L’ultima crociata
Il Belgio non si arrende e rispedisce al mittente la ridicola proposta di pace berlinese. Il fronte occidentale non poteva suggerire altrimenti. La nuova offensiva britannica fa il suo dovere: «Su un fronte di circa venticinque chilometri abbiamo spazzato via i nemici dall’intricata rete difensiva a protezione della Linea Hindenburg. […] Ci siamo impadroniti di osservatori importanti».
Il 19 settembre il balzo in avanti consente agli Alleati di incamerare Épehy, Lempire ed Essigny-le-Grand; Saint-Quentin è sempre più vicina, stressata da nord-ovest e da sud, dove sono i francesi a farsi avanti.
Ma questo è nulla in confronto alla crisi bulgara in Macedonia. La disfatta è totale e si mostra in tutta la sua estensione: l’Intesa percorre venti chilometri, raggiunge e supera il Crna, rastrella prigionieri come frutti maturi e punta dritto a Prilep.
E poi ci sarebbe la Palestina. Sì perché l’estate è passata e si può tornare in campo. Il Generale Allenby ha preparato l’offensiva alla perfezione.
Ha disseminato la regione di false prove, ha costretto interi reparti a marciare verso est tutto il giorno, per più giorni, salvo poi riportarli indietro la notte, nascosti dall’oscurità. Allenby finta una mossa lungo il Giordano per colpire sulla costa. I turchi abboccano.
Quando i britannici lanciano il vero attacco possono contare su una superiorità numerica di cinque a uno, ma l’esercito ottomano non è quello tedesco e si sfarina, liquefatto. Andando a spanne, il primo giorno i turchi cedono cinquecento chilometri quadrati. La fanteria corre, ma la cavalleria di più: aggira il nemico e lavora per tagliargli la strada. Il nodo ferroviario di Tulkarm è conquistato senza grosse difficoltà. E poi c’è il dominio dell’aria. L’unica ferrovia a disposizione dell’esercito ottomano viene bombardata. Per ritirarsi i soldati si accalcano sulla vecchia strada romana, intasata, sinuosa in una regione aspra. Cercano di raggiungere l’ultimo attraversamento sicuro del Giordano ma sono martoriati dall’aviazione.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Belgio rifiuta l’offerta di pace separata tedesca.
- Secondo notizie ricevute dal Times, la vertenza ispano-tedesca per l’affondamento delle navi spagnole sarebbe risolta amichevolmente.
- J. Davis nominato Ambasciatore degli U.S.A. in Gran Bretagna.
Fronte occidentale
- I britannici catturano Lempire e i francesi avanzano oltre Contescourt; catturata Essigny-le-Grand a fine giornata.
- Britannici e francesi continuano a guadagnare terreno in direzione di Saint-Quentin; duri scontri attorno a Gouzeaucourt e Mœuvres, respinti tutti i contrattacchi tedeschi.
Fronte meridionale
- Continua la ritirata bulgara; i serbi attraversano il Crna e marciano verso Prilep; oltre 5.000 prigionieri presi.
- Fine della battaglia di Dojran.
Fronte asiatico ed egiziano
- La battaglia di Samaria segna l'inizio dell’offensiva britannica in Palestina.
- Grande offensiva britannica in Palestina. Il Generale Allenby avanza su un fronte di 25 km. tra Rafat e il mare; penetrata la linea turca.
- La fanteria britannica raggiunge il nodo ferroviario di Tulkarm, la cavalleria spinge verso est e nord-est per tagliare la ritirata ai turchi; 3.000 prigionieri presi.
- Comincia la Battaglia di Megiddo.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 19 SETTEMBRE 1918
Nel settore montano a cavallo del Brenta nostri nuclei di fanteria eseguirono stamane ben riusciti colpi di mano. Sull’altipiano d’Asiago gli elementi d’attacco, penetrando in 2 tratti dei trinceramenti avversari a nord della linea Cima di Val Bella-Col del Rosso catturarono una quarantina di prigionieri e 2 mitragliatrici.
A sud del Col Caprile, con ardita fulminea irruzione nelle posizioni nemiche, le nostre truppe presero oltre 90 prigionieri, tra cui 3 ufficiali e 4 mitragliatrici. Il nemico, sorpreso e disorientato, aprì un violento fuoco di sbarramento sulle proprie prime linee, cagionando sensibili perdite ai suoi rincalzi che in quel momento venivano spinti innanzi.
Nella regione del Monte Grappa, la notte del 18, l’avversario tentò 3 attacchi preparati da violento tiro d’artiglieria contro le nostre posizioni ad oriente del Monte Pertica; venne sempre costretto a ripiegare.
Tre velivoli nemici vennero abbattuti ed un quarto costretto ad atterrare.
ALBANIA: Nella zona nord di Pojani nostre pattuglie in ricognizione sostennero piccoli scontri col nemico facendo qualche prigioniero.
Firmato: DIAZ