L’albero dell’affratellamento slavo
È uno dei luoghi più iconici di Praga, piazza San Venceslao, custode e testimone del suo retaggio storico, della sua memoria nazionale, cuore pulsante della Praga attivista, impegnata e militante. È una piazza sui generis, stretta e lunga, chiusa tra due vie; per qualcuno assomiglierebbe agli Champs-Élysées. È da sempre luogo di manifestazioni: quando i cechi hanno qualcosa da dire vanno lì, sotto lo sguardo della statua equestre di San Venceslao, evangelizzatore della Boemia, tanto da diventarne il Santo patrono. Lì, nell’ottobre del 1918, andarono tutti a festeggiare la dichiarazione d’indipendenza; lì Jan Palach si diede fuoco nel gennaio del 1969, come Thích Quảng Đức, il monaco buddista di Saigon, in un estremo gesto di protesta contro l’Unione sovietica e la repressione della primavera di Praga.
Piazza San Venceslao continua a riempirsi anche nel maggio del 1918, vuole la pace, la fine delle persecuzioni politiche, l’indipendenza; la polizia reprime con rigore, la stampa asburgica evita l’argomento. Il 23 maggio la temperatura a Praga resta rovente.
Tra le varie forme di protesta ce n’è una curiosa: la “fiorita patriottica”. Gli abitanti della città nuova, gioiellino di Art Nouveau, hanno chiesto al municipio un gesto simbolico e l’invito è stato raccolto: «Ai piedi del gigantesco tiglio, davanti all’Albergo dell’Oca d’Oro, è stato deposto un letto di fiori bianchi e rossi e i nastri con i colori nazionali boemi. Il tiglio è stato ribattezzato Albero dell’affratellamento slavo».
Da un’indipendenza cercata a una dichiarata: dopo averla votata in Parlamento, la Georgia compie il gran passo e forma un suo Governo a Tbilisi. Ora bisogna capire cosa ne pensano la Repubblica Transcaucasica e l’Impero ottomano, interlocutori obbligati, anche perché ci sarebbe una pace da firmare.
Se dal fronte si ripete «nessun episodio di particolare importanza», qualcosa di singolare è successo in Francia, tanto da far scoppiare una vivace polemica tra Parigi e il Manchester Guardian: i francesi hanno espulso un giornalista inglese per i suoi articoli sulle lettere di Carlo d’Asburgo e la seguente querelle con Clemenceau. Il Guardian brandisce l’arma della libertà di stampa.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Giunge a Roma il Principe di Galles per la commemorazione del terzo anniversario della guerra italiana. Wilson, Poincaré e Lloyd George scrivono telegrammi al Re e a Orlando.
- La Georgia (Caucaso) si proclama indipendente e forma un Governo nazionale.
- U.S.A: decisa la coscrizione nazionale (combattenti o lavoratori) dopo il 1° luglio.
Fronte occidentale
- Attività d’artiglieria a sud dell’Avre.
- Hanno successo dei raid locali Alleati attorno ad Arras.
- Raid francesi sul fronte di Kemmel.
- Scontri di fanteria poco importanti.
Fronte italiano
- Scontri di fanteria sul fronte montano; grande attività aerea.
Fronte asiatico ed egiziano
- Gli arabi attaccano i turchi con successo vicino Abu Naam (130 km. a nord di Medina).
Operazioni navali
- Canale della Manica: silurato e affondato l’incrociatore mercantile armato inglese “Moldavia”, che trasportava truppe americane; 56 morti.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 23 MAGGIO 1918
Sulla fronte montana la consueta attività delle opposte artiglierie e dei nostri reparti esploranti non diede luogo ad episodi di particolare importanza. riparti nemici vennero fugati in Vallarsa. Sulle pendici meridionali di Sasso Rosso si ebbero vivaci scambi di bombe a mano.
Lungo il Piave la lotta delle artiglierie si accentuò ad intervalli. Un attacco alla testa di ponte di Capo Sile venne nettamente ributtato.
A Cavazuccherina un nostro nucleo fugò il presidio di un posto avanzato avversario e ne sconvolse le difese.
Aviatori nostri ed alleati abbatterono tre velivoli nemici e ne costrinsero due ad atterrare. Il campo di aviazione nemico presso Motta di Livenza e truppe e carreggi in marcia sull’Altipiano di Asiago vennero bombardati con risultati efficaci. Il maggiore Baracca ha raggiunto la sua 32° vittoria.
Firmato: DIAZ