L’attentato di Sarajevo
Non si era mai visto nulla di simile. Non si era mai neanche immaginato nulla di simile. Gavrilo Princip ha solo diciannove anni, eppure sta per stravolgere il panorama mondiale.
Tutto inizia a Sarajevo, il pomeriggio di una domenica d’estate. È il 28 giugno 1914 e l’Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero asburgico, è nei Balcani, in visita ufficiale. L’Austria-Ungheria è culturalmente al top, Vienna se la gioca con Parigi, ma non è riuscita a comprendere le sfide socio-politiche della modernità, a partire da quelle dell’industrializzazione e della rappresentanza. Non si può confondere l’Austria con Vienna o l’Ungheria con Budapest, così come non si possono oggi ridurre e identificare gli Stati Uniti con New York. Esisteva anche “un’Austria-Ungheria profonda”, conflittuale, che non si riconosceva nei centri di potere.
La capitale bosniaca è un gioiello, ma, come spesso gli è capitato e gli capiterà nel corso della Storia, vive di un’inesauribile irrequietezza.
Il nostro protagonista, Gavrilo Princip, è un nazionalista della Mano Nera, movimento pan-slavo con nome da fumetto, sogna l’indipendenza ed è deciso a colpire gli Asburgo.
Il deuteragonista, l’Arciduca Francesco Ferdinando, in alta uniforme e con un vistoso cappello piumato, è accompagnato da sua moglie, Sophie; hanno già schivato un primo attentato con una granata, ma proseguono la visita. Sono almeno cinque gli attentatori appostati sul percorso.
La macchina scoperta svolta in un vicolo e va incontro a Gavrilo. Due colpi di pistola, il primo colpisce Sophie, il secondo centra il cinquantunenne erede al trono asburgico. Entrambi muoiono dissanguati, poco prima delle quattro del pomeriggio. Per le cronache dell’epoca Gavrilo viene arrestato, sfuggendo così al linciaggio della folla.
Ma se Francesco Ferdinando sembrava propenso a concedere maggiori autonomie alle popolazioni slave, di fatto trasformando l’Impero in austro-ungarico-slavo, una tragica ironia, il suo assassino porterà di nuovo in guerra le potenze mondiali: Vienna accusa Belgrado di aver orchestrato tutto.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- A Sarajevo vengono assassinati dallo studente Gavrilo Princip, l’Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria, e la moglie Sophie Chotek von Chotkova, Duchessa di Hohenberg.
- La stessa mattina l’Arciduca era miracolosamente scampato ad una bomba che aveva colpito la sua macchina mentre si avvicinava al ponte Čumuria. L'attentatore serbo Nedeljko Ciabrinovic viene subito arrestato e cerca di togliersi la vita ingerendo cianuro.
- L’Austria-Ungheria accusa la Serbia di essere responsabile dell'attacco terroristico in Bosnia-Erzegovina.
- Grandi dimostrazioni antiserbe a Sarajevo, Mostar, Zagabria e Vienna.
Parole d'epoca
Conte Franz von Harrach
Dal libro di memorie del Conte, presente all'attentato
As the car quickly reversed, a thin stream of blood spurted from His Highness's mouth onto my right check. As I was pulling out my handkerchief to wipe the blood away from his mouth, the Duchess cried out to him, "For God's sake! What has happened to you?"
At that she slid off the seat and lay on the floor of the car, with her face between his knees.
I had no idea that she too was hit and thought she had simply fainted with fright. Then I heard His Imperial Highness say, "Sophie, Sophie, don't die. Stay alive for the children!"
At that, I seized the Archduke by the collar of his uniform, to stop his head dropping forward and asked him if he was in great pain. He answered me quite distinctly, "It is nothing!"
His face began to twist somewhat but he went on repeating, six or seven times, ever more faintly as he gradually lost consciousness, "It's nothing!"
Then came a brief pause followed by a convulsive rattle in his throat, caused by a loss of blood. This ceased on arrival at the governor's residence.
The two unconscious bodies were carried into the building where their death was soon established.