Federalismo tardivo
«Ai miei fedeli popoli austriaci. […] Per ricostruire la Patria su fondamenta sicure è necessario armonizzare i desideri dei suoi popoli e condurli alla realizzazione. […]. L’Austria deve diventare uno Stato federale. Ogni nazionalità costituirà una propria amministrazione. […] Faccio appello ai popoli di cooperare».
Dall’imponente riforma resterebbe fuori l’Ungheria, decisa a difendere ogni centimetro. Le regioni polacche sarebbero libere di unirsi a una Polonia indipendente. E Trieste otterrebbe una posizione speciale.
Nel tentativo di costituire un Governo di unità nazionale, per la pace e la transizione, il 16 ottobre l’Imperatore Carlo gioca la sua ultima carta, ma è in ritardo di parecchi turni, ormai il genio è già uscito dalla lampada. Le correnti separatiste sono sempre più impetuose. Nessuno vuol far gestire la liquidazione dell’Impero alla vecchia proprietà. E ben pochi kamikaze desiderano assumersi una qualsiasi responsabilità nell’ora più buia.
Nell’Impero asburgico volano stracci. Alla Commissione per gli affari esteri ungherese il Conte Mihály Károlyi non si toglie un sassolino dalla scarpa, ma l’intero greto di un torrente.
La parola più gentile è “incompetenti”, ma siccome è un Lord, non eccede nel linguaggio e si limita a declinare ogni sfumatura di “incapacità”. Appioppa la responsabilità della guerra agli Imperi centrali, così come il suo prolungarsi. Denuncia la cecità della politica austro-tedesca, elenca gli errori e prende a picconate la sciagurata alleanza con la Germania: «La fedeltà deve avere un limite. Avremmo dovuto stipulare una pace separata». Károlyi chiude l’intervento auspicando l’indipendenza ungherese.
Il Premier Wekerle è un sacco da pungiball. Nel difendere la politica imperiale e respingere l’idea di una pace separata, è costretto ad ammettere indirettamente l’impotenza e il ruolo subalterno della duplice monarchia: «Non possiamo dimenticare i servigi resici dalla Germania, né la presenza del suo esercito sui nostri fronti».
Il Governo prova a promettere riforme, più autonomia, più diritti, più umanità. E si schiera per l’indipendenza. Ma come detto, ormai è tardi.
Manifestazioni di protesta costellano la quotidianità degli Imperi centrali. A Praga e a Berlino le più imponenti di giornata. Gli attacchi al Kaiser Guglielmo si moltiplicano. Anche la Germania, messa alle strette, concede qualche riforma. La prima consegna maggiori poteri al Parlamento.
Al fronte il copione non cambia: in Belgio gli Alleati occupano Torhout e parte di Courtrai; a Lille e sulla Selle un violento contrattacco tedesco ottiene scarsi risultati. Nei Balcani la Grecia festeggia la completa liberazione.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Manifesto dell’Imperatore Carlo d’Asburgo che concede autonomia agli jugoslavi e proclama uno Stato federale sul principio di nazionalità (esclusa l’Ungheria).
- Violento attacco politico del Conte Mihály Károlyi nell’intervento alla Commissione per gli affari esteri ungherese.
- Agitazione nel parlamento ungherese.
- In un discorso alla Camera ungherese, il Presidente del Consiglio Weckerle dichiara che, mantenuta l'integrità statale, il Governo concederà alle varie nazionalità i loro diritti e le tratterà umanamente e che è pronto a rivedere, secondo i desideri dei croati, la legge del 1868 per rendere possibile il loro sviluppo autonomo. Dichiara poi la volontà ungherese di piena indipendenza e completa autonomia.
- A Praga, malgrado la presenza di cordoni di soldati tedeschi e ungheresi con mitragliatrici e bombe a mano, avviene una grande dimostrazione per l'indipendenza cecoslovacca, con grida inneggianti all'Intesa e contrarie all'Austria-Ungheria e alla Germania. Nei conflitti scoppiati con la polizia e la truppa si lamentano molti feriti.
- Il Consiglio federale dell'impero tedesco approva un progetto di legge che modifica i paragrafi 2° e 3° dell'art. 18 della Costituzione, in modo che per le dichiarazioni di guerra, i trattati di pace e quelli riguardanti materie sottoposte alla legislazione dell'Impero, è necessaria l'approvazione del Reichstag e del Consiglio federale.
- Manifestazione di pace a Berlino; opinione pubblica molto disturbata.
- Lenin ferito nuovamente.
Fronte occidentale
- Dunkerque bombardata dai cannoni a lungo raggio.
- Forte contrattacco tedesco sul fiume Selle.
- Gli americani occupano definitivamente Grandpré dopo un duro scontro.
- I tedeschi si ritirano dal fronte Douai-Lille, inseguiti dai britannici.
- L’armata Alleata delle Fiandre avanza, prendendo Torhout, parte di Courtrai, etc.
Fronte orientale
- I bolscevichi provano a fermare il battaglione Middlesex a Zima (Siberia).
Fronte meridionale
- Grecia liberata dai bulgari; emanato l’annuncio.
Fronte asiatico ed egiziano
- Il Generale armeno Andranik colpisce le comunicazioni turche a Erevan.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 16 OTTOBRE 1918
Su tutta la fronte le nostre artiglierie, benché ostacolate dal maltempo, eseguirono intensi concentramenti di fuoco e frequenti tiri di molestia sulle linee sulle retrovie avversarie, danneggiandone le difese e disturbando movimenti di truppe e di carreggi segnatamente lungo il Piave.
L’attività delle pattuglie fu assai vivace nei settori montani. Colpi di mano a Sano a sudovest di Mori; sull’Altipiano di Asiago e sull’Asolone ci fruttarono 21 prigionieri.
Il nemico venne fugato da un nucleo di esploratori presso Fener.
La notte sul 15 un distaccamento avversario attaccò due volte la nostra posizione di Monte Corno in Vallarsa: fu sempre respinto con gravi perdite.
ALBANIA - Nella giornata del 14 le nostre truppe hanno occupato Tirana.
Firmato: DIAZ