Operazione Blücher
“Bravi ragazzi, ottimo lavoro tra Fiandre e Piccardia. Ora vi portiamo sullo Chemin des Dames per farvi riposare”. Idea tutt’altro che disprezzabile quella inglese. Sfiga, perché i tedeschi, il 27 maggio, attaccano proprio lì.
Si parte sempre con un breve bombardamento pesante in piena notte. «Ogni proiettile sembrava mirasse a te personalmente. […] La terra sussultava». Nei bunker gli uomini stanno accalcati, sudati e sigillati a dieci metri sottoterra, con maschere antigas, in un totale e mortificante senso di soffocamento. Quando si muovono i reparti d’assalto tedeschi la difesa Alleata deraglia: i britannici sono troppo malandati per respingere l’urto; i francesi sono schierati male, non in profondità, per voler difendere a ogni costo la tanto sudata prima linea, scompigliata dal bombardamento.
Nel tardo pomeriggio la ritirata, travolta dal panico, sfocia in rotta. L’offensiva tedesca si mangia tutta la cresta dello Chemin de Dames, conquista Craonne, supera di slancio l’Aisne e dilaga verso la Vesle. Tra Soissons e Reims si è aperta una breccia larga decine di chilometri e, in alcuni punti, profonda una ventina. Gli Alleati si vedono cancellate intere divisioni.
A mitigare la giornata dell’Intesa è l’Italia. Roma coglie un paio di successi locali. Per prima cosa completa le operazioni attorno al Tonale, tra giganti di pietra, una regione “estrema” anche per una scampagnata in tempo di pace: «Tra torrioni di aspre rocce, dirupi e ghiacci perenni, interi presidi nemici sono stati annientati o catturati. […] Le nostre truppe hanno affrontato enormi difficoltà con sublime audacia, con sprezzo del pericolo, tenacia e forza di resistenza sovrumana».
La seconda partita vinta è alla testa di ponte di Caposile, sul Piave, a nord-est di Venezia: gli italiani fanno irruzione in tre successive linee di trincee, portando a casa poco meno di 500 prigionieri.
A Baku risuona il definitivo requiem alla Repubblica Transcaucasica. Il primo colpo l’aveva dato l’indipendenza georgiana, il secondo quella armena, quello di grazia lo tirano i tartari, o meglio gli azeri, mancavano solo loro: nasce la Repubblica dell’Azerbaijan.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Roma: il Consiglio dei Ministri approva lo schema del disegno di legge per la costruzione del porto fluviale di Milano e per la navigazione da Milano al Po.
- Il Principe di Galles visita il Papa.
- Il Consiglio nazionale tartaro proclama l’istituzione della “Repubblica dell’Azerbaijan”.
- Pubblicato un interessante incartamento parlamentare sui metodi usati dalla Germania, in passato, per influenzare il commercio inglese.
Fronte occidentale
- Nuova penetrazione tedesca verso Parigi. Dopo duri bombardamenti la Germania effettua un violento attacco sull’Aisne, fra Soissons e Reims. La line Alleata è respinta indietro.
- Comincia la terza battaglia dell’Aisne.
- I tedeschi prendono l’altura dello Chemin des Dames.
- Craonne conquistata nuovamente dalle truppe tedesche.
- Cannoni a lunga gittata bombardano Parigi.
- Piccoli attacchi fra Locre e Voormezele.
Fronte italiano
- Gli italiani assaltano le posizioni asburgiche a Caposile, a nord-est di Venezia.
Fronte meridionale
- Raid aereo inglese a Durazzo (Albania); torpediniera austro-ungarica colpita.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 27 MAGGIO 1918
Nella regione del Tonale i nostri alpini, combattendo in mezzo a difficoltà di terreno, reso aprissimo dai ghiacci e dalla accanita resistenza nemica, hanno consacrato con la vittoria l’alba del quarto anno della nostra guerra. L’operazione, iniziata il giorno 25, è proseguita ininterrottamente nella notte sul 26 e nella giornata di ieri.
La cima Zigolon (3400 metri) col sottostante costone delle Marocche, la cima Presena (3069 metri) quattro volte attaccata con estrema bravura, la Conca dei Laghi di Presena, il Passo del Monticello (2550 metri) e il costone ad oriente di esso vennero strappati al nemico e sono in nostro possesso. Le nostre truppe mostrarono tutte grande ardimento e valore: meritano speciale menzione il terzo reparto di assalto e i battaglioni alpini Cavento, Edolo e Mandrone. Le perdite inflitte all’avversario sono gravi, l’ammirevole cooperazione delle artiglierie e lo slancio dell’attacco hanno reso assai lievi quelle subite da noi. Vennero finora contati 870 prigionieri, fra i quali 14 ufficiali, 12 cannoni, 14 bombarde e mortai da trincea, 25 mitragliatrici, molte centinaia di fucili. Abbondanti materiali di ogni genere sono nelle nostre mani.
In Vallarsa nella notte sul 26 l’avversario attaccò a fondo per ben due volte le nostre posizioni di Monte Corno.
Il presidio, sostenuto dall’artiglieria, inflisse agli assalitori numerose perdite: passate poscia al contrattacco, le mise in fuga.
Il Val Posina e sulle pendici meridionali del Sasso Rosso si ebbero azioni di pattuglie con esito a noi favorevole.
Sul resto della fronte le artiglierie svolsero le consuete azioni di fuoco, più intense lungo il Piave, fra Fagarè e Intestadura.
L’attività aerea venne parzialmente limitata dal maltempo. Otto velivoli nemici sono stati abbattuti.
Firmato: DIAZ