Nivelle attacca
«Chi non è stato al fronte non può capire. Mi sento incapace, col solo sussidio del vocabolario, di far comprendere al lettore cosa sia stato il bombardamento. Varca i limiti entro i quali un uomo normale guarda, ragiona, sente. Ha qualcosa di cosmico».
Ci risiamo: il 16 aprile, alle sei del mattino e dopo giorni di cannoneggiamenti inauditi, il Generale Nivelle lancia la sua grande offensiva primaverile. Una prova di forza, un approccio muscolare. I francesi si scagliano sul fronte dello Chemin des Dames, più o meno una quarantina di chilometri tra Soissons e Reims, poco più a nord.
Nivelle è ancora tronfio del successo ottenuto a Verdun, ma dei suoi uomini non ha capito nulla: «Venne letto l’ordine del giorno. Fra le altre sciocchezze, il Generale Nivelle diceva fosse giunta l’ora del sacrificio. Leggere queste assurdità patriottiche non riscosse il minimo entusiasmo, anzi, ci demoralizzò». I soldati, sgomenti, vedono sì il sacrificio, ma lo reputano inutile. Sono convinti di andare incontro solo a nuove sofferenze e a una morte atroce.
L’offensiva non è una sorpresa per nessuno: la preparazione è stata palese e Nivelle è un Comandante che parla tanto, anche troppo. I tedeschi aspettano il nemico e tengono le riserve al sicuro. I francesi penetrano la prima linea verso Craonne, ma restano inchiodati lì, nel fango e nella nebbia. Le perdite saranno tremende.
Doveva essere l’azione risolutiva, sarà più simile a un mortifero flop.
Nelle capitali Alleate si ritiene la fine della guerra quasi dietro l’angolo. Le aperture austro-tedesche a una pace separata con Pietrogrado sono viste come un segno di debolezza, così come i grandi scioperi di Berlino e Lipsia: «Gli Imperi centrali sono esausti e lanciano un’esca, l’ennesima truffa. La loro pace è solo una suggestione. La Russia rifiuterà il pacco».
Nella tarda serata gli sbuffi di fumo si nascondono nell’oscurità, lo stridere dei freni disturba i timpani della trepidante folla sulla banchina. Dal treno appena giunto alla stazione “Finlandia” di Pietrogrado scende Vladimir Lenin. La Storia mondiale sta per prendere una piega visibile ancora oggi. E la statua del grande leader davanti alla stazione è lì a ricordarcelo. Ad accogliere Lenin c’è un altro personaggio di un certo spessore: Joseph Stalin non sarà il più fulgido esempio di democrazia e tolleranza e scaverà un solco ancora incolmabile tra la Russia e il mondo occidentale. Le prime parole di Lenin sono un omaggio al compagno Liebknecht e un affondo sulla Germania, comunque il nemico pubblico numero uno.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Lenin arriva a Pietrogrado.
- Scioperi a Berlino e Lipsia per la distribuzione del cibo.
- Disposizioni inglesi sul cibo: fissato il prezzo di frumento, orzo e avena. Requisito l’orzo dal Food Controller.
Fronte occidentale
- La grande offensiva primaverile di Nivelle inizia con la seconda battaglia dell’Aisne: i francesi prendono le prime posizioni tedesche fra Soissons e Craonne, le posizioni a sud di Juvincourt e avanzano sulla linea del Canale dell'Aisne fra Loivre e Courcy.
- A Diksmuide le truppe belghe penetrano sino nelle seconde linee tedesche, trovandole evacuate.
Fronte asiatico ed egiziano
- I britannici avanzano verso Istabulat (circa 20 km. a sud-est di Samarra).
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 690 - 16 APRILE 1917 - ORE 18:00
Sulla fronte Tridentina persistenti bufere di neve limitarono ieri la nostra attività ad azioni di nuclei di fanteria, che respinsero in più punti pattuglie nemiche.
Nell' Alto But, all' alba di stamane un nostro riparto a mezzo di galleria nella neve, irruppe in un trinceramento nemico, a nord di Freikofel, inflisse perdite ai difensori e s' impadronì di armi e di munizioni.
Nella zona di Tolmino la notte sul 15 un'irruzione nemica nelle vicinanze di Cigini fu dai nostri subito ributtata.
Ad oriente di Gorizia e nella Valle del Frigido la nostra artiglieria eseguì ieri efficaci concentramenti di fuoco sulle retrovie del nemico.
Generale CADORNA
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