“Fino all’ultimo uomo”
Citando una famosa serie TV: «Vienet’ a piglia’ ‘o perdono». Il 12 aprile il Kaiser Guglielmo II risponde all’Imperatore Carlo. Lo ringrazia per il telegramma “superfluo” e lo rassicura: «Non dubitai un solo istante della tua solidarietà». La Germania considera chiuso il discorso sulla querelle diplomatica tra Parigi e Vienna, primo perché non è il momento di polemizzare, secondo perché l’Austria-Ungheria ha chinato il capo e si è sottomessa ancora, inevitabile.
Allineati anche tutti i giornali, dove si escludono attriti e si enfatizza la solidità dell’alleanza: «Anche se la lettera fosse autentica, sarebbe datata prima dello sfacelo russo, quando l’esito della guerra doveva valutarsi altrimenti, così come i passi del giovane Monarca. Oggi le condizioni sono mutate. […] Clemenceau parla di prove, ma queste prove a quando risalgono? In quest’epoca un anno è come un secolo».
Nei sobborghi della grande politica internazionale scoppia un altro caso diplomatico. La Romania ha appena annunciato l’annessione della Bessarabia, ma l’Ucraina non ci sta e protesta: quella è roba nostra, ogni mutamento degli antichi confini russo-rumeni è lesivo degli interessi ucraini.
E poi c’è il fronte occidentale. I tedeschi mantengono alta la pressione sulle linee britanniche, in particolare verso Bailleul e Wulverghem; le difese di Nieuwkerke e Messines sono penetrate, gli Alleati arretrano ancora. E inizia la tanto temuta battaglia di Hazebrouck.
Agli eserciti viene letto l’ordine del giorno del Generale Haig: «Mi mancano le parole per esprimere l’ammirazione che provo per la splendida condotta di tutti gli ufficiali e di tutti i soldati britannici. Molti di noi sono stanchi. Ma la vittoria apparterrà a chi resisterà più a lungo. L’esercito francese si muove in nostro aiuto. Con le spalle al muro e convinti della giusta causa, il nostro solo dovere è combattere sino all’estremo, fino all’ultimo uomo. Non abbiamo altra alternativa: dobbiamo difendere ogni posizione. Non ci possiamo ritirare. Dalla condotta di tutti noi dipende la sicurezza delle nostre case e i destini dell’umanità».
Londra ha capito: la Germania punta sulla sconfitta inglese per vincere la guerra. Il Times riassume così il momento: «Sarebbe poco saggio menomare la gravità dell’ultimo colpo nemico e la minacciosa situazione. Le nostre truppe si trovano, ancora una volta, ingaggiate in un disperato conflitto».
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Governo ucraino protesta contro l’annessione della Bessarabia alla Romania.
- L’Imperatore Guglielmo II risponde a Carlo I d'Asburgo che non ha mai dubitato della sua fedeltà e che le smentite sono perciò superflue.
- Germania: il “Food Dictator” afferma che non ci si può aspettare una soluzione soddisfacente della situazione economica.
- La Convention irlandese approva l'accordo sul progetto dell'autonomia per l’Irlanda e delibera di trasmetterne la relazione al Primo Ministro inglese.
- Manpower Bill: il servizio militare per l’Irlanda viene approvato con una maggioranza di 165.
- Pubblicato il report di Sir H. Plumer sul fronte italiano.
- Olanda: le truppe sedano le rivolte per il cibo.
Fronte occidentale
- Sir Douglas Haig emana uno speciale ordine del giorno (firmato l’11).
- Comincia la battaglia di Hazebrouck (Lys).
- Forte pressione tedesca, specialmente a Bailleul e Wulverghem; Nieuwkerke e Messines penetrate.
- Finora sono state ingaggiate 110 divisioni tedesche.
- Nella foresta di Apremont i franco-americani respingono continuamente attacchi tedeschi.
- Raid aereo su Parigi, un velivolo viene abbattuto a Compiègne.
- Raid degli Zeppelin tedeschi sulla Gran Bretagna: 7 morti, 20 feriti.
Fronte meridionale
- In Macedonia vengono respinti due colpi di mano tentati dai bulgari durante la notte, uno sul fronte italiano, l’altro tra i laghi.
DAL FRONTE ITALIANO
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 12 APRILE 1918
Vivaci azioni delle opposte artiglierie in Val Lagarina, sull’Altipiano di Asiago e nella zona del Montello. Efficaci tiri di disturbo di nostre batterie contro lavoratori nemici a Ponte di Piave, San Donà e Revedoli.
Nella zona montana nostri elementi esploranti molestarono l’avversario e riportarono prigionieri.
Un grosso nucleo nemico, che tentava sorprendere un nostro posto avanzato sulle pendici sud del Sasso Rosso, venne prontamente respinto.
Firmato: DIAZ