Torino si agita
I tedeschi ci provano di notte: respinti con perdite. A Verdun il 21 agosto è un’altra giornata francese. Côté de l'Oie, Regnéville, Samogneux e un paio di alture tornano a cantar la marsigliese; la celeberrima quota 304 vacilla. Anche i britannici rinnovano la pressione attorno a Lens, ma i risultati sono più modesti.
Berlino difende a occidente e torna a colpire a oriente. Questa volta tocca al nord: i tedeschi puntano Riga; i russi evacuano le linee tra le paludi del Tirul e il fiume Aa, oggi Lielupe.
Capitolo Isonzo. A Tolmino va male: nonostante il Generale Capello si sia incaponito, e non è la prima volta, non si riesce a cavare un ragno dal buco o quasi; lì l’offensiva si ferma. Sul Carso fatichiamo a mantenere le nuove posizioni, ma i risultati migliori arrivano proprio dove speravamo, verso l’altopiano della Bainsizza. Impressionante il supporto dell’aviazione: i bollettini parlano di oltre 200 aerei impiegati.
Ma di impressionante c’è anche quanto accade a Torino. Le panetterie non hanno farina e le autorità hanno ripetuto per giorni di stare tranquilli: “Cause transitorie”, “inconvenienti”, “problema in via di risoluzione”.
Scoppiano le proteste. Dalle proteste si passerà allo sciopero generale, poi alle manifestazioni rabbiose contro la guerra e a quel punto è un attimo trovarsi immischiati in scontri con le forze dell’ordine. Ci saranno morti e feriti, ma non lo si può raccontare. La Stampa scriverà il giorno dopo: «Omettiamo la cronaca per risparmiare la fatica alla censura».
Per gli amanti del “mal comune, mezzo gaudio”, dalla Svizzera rimbalza una notizia sull’Austria, dove il costo della vita sarebbe aumentato del 349%.
Torniamo a Berlino, perché al Reichstag Michaelis parla della nota papale. Il Cancelliere ci tiene a puntualizzare l’estraneità tedesca al documento. “È tutta farina del Santo Padre”. La seconda dichiarazione è molto diplomatica: «Noi guardiamo con simpatia a qualsiasi onesto tentativo di portare la pace». Ma Michaelis si tiene alla larga dall’esprimere un giudizio sostanziale sulle proposte; i dettagli andranno prima analizzati insieme a Vienna. Come dire: “Il Papa fa il suo mestiere, noi faremo il nostro”.
Politica protagonista anche in Inghilterra, dove i laburisti confermano la volontà di partecipare a Stoccolma e votano di chiedere comunque i passaporti al Governo. Nessuna conseguenza per l’unità nazionale: per ora il Partito non esigerà le dimissioni dei laburisti a capo di un Ministero.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Cancelliere tedesco Michaelis dichiara alla Commissione del Reichstag che, pur non avendo legami con la nota papale, il Governo tedesco plaude agli sforzi del pontefice per porre fine alla guerra e darà una risposta non appena saranno ultimate le relative trattative con gli alleati.
- Disordini a Torino a causa della mancanza di farina.
- Il Partito laburista riafferma la sua decisione di inviare delegati a Stoccolma.
- Istituito in Gran Bretagna il Ministero della ricostruzione.
- Il Parlamento britannico si aggiorna.
Fronte occidentale
- Fronte di Verdun: i francesi prendono Côté de l'Oie, Regnéville (riva occidentale della Meuse) Samogneux e le trincee fortificate che connettono il villaggio alla Hill 344.
- I britannici catturano le posizioni tedesche a ovest e nord-ovest di Lens per un fronte di circa 200 metri.
- Raid degli zeppelin nello Yorkshire: 1 ferito
Fronte orientale
- Comincia l’attacco tedesco sul fronte di Riga. I russi evacuano le loro posizioni fra le paludi del Tirul e il fiume Aa (Lielupe).
- Gli austro-tedeschi attaccano la città di Siret (Bucovina) e prendono una delle alture fortificate.
Fronte italiano
- Nuovi progressi italiani. Oltre 200 aeroplani italiani partecipano alla battaglia e bombardano concentramenti e baraccamenti austro-ungarici nella valle di Chiapovano e sull’Hermada.
- Continua la battaglia nella regione del Carso.
Operazioni navali
- Lo zeppelin tedesco “L.-23” distrutto nel mare del Nord.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 815 – 21 AGOSTO 1917 - ORE 18:00
La battaglia sulla fronte Giulia prosegue ininterrotta. Meravigliosamente tenaci e con azione concorde, le nostre truppe, efficacemente coadiuvate all’estrema ala destra dalle batterie fisse e natanti e dai monitori della Regia Marina, marciano verso il successo che, anche a traverso la non diminuita resistenza nemica si va delineando.
Mentre all’ala nord della vasta fronte la lotta si svolge regolarmente, sull’altipiano carsico e nella zona litoranea, sotto la poderosa pressione delle truppe della 3° Armata, la linea nemica ha cominciato ad inflettersi e cedere in più punti.
Le valorose fanterie del 23° corpo ancora una volta si sono coperte di gloria; le brigate granatieri (1° e 2°) Bari (139° e 140°) Lario (233° e 234°) Piceno (235° e 236°) e Cosenza (243° e 244°) hanno gareggiato in bravura, riuscendo ad oltrepassare le poderose difese nemiche fra Corite e Selo, verso la forte posizione di Stari Lokva.
261 nostri velivoli hanno volato sopra il campo di battaglia: truppe ammassate tra Selo e Comeno e sulle falde orientali dell’Hermada sono state fulminate; gli impianti del nodo ferroviario di Tarvis e intensi movimenti nemici ivi segnalati furono colpiti con 5 tonnellate di bombe ad alto esplosivo. Un nostro apparecchio da caccia non fece ritorno al proprio campo. Un velivolo nemico venne abbattuto.
Fino a ieri sera il numero complessivo di nemici passati dai posti di concentramento era di 243 ufficiali e 10.103 uomini di truppa. Altri numerosi prigionieri feriti sono stati ricoverati negli ospedali da campo.
Nella notte sul 20 e in quella scorsa il nemico ha eseguito a scopo diversivo concentramenti di fuoco e tentativi di attaccare parziali su vari tratti delle fronti Tridentina e Carnica, fu ovunque respinto. Un suo reparto d'assalto venne immediatamente annientato in Val Lagarina ed un altro che era riuscito a porre piede in un nostro posto avanzato a sud-est di Monte Maio, ne venne scacciato dopo un pronto contrattacco.
Generale CADORNA