20 Marzo, 1917

Washington risponde picche al Messico

La proposta lanciata dal Messico a Wilson era semplice: interrompere, di comune accordo, ogni scambio commerciale con i belligeranti per affrettare la fine della guerra. Un bel guaio per l’Intesa e un gran favore ai tedeschi, già tagliati fuori dall’economia globale. Ma il 20 marzo gli Stati Uniti rispondono “picche”. Tre le ragioni ufficiali: perché non c’è nessuna speranza di pace in questo momento; perché il tentativo tedesco di coinvolgere Messico e Giappone in una guerra all’America non è un buon biglietto da visita; perché le restrizioni al commercio sono considerate da Washington un’innaturale discriminazione, “business is business”.

A Pietrogrado il Governo provvisorio fa pubblicare il suo manifesto: «Grazie allo slancio del popolo la Russia ha rovesciato il vecchio regime. […] Un regime disgiunto dal popolo, un potere indifferente ai destini della patria e corrotto dall’infamia, dai vizi e dal crudele peso della disorganizzazione. […] È nata una nuova Russia. Il Governo provvisorio considera sacro realizzare i voti della Nazione

e condurre il Paese sulla via della libera organizzazione civile. Il nostro primo dovere è di accordare al popolo tutti gli strumenti per esprimere la propria volontà».

Gli Alleati osservano con ottimismo, ma pensierosi, il nuovo palcoscenico francese. «Il bronzo tedesco al momento si è liquefatto e scorre verso l’interno, come il reflusso di una marea, tra il gorgogliare di mitragliatrici e il sollevarsi di sinistre fumee di incendi. Presto o tardi si rapprenderà per formare una dura barriera, ma per ora non ve n’è segno». L’intero dipartimento dell’Oise è stato liberato, ma la sfida è capire cosa abbia in mente Hindenburg: gli uomini risparmiati con l’accorciamento del fronte come verranno usati? La Germania colpirà duro le debolezze orientali, approfittando della rivoluzione russa, o il suo piano è più imprevedibile? Per molti giornali è un rimuginare ossessivo. E come tutte le ossessioni, il rischio è di sconfinare nel patologico: ecco riaffacciarsi le teorie di un’offensiva su Calais e quelle ancor più fantasiose di uno sbarco in Inghilterra. La maggioranza dei commentatori concordano però su un punto: «La guerra di trincea è ormai finita. Il fronte di battaglia rimarrà rigido solo su poche posizioni cardinali, diventando elastico tra l’una e l’altra. […] Gli eserciti, sprofondati nel suolo da trenta mesi, stanno per uscirne. La mobilità sarà il carattere delle prossime grandi azioni».

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Proclamazione del Governo provvisorio russo. Un manifesto ufficiale al popolo invita a collaborare all’opera di emancipazione nazionale.
  • Vittime a Pietrogrado: 2.500 circa.
  • Annullata la nomina del Granduca Nicola a Comandante supremo delle forze armate russe.
  • L’ex Zar passa in rassegna le truppe, sollecitando la lealtà al Governo e la continuazione della guerra.
  • Nuovo Governo francese presieduto da RibotPainlevé è il Ministro della guerra.
  • Pubblicata una nota degli Stati Uniti indirizzata al Generale Carranza (Messico).
  • Dibattito sui Dardanelli alla Camera dei Comuni; Asquith difende Lord Kitchener.
  • Prima conferenza a Londra del «Gabinetto di guerra Imperiale». Innovativa la partecipazione dei rappresentanti dei Dominions e delle Colonie.
  • Gran Bretagna: formato il Ministero del servizio Nazionale.
  • Sviluppi importanti del Board of Trade: si pensa di instaurare una Corporazione del commercio britannico, con lo scopo di formare una Trade Credit Bank per lo sviluppo del commercio britannico all’estero. Carenza di petrolio e carbone.

  • Alla fine di febbraio le perdite tedesche riportate sarebbero di 4.148.163.

Fronte occidentale

  • Nonostante il brutto tempo, i britannici avanzano verso Cambrai e Saint-Quentin: 14 villaggi occupati.
  • I francesi prendono Tergnier e attraversano il canale di Saint-Quentin.
  • Le storiche rovine di Château de Coucy fatte saltare dai tedeschi.
  • I francesi prendono il nodo ferroviario di Jussy (est di Ham).
  • Liberato interamente il dipartimento dell’Oise.

Operazioni navali

  • La nave ospedale inglese “Asturias” silurata senza avvisi nella notte fra il 20-21 marzo: 41 perdite.

Parole d'epoca

Il somarello

di Alfonso Onofrii, militare

Mi piace ricordare un simpatico particolare, riguardante il servizio di rifornimento di acqua che faceva un somarello, al quale avevano sistemato sul basto un barile di una trentina di litri. Compiva il suo lavoro da solo, seguendo sempre lo stesso percorso. Partiva da un punto della retrovia, dove un soldato gli riempiva il barile, raggiungendo la trincea con lentezza, ma con regolarità. Era ben voluto dai soldati, i quali, quando giungeva, gli offrivano sempre del pane e qualche zolletta di zucchero. Dopo qualche minuto lo avviavano nuovamente verso la retrovia. Le poche volte che prestai servizio ad un posto di guardia sulla strada ebbi occasione di incontrare il somarello, che continuava il suo servizio, anche quando le granate scoppiavano relativamente vicino. Fu anche ferito da un proiettile, ma guarì e continuò a svolgere il suo lavoro da solo, per il bene di tanti soldati, che ricambiavano come potevano la sua benefica attività.

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano

DAL FRONTE

L' attività delle artiglierie va aumentando lungo tutta la fronte. Nella giornata del 19 si ebbero azioni più intense sul Tonale (Valle Camonica), nella zona del Pasubio, sull' Altipiano di Asiago, nel settore di Tolmino, ad oriente di Gorizia e sul Carso. Sono segnalati vivi scontri di nuclei in ricognizione. Sulle pendici di Dosso Casina (a sud della depressione di Loppio) un nostro drappello occupò un posto avanzato nemico, impadronendosi di munizioni e materiali. La intensa attività aerea diede luogo a numerosi combattimenti. Un velivolo nemico fu abbattuto sull' Altipiano di Asiago; gli aviatori presi prigionieri.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori