Rivalità Vienna-Budapest
La Serbia continua a dimostrare buona volontà: ha richiamato in patria Georgevic. Non sono piaciute le dichiarazioni rilasciate a Costantinopoli; troppo accese, per usare un eufemismo.
In tutti i circoli politici d’Europa impazza la fanta-diplomazia.
La Germania con l’Austria, la Russia con i fratelli slavi. La Gran Bretagna forse con gli Asburgo e la Francia orientata verso i serbi. L’Italia? E’ conciliante.
Si, ma qualcuno ha un’idea precisa del reale atteggiamento austriaco e serbo? Probabilmente no.
Vienna sarà ragionevole o irremovibile? E Belgrado risponderà stizzita o arrendevole?
Le uniche certezze sono le parole di Tisza. I toni sono più o meno questi: “Non è stata presa nessuna decisione definitiva; siamo tutti consapevoli dell’importanza della pace; l’eventualità di una guerra è l’ultima ratio; saremo risoluti”.
Eh, no; anche qui di certezze ce ne sono poche. Ognuno interpreta come meglio crede. Fanta-diplomazia, appunto. Si dovrà aspettare la fine dell’inchiesta.
I giornali asburgici continuano a farsi la guerra, divisi tra interventisti e pacifisti. Ma venerdì 17 luglio è nata una curiosa gelosia. Il Neues Wiener Journal è seccato. Perché a parlare è sempre Tisza? Budapest conta forse più di Vienna?
Tutte domande cruciali per il futuro dell’umanità.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Continua il viaggio del Presidente francese Poincaré e del Primo Ministro Viviani verso San Pietroburgo.
- Sembra che la Serbia abbia richiamato 70.000 riservisti e si stia preparando per la guerra.
- Dal Quartier generale tedesco il Generale Waldersee scrive al Ministro degli esteri Gottlieb von Jagow: "Lo Stato maggiore è pronto. Possiamo muoverci in qualsiasi momento”.
- Il Presidente del Consiglio serbo, Pašić, facendo energiche dichiarazioni sull' unione già stabilita col Montenegro e sull'atteggiamento di fronte all'Austria, afferma che la Serbia non attaccherà nessuno, ma che, se attaccata, non sarà sola.
Parole d'epoca
Principe Alessandro
Principe ereditario di Serbia
Telegramma a Sua Maestà Imperiale l'imperatore di Russia.
Deeply touched by the telegram which your Majesty was pleased to address to me yesterday, I hasten to thank you with all my heart. Your Majesty may rest assured that the cordial sympathy which your Majesty feels towards my country is especially valued by us, and fills our hearts with the belief that the future of Servia is secure now that it is the object of your Majesty's gracious solicitude These painful moments cannot but strengthen the bonds of deep attachment which bind Servia to Holy Slav Russia, and the sentiments of everlasting gratitude which we feel for the help and protection afforded to us by your Majesty will ever be cherished in the hearts of all the Serbs