4 Agosto, 1914

Londra dichiara guerra a Berlino

Ai tedeschi non piacciono i rifiuti. Scaduto l’ultimatum l’esercito invade il Belgio e si appresta ad assediare Liegi.
Il Re belga Albert I incoraggia il suo popolo. Le parole chiave del discorso sono “unione”, “resistenza” e “patriottismo”. È consapevole dei pericoli, ma è pronto a scommettere sull’impegno di tutti. Per i tedeschi sarà molto più complicato del previsto.
Con la Gran Bretagna la frattura è insanabile. Gli inglesi mobilitano l’esercito nel pomeriggio. La Germania prova a mischiare le carte: «Garantiamo, anche in caso di conflitto armato con il Belgio, di non volerne annettere il territorio».
Sì, ma comunque non ne è stata rispettata la neutralità. Né tantomeno i confini nazionali. Tentativo imbarazzante. Ai britannici non basta. Alle 23:05 del 4 agosto Londra dichiara guerra a Berlino. Non è beneficenza, come detto ci sono in ballo interessi strategici e la sicurezza delle acque britanniche. Il Giappone e il Canada, primo nel Commonwealth, sostengono gli inglesi.


A Downing street è arrivato un resoconto sulla mobilitazione russa: è l’Ambasciatore inglese a San Pietroburgo a descrivere lo stato degli alleati. Le cifre sono impressionanti, ma un’infinità di uomini sono male addestrati e male equipaggiati. Nessuno si sorprende.
In Germania anche i socialisti ora appoggiano le misure di guerra: «Non abbandoniamo la patria nel momento del bisogno».
A Parigi non circolano più automobili. Sono state quasi tutte requisite dall’esercito. Per le strade c’è comunque gente. L’atmosfera non è troppo pesante. Il Corriere della Sera segnala pochi disordini, dovuti perlopiù all’imprudenza di alcuni stranieri. Un commerciante avrebbe detto ad alta voce che «un tedesco vale almeno cinque francesi». Il successivo quarto d’ora non dev’essergli stato particolarmente lieto.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • La Germania dichiara guerra al Belgio. Anche i socialdemocratici tedeschi, la maggioranza, hanno votato all'unanimità per la guerra, nonostante il loro impegno contro la corsa agli armamenti.
  • Il Governo tedesco chiede agli italiani di onorare il trattato della Triplice alleanza.
  • Il Reichstag approva all'unanimità un credito di guerra di 5 miliardi.
  • Il Regno Unito invia un ultimatum ai tedeschi chiedendo il rispetto del trattato di neutralità belga; davanti al rifiuto dei tedeschi, che lo considerano solo un pezzo di carta - “a scrap of paper” - il Governo inglese, in tarda serata, dichiara guerra alla Germania.
  • Whitehall è piena di folle che manifestano a favore dell’intervento inglese in guerra.
  • Sir John Jellicoe prende il comando della flotta.
  • Il Governo inglese stabilisce quali specifici articoli saranno classificati come contrabbando. 
  • Il Gabinetto canadese si riunisce, inizia la mobilitazione delle forze di spedizione canadese, salpano I riservisti. Re Giorgio V manda un messaggio di ringraziamento al Canada.
  • In Francia il Presidente Poincaré invia un messaggio alle Camere in cui chiede "la Sacra Unione". Discorso anche del Primo Ministro Viviani.
  • Il Generale francese Joffre parte per il fronte.

  • Il Governo giapponese prepara la nazione a una guerra in nome dell’Inghilterra.
  • Grecia e Svizzera proclamano la loro neutralità.
  • In Italia è emanato un decreto che autorizza le amministrazioni dell'Esercito e della Marina a derogare temporaneamente a norme della legge di contabilità dello stato.
  • I serbi proibiscono alla stampa l’invio di dispacci.

Fronte occidentale

  • La Germania invade il Belgio per aggirare l’armata francese. Nella notte tra il 3 e il 4 truppe tedesche passano la frontiera a Gemmeniche,  penetrano nella regione di Aquisgrana e marciano su Liegi. Visé viene bruciata.
  • Il Generale Pau ispeziona la fortezza di Maubeuge, per stimare la sua capacità di resistenza.
  • Nella notte due aerei tedeschi sorvolano Bruxelles (primo atto ostile via aerea).
  • Le truppe tedesche attraversano il confine francese vicino Mars-La-Tour e Moineville. Trieux, vicino Briey, viene occupata dai tedeschi.

Operazioni navali

  • Gli incrociatori tedeschi “Goeben” e “Breslau” bombardano i porti algerini di Bona e Philippeville.
  • L’incrociatore mercantile “Kaiser Wilhelm der Grosse” lascia Bremen.

Parole d'epoca

Alberto I

Re del Belgio

Discorso in Parlamento

Gentlemen:
Never, since 1839, has a more solemn hour struck for Belgium: the integrity of our territory is threatened.
The very force of our righteous cause, the sympathy which Belgium, proud of her free institutions and her moral victories, has always received from other nations, and the necessity of our autonomous existence in respect of the equilibrium of Europe, make us still hopeful that the dreaded emergency will not be realized.
But if our hopes are betrayed, if we are forced to resist the invasion of our soil, and to defend our threatened homes, this duty, however hard it may be, will find us armed and resolved upon the greatest sacrifices.
Even now, in readiness for any eventuality, our valiant youth is up in arms, firmly resolved, with the traditional tenacity and composure of the Belgians, to defend our threatened country.


In the name of the nation, I give it a brotherly greeting. Everywhere in Flanders and Wallonia, in the towns and in the countryside, one single feeling binds all hearts together: the sense of patriotism.
One single vision fills all minds: that of our independence endangered.  One single duty imposes itself upon our wills: the duty of stubborn resistance.
In these solemn circumstances two virtues are indispensable: a calm but unshaken courage, and the close union of all Belgians.
Both virtues have already asserted themselves, in a brilliant fashion, before the eyes of a nation full of enthusiasm.
The irreproachable mobilization of our army, the multitude of voluntary enlistments, the devotion of the civil population, the abnegation of our soldiers' families, have revealed in an unquestionable manner the reassuring courage which inspires the Belgian people.
It is the moment for action.
I have called you together, gentlemen, in order to enable the Legislative Chambers to associate themselves with the impulse of the people in one and the same sentiment of sacrifice.
You will understand, gentlemen, how to take all those immediate measures which the situation requires, in respect both of the war and of public order.
No one in this country will fail in his duty.
If the foreigner, in defiance of that neutrality whose demands we have always scrupulously observed, violates our territory, he will find all the Belgians gathered about their sovereign, who will never betray his constitutional oath, and their Government, invested with the absolute confidence of the entire nation.
I have faith in our destinies; a country which is defending itself conquers the respect of all; such a country does not perish!

Documenti diplomatici

La dichiarazione di guerra del Regno Unito alla Germania

Sir Edward Grey, Ministro degli esteri inglese all'ambasciatore tedesco a Londra, Principe Lichnowsky

Foreign Office, August 4, 1914.

Your Excellency,
The result of the communication made at Berlin having been that His Majesty's Ambassador has had to ask for his passports, I have the honour to inform your Excellency that in accordance with the terms of the notification made to the German Government to-day His Majesty's Government consider that a state of war exists between the two countries as from to-day at 11 o'clock P.M.
I have the honour to enclose passports for your Excellency, your Excellency's family and staff.

I have, &c.
E. GREY.

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori