15 Ottobre, 1918

Vienna non si deve intromettere

È una scena classica: una macchina senza freni lanciata a tutta velocità, una curva stretta, un guardrail malconcio e dietro il vuoto, un dirupo, meglio ancora una scogliera. Ecco, l’Austria-Ungheria è quella macchina, il guardrail è il progetto di federalismo e il dirupo è un dirupo.
Dopo i cecoslovacchi, anche i deputati jugoslavi ammoniscono Vienna a non intromettersi: «È incompetente a parlare in nome di nazionalità diverse dalla tedesca e dalla magiara». Nel proclama slavo del 15 ottobre si parla di autodeterminazione dei popoli, di partecipazione alla conferenza di pace, di fratellanza. «Croati, serbi e sloveni sono un singolo, indivisibile, popolo». Questo però evitate di dirglielo ora; solo la dittatura di Tito li ha tenuti insieme.
Nulla può più salvare l’Austria-Ungheria dallo sgretolamento. L’Imperatore Carlo però ci prova e accetta le dimissioni del Premier austriaco Hussarek; spera di risollevare la squadra con l’esonero. Sempre che si trovi un sostituto.


Ma un problema accomuna tutti, chi sta per vincere e chi per perdere: l’influenza spagnola è esplosa in pandemia. I giornali ne parlano poco, ma qualcosa va detto: a Parigi si contano centinaia di decessi solo nelle ultime due settimane.
Al fronte i colpi alternati dell’Intesa mietono vittime. Nel settore britannico ora si registrano solo azioni locali. Qualcosa di più mettono in scena i franco-americani tra la Serre e la regione di Verdun. Chi spadroneggia è l’esercito Alleato in Belgio, dove cade Menen.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Richiesta la pace dai parlamentari jugoslavi basata sul diritto dei popoli. Vienna dichiarata incompetente a parlare in nome di altre nazionalità.
  • L'Imperatore d'Austria-Ungheria accetta le dimissioni del Presidente del Consiglio austriaco Hussarek.
  • La proclamazione dell'indipendenza dell’intera Polonia, dopo conferenze con la partecipazione di deputati della Galizia e della Polonia prussiana, è festeggiata a Varsavia con imbandieramenti, sospensione del lavoro e cortei.
  • Con la salita al trono di un Principe tedesco, il Governo francese dichiara di non riconoscere la nuova Monarchia finlandese, rompendo le relazioni diplomatiche precedentemente instaurate.
  • La Casa Bianca comunica che non vi sarà il minimo rilassamento nello sforzo militare. Il Governo americano continuerà a inviare in Europa 250.000 uomini al mese, materiale compreso.
  • Il Presidente Wilson esorta i suoi concittadini a sottoscrivere nella misura più larga il Prestito della Libertà.

 Fronte occidentale

  • Ulteriore avanzata Alleata nelle Fiandre; i britannici prendono Menen e si avvicinano a Courtrai; i belgi si avvicinano a Torhout.
  • I britannici avanzano a nord-est di Lens.
  • Battaglia del Monte D’Origny, una fase dell’offensiva dei Cento Giorni.
  • I francesi avanzano lungo il fiume Serre e nelle Argonne.
  • Continuando il loro attacco sulle due rive della Meuse, le truppe americane sfondano in nuovi punti la linea di Brunhilde.

Fronte meridionale

  • Le avanguardie franco-elleniche occupano Novi-Pazar.

Fronte asiatico ed egiziano

  • I britannici entrano a Homs (Siria).

Dal fronte italiano

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO

BOLLETTINO DEL 15 OTTOBRE 1918

Sensibile attività combattiva locale dal Garda alla Val di Brenta con efficaci tiri delle nostre artiglierie in Val Lagarina e in Vallarsa e scontri di pattuglie a noi favorevoli in Conca Laghi (Posina) e nella Val d’Assa.
Sull’Altipiano di Asiago nuclei esploranti impegnarono gli avamposti nemici in vivaci azioni di fucileria, rientrando poscia al completo nelle nostre linee.

ALBANIA - Durazzo è in nostro possesso. Forzate nel pomeriggio del giorno 13 le difese nemiche sulle alture di Paljamaj e del Sasso Bianco, le truppe italiane, nella mattinata del 14, sono penetrate nella città, catturando prigionieri e materiali. Più ad oriente le colonne, avanzanti da Elbassan su Tirana, vinta nella giornata del 13 la vivace resistenza opposta da retroguardie nemiche al Krabe-Pass, hanno ripreso la marcia verso i loro obbiettivi.

Firmato: DIAZ

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori