11 Dicembre, 1916

Affonda la "Regina Margherita"

A Verdun si ascoltano i capricci delle artiglierie. Bizzose e pettegole battono la massa ormai informe di terra e sassi. È il preludio all’ennesimo bombardamento preparatorio francese. Da qualche giorno il movimento è aumentato, soprattutto sulla collina 304, perché a Verdun c’è sempre di mezzo la 304. Tedeschi e francesi hanno ravvivato le ostilità. Come la rivolta venizelista, schiva e impacciata sul continente, ma estesasi ancora nelle Cicladi.

A noi interessa di più un’altra isola: Saseno. L’11 dicembre l’Adriatico è in tempesta, il mare grosso, la visibilità scarsa, ma la corazzata italiana Regina Margherita salpa lo stesso dalle coste albanesi. La rotta è rischiosa, il disastro annunciato: la nave affonda nella baia di Valona dopo aver urtato un paio di mine, probabilmente italiane. Destino cinico e baro. Si salvano solo 270 persone delle circa 950 a bordo; tra le vittime c’è il Generale Oreste Bandini, Comandante del corpo di spedizione italiano in Albania. Il relitto, ritrovato nel 2005, conservava ancora i resti degli oltre 670 morti.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Riportata la rivolta dei venizelisti nelle Cicladi.
  • Risposta tedesca agli U.S.A. riguardo le deportazioni dei belgi.

Fronte occidentale

  • Bombardamento preparatorio francese sul fronte di Verdun.
  • Violente azioni d’artiglieria sul fronte della Somme.
  • Raid aereo alleato su Zeebrugge.

Fronte meridionale

  • Gli austro-tedeschi avanzano lungo il fiume Ialomița, a nord-est di Bucarest.
  • I bulgari occupano la sponda rumena del Danubio fra Tutrakan e Cernavodă, passano il Danubio anche a Silistra e continuano ad avanzare nella Valacchia.
  • Fine delle battaglie del Crna e Monastir.

Operazioni navali

  • La corazzata italiana “Regina Margherita” salta in aria e affonda in un campo minato navale italiano.

Parole d'epoca

Antiochensi nella Leggenda del Piave

di Gabriele Loi

In quel mese di dicembre altri nostri compaesani sacrificarono la propria vita. Non combattevano sulle trincee del Carso, sull‘Isonzo o sul Piave, erano marinai e persero la loro vita in mare, nelle acque gelide dell‘Adriatico, nel corso di una tragedia annoverata tra le più cruente dell‘intero conflitto: l‘affondamento della corazzata Regina Margherita, nave ammiraglia della nostra Marina, avvenuto la notte dell‘11 dicembre 1916.

 

DAL FRONTE

Sulla fronte Tridentina le persistenti intemperie limitarono anche ieri l' attività delle artiglierie. Sul Carso la notte sul 10 un riparto nemico attaccò di sorpresa un nostro trinceramento nel settore di Boscomalo (Hudi Log). Fu prontamente respinto. Nella giornata di ieri l'artiglieria avversaria fu più attiva contro le nostre linee dalraltura di Quota 144 al mare. A notte, mentre nuclei nemici tentavano azioni diversive verso le alture di Quota 208 sud e di Quota 144, altri riparti assalivano le nostre difese nel settore di Adria. Furono ricacciati con sensibili perdite e lasciarono nelle nostre mani alcuni prigionieri.
Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori