C’è l’accordo a Pietrogrado
Per una volta sono tutti d’accordo: il 4 agosto il Primo Ministro russo Kerenskij ritira le dimissioni. C’è voluta l’intera notte in bianco, ma la riunione convocata dal Governo con i capipartito, i rappresentanti della Duma e i delegati di operai, soldati e contadini ha dato i suoi frutti. Ora bisogna solo appianare le divergenze e architettare il nuovo Gabinetto. Una la condizione: il Governo dovrà godere di una perfetta libertà e della completa indipendenza dalle pressioni esterne. Kerenskij accetta di corsa, non poteva sperare di meglio.
Intanto i socialisti continuano a lavorare all’organizzazione della Conferenza internazionale di Stoccolma, sempre lei; prevista a luglio e posticipata a metà agosto, ora sarebbe slittata a settembre. Innanzi tutto alcune idee non coincidono: i russi vorrebbero l’obbligo per tutti di rispettare le risoluzioni adottate a maggioranza; inglesi e francesi non ci pensano nemmeno e propongono una semplice funzione “consultiva”, a meno che non ci sia completa unanimità, ipotesi surrealista data l’impossibilità di conciliare le varie correnti, tipo bolscevichi e mussoliniani.
Ma il problema principale non è neanche quello, è il solito: la presenza degli austro-tedeschi, requisito non secondario per parlare di pace. I francesi si spaccano, ma la maggioranza decide di partecipare, purché siano specificate le responsabilità degli Imperi centrali nello scoppio della guerra. In Inghilterra i laburisti sono in alto mare.
Ma a prescindere dai desideri dei Partiti, non è detto che i Governi concedano i passaporti. A Parigi Ribot ha già detto “no” e lo ribadisce. Il rifiuto accende una piccante polemica con Renaudel; i socialisti votano contro l’esecutivo. Per Ribot non è un problema di numeri, ma il suo Governo ha un Ministro socialista e a questo punto la poltrona di Thomas è parecchio scomoda.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Russia: Kerenskij ritira le dimissioni su richiesta di tutti i partiti; si lavora per costituire un nuovo Governo.
- La Liberia dichiara guerra alla Germania.
- Il Reali d’Inghilterra presenziano a una cerimonia nell’Abbazia di Westminster per il terzo anniversario della guerra. Re Giorgio invia telegrammi ai Capi di Stato Alleati, confermando l'inflessibile decisione dell’impero britannico di continuare la lotta sino alla vittoria definitiva.
- Londra: in un grande comizio parlano il Premier Lloyd George, il Presidente del Consiglio francese, Ribot, il serbo Pašić e Sonnino, che espone gli scopi di guerra dell’Italia e riafferma la solidarietà con gli Alleati.
- Il Sindacato dei marinai e fuochisti inglesi dichiara di boicottare ogni nave su cui provassero a imbarcarsi i delegati per la Conferenza socialista di Stoccolma.
- Il Barone di Broqueville si dimette da Ministro della guerra belga e succede al Barone Beyens come Ministro degli esteri. Il Luogotenente generale A. de Ceuninck viene nominato Ministro della guerra.
Fronte orientale
- I russi si radunano e attaccano gli austro-tedeschi sul fiume Zbruč; altrove continuano la ritirata.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 798 – 4 AGOSTO 1917 - ORE 18:00
Durante la giornata di ieri si sono rinnovate su tutta la fronte saltuarie azioni di artiglieria e piccoli scontri fra elementi esploranti.
Due puntate offensive di maggiore importanza effettuate da nemico nella notte sul 3 e in quella del 4, rispettivamente ad est di Vertoiba inferiore e sul monte Rombon, fallirono completamente sotto il nostro fuoco e per la vivace reazione delle truppe che occupavano quelle nostre posizioni avanzate.
Nei combattimenti aerei del giorno 2 venne abbattuto un terzo velivolo nemico, oltre i 2 già segnalati.
Nella scorsa notte nostre squadriglie aeree hanno ripetuto il bombardamento dell’arsenale e le opere militari di Pola. Favoriti della leggera foschia, che ostacolava l’opera dei riflettori e il tiro della difesa, i nostri arditi aviatori lanciarono con precisione sugli obiettivi 8 tonnellate di bombe ad alto esplosivo, causando vaste distruzioni e violenti incendi, che poterono osservare prima di rientrare incolumi ai propri campi.
Generale CADORNA