27 Maggio, 1917

In Russia cala anche la produzione

Nella cacofonia russa mancava una voce, quella dell’ex Ministro degli esteri Miljukov, l’uomo degli stretti, su cui insiste: «La formula “senza annessioni né indennità” è troppo vantaggiosa per i nostri nemici. Gli Imperi centrali sarebbero lieti di non dover pagare le conseguenze delle loro nefandezze. La questione non è sapere se i Dardanelli saranno russi o neutri, ma se saranno russi o tedeschi». Il futuro di Costantinopoli resta un pallino “dell’imperialista” Miljukov.
Anche il Generale Alekseyev entra a gamba tesa sugli scopi della guerra: «La frase “pace senza annessioni né indennità” è utopica». Pandemonio. La stampa socialista si scaglia contro il Capo di Stato maggiore, compreso chi appoggia il Governo provvisorio. “Qualcuno dovrebbe rimetterlo al suo posto”.
In questo clima da far west i bolscevichi sono avversati da tutti, ma il consenso cresce. Cresce anche grazie alla Pravda, l’organo leninista: «Il Governo parla tanto di ristabilire una disciplina di ferro, ma questa è solo il morso che la borghesia vuole imporre». E le schermaglie dialettiche sono nulla.

Pietrogrado deve affrontare ogni giorno nuovi problemi. La produttività è in calo, le tensioni tra operai e industriali schizzano alle stelle. I primi chiedono un cospicuo aumento dei salari, una riduzione dell’orario a otto ore e qualche altro diritto, tipo un’assicurazione su infortuni e malattie; gli altri si appoggiano al momento storico e definiscono “inaccettabili le esorbitanti richieste”. Il Governo, preso in mezzo, studia i rimedi.
I giornali occidentali sono sempre più allarmati: «Invece di portare la pace interna, la rivoluzione sta scatenando un nuovo conflitto intestino». Già, si corre verso il “tutti contro tutti”.

«È l’ondeggiare di un mare in tempesta, il montare di una marea turbolenta». La frase potrebbe accostarsi bene anche alla Russia, ma in realtà si riferisce al fronte italiano. Luigi Ambrosini ne tratteggia descrizioni epiche, roba da Iliade, ma lascia lì anche un commento più realista, riassumo: “Abbiamo sfondato delle linee, ma non il fronte; abbiamo ottenuto un successo, ma non la vittoria. Quelle erano storie d’altri tempi, di quando gli eserciti erano più piccoli, si affrontavano in campo aperto e le battaglie duravano al massimo pochi giorni”.
Il 27 maggio l’avanzata italiana c’è, ma è sempre più contrastata, i progressi sono locali e poco profondi, nonostante arrivino a toccare la terza linea asburgica. Dall’Inizio della decima battaglia dell’Isonzo gli austro-ungarici rivendicano 13.000 prigionieri, noi 22.000.
Sul fronte occidentale succede poco, anche perché i francesi non hanno nessuna intenzione di combattere: molti soldati salutano gli orrori dello Chemin des Dames e se ne vanno nelle retrovie.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Principe di Udine e Guglielmo Marconi, recatisi con la Missione italiana a portare una corona di bronzo sulla tomba di Washington, pronunciano nobili discorsi.
  • È annunciato che 600 quotidiani tedeschi avrebbero cessato la pubblicazione dall’inizio della guerra.

Fronte occidentale

  • Si estendono le serie di ammutinamenti nei reparti francesi.
  • Piccole azioni vicino Moronvilliers e sui fronti di Verdun e dell’Alsazia.

Fronte italiano

  • Gli italiani prendono San Giovanni (Carso, terza linea asburgica) e attraversano il fiume Timavo; perdono e riguadagnano la Collina 126 a est di Gorizia. Gli austro-ungarici reclamano 13.000 prigionieri.

Operazioni navali

  • I tedeschi minacciano di affondare a vista tutte le navi ospedale nel Mediterraneo.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 730 - 27 MAGGIO 1917 - ORE 18:00

Nella quarta giornata dell’aspra battaglia sul Carso, le nostre truppe, con nuovi tenaci sforzi, ampliarono il possesso delle posizioni occupate nel tratto più meridionale dell’altipiano e mantennero nei rimanenti settori  le conquiste fatte nei giorni innanzi.
Dall’alba a sera durò intenso il duello delle artiglierie su tutta la fronte d’attacco. Nel pomeriggio, tra il mare e Jamano, le nostre fanterie, con successivi impetuosi sbalzi, si spinsero oltre la ferrovia da Monfalcone a Duino, nel tratto a nord-est di S. Giovanni, ed espugnarono la unitissima altura di quota 145, a sud-ovest di Medazza, stabilendosi saldamente a qualche centinaio di metri dal paese.Nel corso dell’azione alcuni reparti, con risolute puntate, giunsero fino sui pezzi nemici e s’impadronirono di una batteria da campagna su sei cannoni, con abbondante munizionamento. Presero 812 prigionieri, dei quali 34 ufficiali.


A nord di Jamiano attacchi e contrattacchi si succedettero violenti per tutta la giornata, sostenuti dal fuoco delle artiglierie; rinsaldammo l’occupazione sulle alture ad oriente di Boscomalo. Anche l’abitato di Castagnevizza fu raggiunto e sorpassato; ma incessanti concentrici fuochi di numerose batterie nemiche, c’indussero poi a sgomberare il villaggio, tenendone il margine occidentale.
Nella zona ad est e a nord di Gorizia, intense azioni delle artiglierie: la nostra bombardò le conche di Gargaro e di Britovo, già centri di rifornimenti per l’avversario.
Nel settore di Plava le fanterie della brigata “Udine” (95° e 96° regg.) conquistarono di slancio le alture alla testata del vallone di Palliova, collegando le nostre linee di Monte Cucco a quella sulla Quota 363. Presero 438 prigionieri, di quali 10 ufficiali; un cannone, due lanciabombe e sette mitragliatrici.
I nostri velivoli rinnovarono ieri felici azioni di bombardamento, sulle retrovie nemiche; la stazione ferroviaria di Santa Lucia di tomino fu colpita in pieno. Gli aviatori ritornarono tutti ai loro campi. In combattimento aero su Bitrovo fu abbattuto un vlivil nemico; un altro colpito dai nostri tiri, cadde, incendiandosi, verso Vertoiba.

Generale CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori