Il Giornale d’Italia contro Giolitti
«Sabotaggio». È l’accusa rivolta a Giolitti dal Giornale d’Italia, da sempre vicino al Ministro degli esteri Sonnino e quindi al Governo. Per il quotidiano le manovre dell’ex Premier sono inqualificabili, danneggiano la credibilità del Gabinetto Salandra e ne minano il lavoro diplomatico. Giolitti, pur consapevole del momento critico, cercherebbe di spezzare l’unità nazionale, di corrodere la coesione attorno al Governo, d’instillare il dubbio nell’opinione pubblica. L’affondo del Giornale d’Italia è deciso: quello di Giolitti è un assist alla Monarchia asburgica, rischia di far naufragare le nostre «legittime aspirazioni nazionali».
L’11 maggio gran parte del fronte occidentale guarda alla seconda battaglia dell’Artois. I francesi hanno ottenuto qualche progresso vicino a Carency: dopo il cimitero di Neuville-Saint-Vaast, si sono impadroniti dei forti e della cappella di Notre-Dame-de-Lorette.
Nel Baltico i tedeschi devono ripiegare, ma da quel lato d’Europa la vera partita si gioca in Galizia. I russi hanno dovuto abbandonare le creste carpatiche e il territorio ungherese e continuano a ritirarsi verso Jarosław e il San. L’avanzata austro-tedesca nella Polonia meridionale prosegue bene.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Giornale d'Italia, ritenuto organo del Ministro degli esteri Sonnino, deplora il contegno di Giolitti, che si manifesta favorevole alle ultime concessioni dell'Austria-Ungheria.
Fronte occidentale
- Seconda battaglia di Ypres: I tedeschi bombardano la strada Ypres-Menin.
- I francesi prendono i forti e la cappella di Notre-Dame-de-Lorette.
Fronte orientale
- Gli austro-tedeschi avanzano in Galizia; continua la ritirata russa nella Polonia meridionale, in direzione del San.
- I tedeschi evacuano Šiauliai.
Fronte asiatico ed egiziano
- Gallipoli: chiesta una tregua per seppellire i morti.
- Avanzata britannica in Mesopotamia verso i pozzi petroliferi persiani.
- I russi fanno progressi nel distretto di Tabriz.
Fronte d’oltremare
- I francesi prendono Eseka (Cameroon).