14 Settembre, 1918

Goffaggine diplomatica

Di lanciare una controffensiva militare non se ne parla neanche, ma sferrarne una diplomatica si può ed è la via intrapresa dagli Imperi centrali. L’intervista del vicecancelliere tedesco von Payer suggerisce l’argomento al grande pubblico: «Tutti i popoli sono stanchi, non solo quello tedesco. A deprimere non sono i recenti avvenimenti militari, ma la prospettiva di un quinto inverno di guerra e il continuo allontanarsi delle prospettive di pace. Questo sentimento, questa sofferenza, è uguale in tutti i belligeranti, avversari compresi. Più i popoli europei si dilaniano, più l’Europa perderà la sua preminenza a favore di altri».
L’intervista si chiude con una discreta mistificazione della realtà, ma la propaganda non ci interessa in questo momento, perché dietro si muovono i primi passi ufficiali: il 14 settembre la Germania, tramite la Svizzera, invia una proposta di pace al Belgio.
Offerta curiosa. Primo: Bruxelles dovrebbe passare subito nel campo neutrale, ma il Paese verrebbe ricostituito nella sua indipendenza solo al termine del conflitto; in altre parole i tedeschi non sgomberano. Secondo: non sono previste indennità di guerra, mentre tutti i precedenti trattati commerciali verrebbero rimessi in vigore.

  Terzo: Bruxelles dovrebbe intercedere per la restituzione delle colonie a Berlino. Quarto: il Belgio si impegnerebbe a prendere in considerazione la questione fiamminga, senza ripercussioni per i collaborazionisti.
Bene, anzi no, perché questa non è una proposta di pace, è una proposta di resa. La Germania si ostina a non voler fare i conti con la realtà, con la china presa dagli eventi. Spera ancora di uscirne vittoriosa, ma sta scherzando con il fuoco.

Oltre a Berlino si muove anche Vienna. Il Governo austro-ungarico invia una nota ai belligeranti: chiede di vedersi in campo neutro e aprire discussioni confidenziali, ufficiose, ma non vincolanti, sulla possibilità di una conferenza di pace. Dell’idea viene informata anche la Santa Sede, magari può servire, ma non arriva nulla in Italia, dimenticanza sospetta.

Diplomazia attiva anche tra i neutrali e la Russia. I primi protestano per il generale clima di terrore e il trattamento riservato ai cittadini stranieri. Il Commissario agli esteri bolscevico Čičerin replica rigirando la frittata, non senza qualche ragione: “E Perché non dite nulla alle Potenze estere, intervenute sul nostro suolo in appoggio alla controrivoluzione borghese?” Questa la sostanza.
Per una strana coincidenza, proprio in quelle ore i britannici sono costretti dalle forze turche ad abbandonare l’assediata Baku, dove avevano contribuito a instaurare l’amichevole dittatura Centrocaspiana. E indovinate chi gli dà una mano? I russi, sono loro a fornire una parte del naviglio necessario. Scherzi del destino.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • I tedeschi fanno una proposta di pace al Belgio sulla base di nessun indennizzo o riparazione.
  • Il Governo austro-ungarico invita ufficialmente i Governi belligeranti, ma non l’Italia, a discussioni confidenziali sulla pace in un centro neutrale; questo è il contenuto anche di una nota austro-ungarica alla Santa Sede.
  • I rappresentanti diplomatici neutrali presso il Governo russo bolscevico fanno serie rimostranze a Zinov'ev, rappresentante di quel Governo, perché cessino gli arresti e le fucilazioni in massa. Il Commissario per gli Esteri, Čičerin, risponde respingendo energicamente l’intervento delle Potenze capitalistiche a favore della borghesia russa.

Fronte occidentale

  • Fra l’Oise e l’Aisne i francesi catturano il villaggio di Allemant e il mulino di Laffaux in attacchi locali.
  • Continua la ritirata tedesca fra la Meuse e la Moeselle, con i francesi e gli americani alle loro calcagna.
  • Fallisce il contrattacco tedesco ad Havrincourt.
  • Battaglia di Vauxaillon, una fase dell’offensiva dei Cento giorni.

 Fronte italiano

  • Gli italiani conquistano lo sbarramento de La Grottella in val Brenta.

Fronte meridionale

  • In Macedonia si inizia la preparazione di artiglieria per una grande offensiva Alleata.

Fronte asiatico ed egiziano

  • Le truppe britanniche evacuano Baku (Azerbaijan) a causa del fallimento degli armeni nel sostenerli.

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 14 SETTEMBRE 1918

Nella zona montana e lungo il Piave nostri efficaci concentramenti di fuoco provocarono incendi e dispersero truppe nemiche in movimento. Sul Monte Corno (Vallarsa) e nelle regioni del Grappa nuclei avversari che, appoggiati dall’artiglieria, tentavano avvicinarsi alle nostre linee, vennero nettamente respinti col fuoco.
In Val Ornic un nostro riparto esplorante fece alcuni prigionieri.

ALBANIA - Nella giornata del 13 nostre pattuglie di fanteria e cavalleria appoggiate da mitragliatrici blindate fecero una ricognizione ad ovest di Fjeri, catturando 23 prigionieri fra cui un ufficiale. Sul resto del fronte nulla di notevole.

Firmato: DIAZ

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori