Governo del popolo
Scrosci di pioggia e di mitragliatrici, i secondi un tantino peggio dei primi. La Germania oppone una resistenza micidiale sulla Selle contro i britannici, tra l’Oise e la Serre contro i francesi e a nord di Verdun contro gli americani.
Va capita la drammaticità della condizione tedesca. I soldati sanno di aver perso, ma la guerra ancora non si ferma. E più si avvicina al confine più cresce l’ansia. Questa combattività è così pronunciata da ingannare anche l’Intesa. A Londra e Parigi si parla sempre di campagna invernale.
Più rapida la marcia Alleata nei settori settentrionali del fronte. In Belgio Gand è a circa cinque chilometri. In piena ritirata il Governatore generale tedesco “perdona” i condannati per reati politici e concede l’amnistia agli internati nei campi di concentramento. Scrive anche una lettera al Cardinale Mercier, simbolo dell’orgoglio belga mai piegato. La lettera comincia così: «Eminenza, voi incarnate il Belgio occupato. Voi ne siete il pastore venerato e ascoltato».
Ma il 21 ottobre Berlino è alle prese con un documento più importante e invia la nuova risposta a Wilson. La Germania accetta le condizioni imposte: «Il Governo tedesco confida che il Presidente degli Stati Uniti non approverà nessuna pretesa inconciliabile con l’onore del popolo tedesco e con la preparazione di una pace di giustizia».
Un paio di precisazioni però ci sono. Berlino protesta contro il rimprovero di azioni illegali e inumane, come l’eccedere nelle distruzioni, o l’affondamento di scialuppe di salvataggio. E il Governo ribadisce di essere già lo specchio del popolo: «Sinora il Parlamento non aveva diritto di influire sulla formazione del Governo. La Costituzione non prevedeva una cooperazione della rappresentanza popolare nelle decisioni sulla guerra e sulla pace. A questa situazione è stato posto rimedio. Il nuovo Governo è costituito nel più completo accordo con i desideri del Reichstag. […] L’offerta di pace e di armistizio proviene da un Governo libero da ogni influenza arbitraria e irresponsabile, sostenuto dal consenso dell’enorme maggioranza del popolo tedesco».
Anche l’Austria-Ungheria è alle prese con Washington. Il rifiuto di Wilson, il suo schierarsi per lo smembramento, è stato preso malissimo: «È una vera sventura che un uomo con il potere di Wilson conosca così poco la situazione delle nostre nazionalità. […] L’Impero asburgico ha finito di esistere».
Già, l’Austria-Ungheria è ormai solo una mera espressione geografica.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Berlino replica alla nota inviata dagli Stati Uniti del 14 ottobre.
- Amnistia in Belgio. Il Governatore generale tedesco “perdona” i belgi e i neutrali condannati dalla corte marziale.
- L’indennizzo belga per i danni tedeschi ammonta già a quasi 400 milioni di sterline.
- Si annuncia che a Zagabria si è costituito il Consiglio nazionale jugoslavo, presieduto dal prete deputato Korošec.
- Il Ban della Croazia rifiuta l’offerta del Governatore militare di Zagabria di sopprimere il Consiglio nazionale jugoslavo.
- Il nuovo Governo croato di Zagabria manda al Magistrato civico di Fiume una lettera, in cui comunica di aver nominato Rikard Lenac Supremo Conte per la città e il distretto di Fiume, agli ordini del quale il Magistrato deve sottomettersi incondizionatamente.
- Si ha notizia di imponenti manifestazioni a Lubiana, Praga e Zagabria per celebrare le dichiarazioni di Wilson sulla completa indipendenza delle nazionalità.
- Grandi dimostrazioni in Romania contro il Governo Marghiloman e a favore dell'Intesa, con gravi eccessi contro le redazioni di giornali ministeriali.
- Una nota dell’Agenzia Stefani dice che il Governo italiano ha riconosciuto ufficialmente il Governo cecoslovacco presentato dal Ministro Beneš.
- Re Giorgio riceve i delegati del Parlamento interalleato.
- Pubblicato il dispaccio di Sir Douglas Haig del 20 luglio sulle ritirate di marzo e aprile.
Fronte occidentale
- I belgi a 5 km. da Gand. Attraversato il canale verso Eede (frontiera olandese).
- Avanzata britannica contrastata da una dura resistenza.
- I francesi avanzano fra i fiumi Serre e Oise; duri scontri a nord di Verdun.
Fronte italiano
- Gli italiani combattono sui fronti di Asiago e del Grappa.
Fronte meridionale
- I francesi catturano un convoglio a Lom, sul Danubio (Bulgaria).
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 21 OTTOBRE 1918
Sensibile lotta di artiglieria sull’Altipiano d’Asiago, nella regione del Grappa e lungo il Piave.
Al Sisemol pattuglie francesi penetrarono nelle linee nemiche, infliggendo perdite e riportando 6 prigionieri e una mitragliatrice.
In Val Frenzela nostri nuclei attaccarono i piccoli posti avversari, e nonostante la viva reazione, riuscirono a disperderli, catturando un ufficiale e qualche soldato.
Firmato: DIAZ