Washington parla, nessuno l'ascolta
Gli Stati Uniti non apprezzano l’andamento della guerra: il diritto internazionale viene troppo spesso ignorato. Il Presidente Wilson vuole l’America al centro delle politiche globali, apre tutti i canali ufficiali e fa la voce grossa con i diplomatici degli Stati belligeranti: i bombardamenti su città aperte, non occupate, né fortificate, sono inaccettabili, devono finire. Wilson si assicura di far trasparire tutta la sua disapprovazione.
Sì, ma Washington è abbastanza lontana dal fronte; gli Stati Uniti son troppo giovani e isolazionisti per esser considerati un punto di riferimento.
Il 27 novembre Reims e la sua cattedrale vengono bombardate, ancora una volta; cosa fosse rimasto da colpire proprio non lo so. La stessa sorte tocca ad Arras e a tanti altri centri abitati nei pressi del fronte; tedeschi o Alleati non fa differenza. No, qualcosa non ha funzionato, l’appello americano è giunto in Europa soffuso, o comunque è stato recepito solo come un fastidioso brusio.
Persino il fronte orientale è meno propositivo del solito: l’iniziativa resta in mano ai russi, ma la notizia del giorno è la promozione a Feldmaresciallo del Generale Hindenburg.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Stati Uniti: il Presidente Wilson condanna i bombardamenti su città non fortificate.
- Il Generale tedesco von Hindenburg viene promosso Feldmaresciallo.
Fronte occidentale
- La città e la cattedrale di Reims vengono nuovamente bombardate.
Fronte orientale
- I russi provano a muovere nella Prussia orientale verso Königsberg, aggirando la regione dei laghi Masuri.
Parole d'epoca
Angelo Paoli - Budapest
Scritture di guerra
[...] Il pensare che a casa aveva tutto quello che mi occoreva da mangiare da bere vestito framezzo alla mia famiglia il cuore mi si spezza d'angoscia pazienza