Abbiamo un piano
«Che Allah salvi l’Impero e non ne permetta il crollo». La preghiera del Sultano di fronte al dramma turco si adatta bene anche a Vienna. I cecoslovacchi negano alle istituzioni imperiali il diritto di decidere degli affari cechi, solo Praga può farlo; persino il clero boemo saluta la creazione di uno Stato cecoslovacco come «un atto di giustizia divina». E i polacchi sciolgono il gruppo alla Camera, del resto hanno deciso di non partecipare più alle sedute parlamentari.
L’Austria-Ungheria teme il colpo di grazia. Eppure il fronte italiano è rimasto l’unico quieto. Roma assilla il Generale Diaz, chiama a gran voce un’offensiva, non vuole assistere allo sfacelo asburgico senza portare a casa una vittoria militare. Non sarebbe un gran biglietto da visita alla conferenza per la pace. A settembre anche il Generalissimo Foch aveva invitato Diaz ad attaccare, a collaborare con le grandi operazioni Alleate, ma Diaz aveva risposto “no”. Preferisce preparare l’offensiva al meglio, fare in modo che sia l’ultima, quella decisiva. Ma siccome non resta molto tempo, bisogna accelerare.
Il piano viene presentato il 13 ottobre: sfondamento sul medio Piave, dritti fino a Vittorio Veneto e da lì al Livenza, per tagliare la principale arteria del fronte austro-ungarico.
Mentre l’Italia è quasi in rampa di lancio, l’Intesa fa tombola sul fronte occidentale: lo Chemin des Dames è riconquistato per intero e superato di slancio; Laon e La Fère cadono come frutti maturi, così come il massiccio di Saint-Gobain; a Douai si combatte nei sobborghi della città. In alcuni punti l’avanzata anglo-francese tocca i venti chilometri in ventiquattro ore. Gli Alleati sono un rullo compressore.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La Camera turca si apre con un discorso della Corona, che rileva la grave situazione determinatasi per la defezione bulgara. La Turchia, aderendo all'offerta di pace degli Imperi centrali, intende raggiungere una pace onorevole, che permetta di sanare le piaghe recate dalla guerra al paese. Il Sultano conclude: “Che Allah salvi l'Impero dal crollo e non permetta che i dissidi lo provochino”.
- Il delegato cecoslovacco Coorner dichiara alla Commissione militare che non riconosce più alle Delegazioni il diritto di decidere degli affari cechi, questo spetta solo a Praga, capitale dello Stato cecoslovacco.
- Il clero di tutte le diocesi della Boemia, in un convegno a Praga, afferma che la ricostituzione di uno Stato cecoslovacco indipendente è un atto della giustizia divina e dichiara che soltanto l’Unione parlamentare ceca ha il diritto di trattare in nome della Nazione.
- L'assemblea plenaria dei deputati polacchi delibera lo scioglimento del Club polacco alla Camera austriaca e la costituzione di un Consiglio nazionale. Viene deciso di non partecipare più ai lavori del Parlamento a Vienna.
- Venizelos arriva a Londra.
Fronte occidentale
- I francesi superano il massiccio di Saint-Gobain, catturano La Fère e Laon e si spingono oltre.
- Duri scontri sulla Meuse, a nord di Verdun.
- Ulteriori scontri sulla linea del fiume Selle; progressi a nord-ovest di Douai.
Fronte orientale
- Truppe francesi, britanniche e giapponesi entrano in Siberia.
Fronte meridionale
- I serbi tempestano le posizioni austro-tedesche a nord di Niš.
- La cavalleria francese entra a Pirot.
Fronte asiatico ed egiziano
- Le truppe avanzate britanniche entrano a Tripoli (Libano).
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 13 OTTOBRE 1918
Frequenti raffiche di fuoco delle nostre artiglierie dallo Stelvio al Montello e vivaci scambi di cannonate lungo il Piave.
In Val Chiese respingemmo nuclei esploranti avversari.
Sull’Altipiano d’Asiago pattuglie francesi in ricognizione catturarono alcune vedette.
In Val Brenta, nostre pattuglie tolsero al nemico armi e munizioni.
Nel pomeriggio di ieri una nostra squadriglia aerea bomardò efficacemente i cantieri navali di Muggia (Golfo di Trieste). Apparecchi nemici levatisi in caccia vennero prontamente respinti.
ALBANIA - Le truppe italiane seguitano ad avanzare senza dar tregua all’avversario. Il giorno 12 è stata conquistata Kavaya. Altre colonne da Elbassan procedono in direzione di Tirana.
Nelle giornate del 10 e dell’11 aerei della regia Marina e britannici eseguirono riusciti bombardamenti nella baia e nei dintorni di Durazzo.
Firmato: DIAZ