Udine austro-tedesca
«Era un ameno luogo di villeggiatura. Oggi è una vittima squallida della guerra, il cadavere di una città giacente a terra». Gradisca veniva descritta così a marzo del 1916. Ora sta anche peggio: gli italiani, in ritirata, si sono premurati di non lasciare nulla di utilizzabile agli austro-tedeschi, come vuole il buon senso. I resti fumanti della città vengono occupati il 29 ottobre, come Cormons e soprattutto Udine, fino a pochi giorni sede fa del nostro Quartier generale.
L’Italia resta appesa a un filo. Gli ordini sono arrivati, ma il caos post-Caporetto non è affare da placarsi in un baleno. Con reparti ancora in rotta e altri impegnati a coprire la ritirata, per il nostro esercito saranno giorni durissimi: le perdite, in particolare i prigionieri, schizzeranno alle stelle.
I giornali ignorano, o fingono di ignorare, l’esondazione austro-tedesca nelle pianure del Friuli. «In qualunque caso l’estensione del terreno da abbandonare non sarà molto vasta».
Vienna e Berlino sperano anche di tirare una mazzata decisiva al cosiddetto fronte interno e dalla politica italiana arrivano le primissime reazioni, ma vanno nella direzione opposta. I cattolici, sul piede di guerra con Sonnino dopo l’indiretto attacco al Papa, si dicono pronti a collaborare senza riserve; stesso atteggiamento persino dai socialisti ufficiali, pronti a cooperare per il bene del Paese, senza però partecipare al nuovo Governo.
Se dal punto di vista militare l’offensiva è fin qui un successo, per Vienna c’è un costo politico: l’Austria-Ungheria ha dovuto pregare l’aiuto dei tedeschi anche sul fronte italiano, ha dovuto rinunciare all’ultimo lembo di autonomia, ha dovuto certificare il suo “vassallaggio”, la sua subordinazione completa all’egemonia berlinese. Vienna è il numero “due”, senza “se” e senza “ma”.
Le difficoltà italiane non possono lasciare indifferenti Londra e Parigi, gli Alleati hanno il dovere di inviare soccorsi: i primi contingenti di uomini e materiali lasciano il fronte occidentale diretti al confine.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Francia e Inghilterra proclamano il dovere degli Alleati di aiutare l'Italia.
- Continuano i disordini in Russia; il Governo proclama lo stato di guerra in parecchie città e distretti.
- Il Cancelliere tedesco Michaelis rassegna le dimissioni.
- Il Parlamento inglese ringrazia la marina e l'esercito.
Fronte occidentale
- Dunkerque, Calais e Belfort bombardate.
- Respinto un tentativo di raid aereo sull'Essex.
Fronte orientale
- Respinto attacco tedesco nelle regioni di Riga, Janinzen e Skuli.
Fronte italiano
- Gli italiani ripiegano sulle posizioni prestabilite. La rottura dei ponti dell'Isonzo e l'azione efficace dei reparti di copertura rallentano l’avanzata del nemico.
- I tedeschi catturano Udine, ex Quartier Generale Italiano.
- Gli austro-tedeschi respingono gli italiani lungo il fronte della Carnia.
Fronte d’oltremare
- Il Generale Northey cattura Liwale; i tedeschi vengono spinti a sud-est.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 925 – 29 OTTOBRE 1917 - ORE 18:00
I movimenti ordinati dal Comando Supremo si compiono regolarmente. Le truppe incaricate di fronteggiare l’avversario, adempiono il loro dovere, rallentando lo sbocco in piano delle forze nemiche.
Generale CADORNA