoca

Fiori di trincea. Diario vissuto da un cappellano di fanteria

di Don Giovanni Folci

Mi sento molto bene, ho riposato ottimamente. Alle otto ho terminato di celebrare. Scambiate alcune chiacchiere col reverendissimo prevosto, lo salutiamo e via, a casa. Le vetture sono pronte. Giuseppe, mio padrino, Mario e Annunciata, prendon posto sul barroccio e ci precedono. Mamma Candida, Giannina, zio Pietro, io e fratello Giuseppe ci mettiamo sulla carrozza che muove pure. Ho baciato papà ripetutamente. Mi ha benedetto. Piange, ora, e con lui tutti di casa che restano a guardarci fino a tanto che la svolta della via non ci abbia tolti alla loro vista. Il tempo è bellissimo, l'aria un po' fredda. A Malnate faccio prima una corsa in chiesa a salutare don Severino, poi riveggo tutti i parenti quindi recami alla stazione con tutta la comitiva. Mi separo anche da Giuseppino che mi abbraccia e mi bacia e mi raccomanda di ricordarlo sempre. Povero fratello mio! Eccoci in treno. Il Sacro Monte e Campo dei Fiori si allontanano dolcemente. Mando un saluto alla Vergine mia, mentre nell'animo va destandosi una lotta aspra d'affetti. Quanti addii, quanti abbracci e baci, quanti arrivederci, quante strette di mano! Tutti che mi amano, vidi piangere, ancora una lagrima non ha solcato il mio ciglio. Il sacrificio lo sento, forte,
inesorabile. L'ho assunto volontario, non vi verrò meno.

DAL FRONTE

Nella giornata del 13 consuete azioni d' artiglieria e piccoli scontri di nuclei nelle valli del Brenta e del Frigido. Prendemmo qualche prigioniero. Sul Carso una nostra pattuglia fece saltare un deposito di esplosivi nelle linee nemiche in vicinanza di Spacapani e le nostre artiglierie distrussero un osservatorio nella zona di Boscomalo. Velivoli nemici lanciarono bombe su Gorizia, facendo qualche vittima nella popolazione.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori