La rivoluzione d’ottobre
Quasi tutte le rivoluzioni hanno lo stesso padre e la stessa molla: il pane. Fu così per quella francese, è stato lo stesso per quella di febbraio e lo è per questa. La carestia in Russia non è più sopportabile, si muore d’inedia; la povertà estrema dilaga; l’economia non è solo cadavere, è in decomposizione.
Più sono elevate le speranze, più potente sarà l’eventuale delusione. E la rivoluzione sta mantenendo ben poche promesse. Per Lenin e Trockij è il momento di agire; ora sono abbastanza forti e organizzati. Gli insorti bolscevichi si muovono con la sera, non a casaccio, come in passato, ma secondo un piano prestabilito: gli obiettivi strategici di Pietrogrado vengono occupati con precisione “militare”. Entro la mezzanotte controllano banche, ponti, stazioni, poste e telegrafi e la centrale elettrica. Il tutto senza spargimento di sangue, la città è tranquilla, i soldati si rifiutano di intervenire, la resistenza è nulla. Il Governo provvisorio si rifugia nel Palazzo d’Inverno, subito assediato.
La rivoluzione di ottobre è iniziata. Sì, lo so, saremmo a novembre, i russi hanno però una passione per il calendario giuliano e siccome la rivoluzione è la loro, si chiama d’ottobre e cade il 24. Non ci sono santi.
Svariate ore prima, all’alba del 6 novembre, i britannici lanciano un nuovo attacco sul crinale di Passchendaele e questa volta i canadesi conquistano il paese. Tra i decorati c’è Francis Pegahmagabow, per i commilitoni solo “Peggy”, evidentemente poco avvezzi agli scioglilingua. Peggy non è un soldato qualunque, è un nativo americano, un indiano d’America. Pare sia stato anche il più letale cecchino della Grande Guerra, accreditato di 378 uccisioni. Il suo nome ojibway è Binaaswi, qualcosa tipo “Il vento che soffia”. Come il vento, non lo vedi, ma si fa sentire: è uno scout eccezionale, scivola nella terra di nessuno, osserva e aspetta i tedeschi. Dicono fosse protetto dalla sua spiritualità particolare ed essendo sopravvissuto a oltre tre anni di Grande Guerra qualcosa di vero dovrà pur esserci.
Quello di Passchendaele non è l’unico successo britannico di giornata. Dopo giorni di depistaggi, in Palestina viene lanciato l’attacco vero e proprio: gli uomini del Generale Allenby vincono la battaglia di Tel el Khuweilfe, 18 km. a nord di Be’er Sheva. Anche Gaza sta per cadere, i turchi si ritirano.
Momentaccio per Costantinopoli: in Mesopotamia viene persa Tikrit.
Sul fronte italiano, mentre il nostro esercito continua la ritirata, gli austro-tedeschi occupano Maniago e soprattutto Pordenone.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- I massimalisti sfidano il Governo e avviano la rivoluzione. Il Comitato del Soviet di Pietrogrado occupa il telegrafo, il telefono, la stazione e quasi tutti gli uffici pubblici.
- Conferenza di Rapallo (vicino Genova) fra gli uomini di Stato e Generali Alleati sulla critica situazione italiana.
- A Berlino si tiene un grande Consiglio di guerra, presieduto dall'Imperatore Guglielmo II, per esaminare la situazione militare ed estera creatasi dopo gli avvenimenti nord-orientali e italiani.
- Dibattito sugli obiettivi della guerra alla Camera dei Comuni inglese.
Fronte occidentale
- I britannici lanciano all’alba un attacco sulla cresta di Ypres.
- I canadesi catturano Passchendaele.
Fronte orientale
- Scontri limitati sui fronti russi.
Fronte italiano
- Gli italiani, nuovamente in ritirata, abbandonano il Tagliamento; le truppe austro-tedesche raggiungono Maniago.
- Gli austro-tedeschi passano il Tagliamento in parecchi punti. Le truppe italiane si ritirano dalla Carnia.
- Nuovi attacchi austro-tedeschi in Trentino.
Fronte asiatico ed egiziano
- Palestina: i britannici del Generale Allenby vincono la battaglia di Tel el Khuweilfe, 18 km. a nord di Be'er Sheva.
- Mesopotamia: i britannici, guidati dal Generale Maude, occupano Tikrit.
DAL FRONTE
Il nemico, pur continuando a insistere nella maggiore pressione dall'alto Tagliamento verso la nostra ala sinistra, ha fatto anche avanzare forze in direzione del medio e basso corso del fiume; elementi di avanguardia avversari, venuti a contatto con reparti della Brigata Granatieri a sud-est di San Vito al Tagliamento, furono respinti.
Alcuni tratti di territorio da noi dovuti sgombrare nella zona montana per necessità di schieramento furono occupati dall'avversario dopo il ripiegamento delle nostre truppe.
Un velivolo nemico venne abbattuto questa mattina nel cielo di Nervesa.
Firmato: CADORNA