Tra Rapallo e Pietrogrado
Tre superbi emblemi della Russia, splendide icone di Pietrogrado, tre simboli dello zarismo e del potere. Il 7 novembre i bolscevichi si impossessano del Palazzo della Tauride, sede della Duma; del Palazzo di Maria, sede del neonato Consiglio della Repubblica; del Palazzo d’Inverno, dove l’irruzione dei rivoluzionari porta a un breve scontro a fuoco e all’arresto dei membri del Governo. Non tutti. Un ufficiale serbo è riuscito a lasciare Pietrogrado, ma quello è solo un travestimento: sotto i panni militari si nasconde Kerenskij.
A spalleggiare i bolscevichi nell’assedio al Palazzo d’Inverno c’è l’incrociatore Aurora, intimidatorio, ha minacciato di aprire il fuoco su eventuali resistenze e, per far capire la serietà delle intenzioni, ha sparato un colpo a salve.
A mezzanotte la capitale è caduta e lo ha fatto senza battere ciglio. Vladimir Lenin è proclamato Presidente del Consiglio dei commissari del popolo, mentre il Comitato rivoluzionario annuncia “tutto il potere al Soviet”, lo scioglimento del Parlamento provvisorio e la prossima convocazione della Costituente.
Non sarà San Pietroburgo, ce ne sono poche di San Pietroburgo al mondo, ma a Rapallo la Storia è comunque passata più volte. Il convegno tra i vertici politico-militari di Italia, Francia e Gran Bretagna si è concluso, ne è uscita fuori la creazione del Consiglio Supremo Alleato di guerra, un organismo permanente per valutare e coordinare meglio le operazioni e il famigerato “fronte unico”, ma, ben inteso, senza reali poteri esecutivi. Viene decisa anche la creazione di una “riserva comune”, da dislocare secondo le emergenze.
L’Italia sarà rappresentata al Consiglio Supremo Alleato dal Generale Cadorna. Anche Lloyd George avrebbe chiesto la sua testa, piazzarlo lì è il modo migliore per silurarlo senza ricorrere a buffonate tipo “problemi di salute”.
Da due anni e mezzo cercavamo di convincere Francia e Inghilterra di essere una grande potenza, proprio come loro. Londra e Parigi, scettiche e realiste, non ci sono mai cascate. Ma fino a Caporetto avevamo una carta a nostro favore: eravamo gli unici a combattere in territorio nemico e a non aver chiesto grossi aiuti militari, ora non più.
Al fronte l’esercito italiano continua la sua ritirata: raggiunge il fiume Livenza e sgombera il Cadore; gli austro-tedeschi seguono a ruota.
Prosegue l’avanzata britannica in Palestina: Gaza è conquistata e superata di circa dodici chilometri verso nord.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La rivoluzione bolscevica prende il potere.
- La conferenza di Rapallo decide per la creazione di un Consiglio Supremo Alleato di guerra per il fronte occidentale.
- Pubblicata la nota di un accordo fra U.S.A. e Giappone sui rispettivi interessi in Cina.
Fronte occidentale
- I britannici consolidano le nuove posizioni a Passchendaele; nessun contrattacco tedesco.
- I tedeschi attaccano i francesi a Chaume Wood (Verdun).
Fronte italiano
- Gli italiani, in ritirata a ovest del Tagliamento e incalzati dal nemico, raggiungono il fiume Livenza e sgombrano il Cadore. I tedeschi reclamano svariate migliaia di prigionieri.
Fronte asiatico ed egiziano
- Cattura di Gaza da parte del Generale Allenby; le truppe britanniche spingono e raggiungono Wadi el Hesi, 12 km. a nord di Gaza. La flotta anglo-francese coopera al largo della costa.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 934 - 07 NOVEMBRE 1917 - ORE 18:00
Data la scarsa difendibilità del Tagliamento, attualmente in magra, abbiamo ripiegato la nostra linea verso la Livenza. Il ripiegamento efficacemente protetto a nord dalle linee di copertura, e a sud da retroguardie, ha potuto compiersi ordinatamente. Nella giornata di ieri e nella notte scorsa velivoli e dirigibili hanno bombardato ripetutamente e con molta efficacia forze nemiche intente al riattamento dei ponti e al passaggio del Tagliamento. Quattro velivoli avversari vennero abbattuti dai nostri aviatori.
Generale CADORNA