La danza
Salvare il salvabile: al momento è questo l’obiettivo tedesco e la Germania lo sta facendo bene. In generale organizzazione e ordine restano un marchio di fabbrica nella ritirata tedesca. L’esercito di Berlino sarà anche battuto, ma non cade a pezzi, neanche sotto la ravvicinata pressione Alleata. «Le manovre si svolgono con la regolarità di un passo di ballo».
La domanda è banale: «Cosa accadrà quando i tedeschi raggiungeranno l’ultima linea di resistenza?»
Valenciennes, Maubeuge, Sedan e Metz: l’ipotetica ultima spiaggia passa da qui e non è molto lontana. Già, perché il 20 ottobre gli Alleati avanzano tra i cinque e i dieci chilometri sul fronte della Schelda, prendono Haveluy e Denain e ora ne distano solo otto o nove proprio da Valenciennes.
Ancora più profonda l’avanzata in Belgio, qui tocchiamo i quindici chilometri. L’Intesa ha finito di liberare tutta la costa, fino alla frontiera olandese. La prima linea passa per Aalter-Lotenhulle-Vinkt; Gand è sullo sfondo, a una quindicina di chilometri appena. Più a sud Tournai, dirimpettaia belga di Lille, è a circa cinque.
Molto più sporca e serrata la lotta nel settore francese dell’Aisne, nelle paludi a nord di Sissonne. Così come di fronte agli americani, avvicinandosi alla regione di Verdun.
Ma alla domanda precedente - “Cosa accadrà quando i tedeschi raggiungeranno l’ultima linea di resistenza?” - ne dovrebbe seguire a ruota un’altra: la politica arriverà prima? Inoltre la volontà tedesca è subordinata ai destini di Austria-Ungheria e Turchia. La prima è in decomposizione, la seconda anche. Secondo informazioni svizzere, in Anatolia scorrazzerebbero bande armate di briganti e saccheggiatori, sono in cerca di beni di prima necessità, perché in Turchia manca tutto e il costo della vita si è impennato.
Una resa di Vienna e Costantinopoli chiuderebbe la partita. Berlino non può permettersi un altro fronte, né di perdere il Mar Nero. E la resa di Vienna e Costantinopoli non sembra un “se”, ma un “quando”.
E poi c’è la Danimarca. Si parla tanto di Alsazia-Lorena e Polonia, ma c’è un altro territorio conteso ai tedeschi: lo Schleswig Holstein settentrionale. Il trattato di Praga del 1866 cedeva la regione a Berlino, a meno che un voto popolare non esprimesse preferenza danese. Copenhagen fiuta l’opportunità, pensa sia giunto il momento buono per battere cassa: sfruttando le difficoltà tedesche, chiede alla Germania di risolvere il contenzioso con un plebiscito.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- La Danimarca propone alla Germania un plebiscito per lo Schleswig Holstein.
- Il quarto prestito della libertà negli Stati Uniti supera 1.200.000 sterline.
Fronte occidentale
- I britannici attraversano il fiume Selle affrontando una dura resistenza. Lungo la Schelda viene raggiunta Denain.
- Le avanguardie britanniche arrivano a circa 4 km. da Tournai.
- Gli Alleati raggiungono il confine olandese, l’intera costa belga e le Fiandre occidentali sono nelle loro mani.
- L’armata delle Fiandre continua ad avanzare; i britannici attraversano tutto il fiume Lys sul loro fronte.
- Battaglia della Serre, una fase dell’offensiva dei cento giorni.
Operazioni navali
- S.S. “Dundalk” silurata nel Canale irlandese.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 20 OTTOBRE 1918
Frequenti concentramenti di fuoco delle nostre artiglierie sulle linee nemiche della fronte montana: una colonna di fanteria e salmerie in marcia sul pianoro di Foza (Altipiano dei Sette Comuni) venne colpita in pieno e dispersa.
Al Monte Corno (Vallarsa) l’avversario tentò due attacchi che furono nettamente arrestati dai nostri tiri di sbarramento. Ad occidente di Stoccaredo (Val Frenzela) una nostra pattuglia attaccò una piccola guardia nemica facendola in parte prigioniera.
Attraverso il Piave le opposte artiglierie, scambiarono brevi raffiche di fuoco.
Firmato: DIAZ