Quelle tedesche sono solo parole
«A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca». Al contrario dei giornali statunitensi quelli britannici non si fidano delle promesse tedesche; Londra non crede a un cambio di rotta nella guerra sottomarina. E gli eventi sembrano darle ragione.
Il 4 settembre un sommergibile tedesco silura il transatlantico inglese Hesperian, partito da Liverpool e diretto a Montreal; nessun preavviso, neanche questa volta. Tra equipaggio e passeggeri imbarcava oltre 700 persone, molti canadesi, pochissimi gli americani. La nave non affonda, non subito almeno, si proverà persino a rimorchiarla, ma muoiono in 32 prima dell’arrivo dei soccorsi. Le acque davanti a Queenstown continuano a riempirsi di corpi e di relitti.
In Russia lo Zar Nicola II apre la Conferenza per la difesa nazionale: sono presenti le autorità politiche, industriali e militari, l’élite della società russa. Si deve trovare una soluzione all’attutale crisi, le critiche ormai arrivano anche dalla Duma, dove sono volate parole abbastanza grosse per il regime, parole come incompetenza, inadeguatezza e impreparazione.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Lo Zar inaugura i lavori della Conferenza per la difesa nazionale e riafferma l’incrollabile volontà della Russia di lottare sino alla vittoria.
- Si annuncia che gli austriaci starebbero per evacuare Trento.
Fronte occidentale
- Azioni d’artiglieria attorno ad Arras e a nord di Châlons.
Fronte orientale
- Si sviluppa l’offensiva tedesca tra Dubno e Kaunas; i russi si ritirano lentamente al centro.
- Successo russo sul Sereth (Galizia) e sullo Sventa.
Fronte italiano
- Le azioni italiane hanno successo in Trentino e nella conca di Plezzo.
- Gli italiani occupano il massiccio del Monte Chiadenis.
Operazioni navali
- Il transatlantico “Hesperian”, delle linee marittime Allan, viene silurato al largo della costa irlandese, a ovest di Queenstown (affonderà in seguito). Le perdite ammontano a 32 vite.
Parole d'epoca
Disertori
di Giuseppe Garzoni, Bersagliere
Monte Vrscic, Slovenia
Il giorno 4 un bersagliere della 6^ compagnia attendente del capitano in occasione che in quel momento facevano la cinquina e lui ridendo si fece fare la cinquina del furiere per il primo dicendo che voleva venire in Austria. Il furiere credendo uno scherzo la diede la cinquina e lui la prese. Poi prende il fucile sulla bachetta un fazzoletto bianco e si inviò. I compagni lo guardarono credendo uno scherzo, ma poi lo seguirono subito. Ma fu invano. Lui si infilò nel bosco e non é più il caso di riprenderlo. Il suo scopo era quello di darsi disertore.
Mezz'ora dopo scomincia una pioggia addirittura di proiettili di tutti i calibri di srapnel sopra la nostra compagnia e della sua che eravamo vicino, i proiettili grossi al comando. Tutti i comandi furono sfasciati addirittura.
Dei morti alla 6^ compagnia furono 4 e i feriti 18. Alla nostra compagnia dai sassi 2 feriti. Era un flaggello addirittura. Durò poco. Un'ora. Tutti si aveva abbandonato la trincea o andati ai ripari. Subito fu denunciato al comando. Il giorno dopo invece succede di 4 individui dei dintorni di Pordenone parlano di diserzione pure loro. Il motivo che non ci davano il cambio. Sono stati intesi di un sergente il quale gli portò nota di questo all'ufficiale comandate della sezione mitragliatrici. Li arrestò. Furono interrogati e poi li metterono ai ferri conducendoli al tribunale di guerra. E si sentì a dire che furono fucilati sull'istante. Tre erano mogliati e uno no.
DAL FRONTE
Nella parte montana del teatro delle operazioni e specialmente nella zona del Tonale, nell' alto Cordevole e in Valle Cengia (Ansiei) l' azione delle nostre truppe ed il fuoco delle artiglierie continuano regolarmente, nonostante precoci ed abbondanti nevicate.
Sull' altipiano di Lavarone la nostra artiglieria ha disturbato, con fuoco intenso ed efficace, truppe nemiche intente a lavori di rafforzamento.
Nell' Alto Cordevole il forte La Corte, che l' avversario era riuscito a riattare in parte, venne fatto bersaglio ai tiri d' una nostra batteria e nuovamente danneggiato.
In Valle Boden (Rienz) nella giornata del 2 le nostre truppe respinsero con pieno successo un attacco tentato in forze dal nemico.
Uguale sorte ebbe nella conca di Plezzo, altro violento attacco contro le nostre posizioni sullo Slatenik Potok.
Nelle acque dell' Isonzo venne raccolta una mina galleggiante lanciata dal nemico con l' evidente scopo di distruggere taluni dei ponti in nostro possesso.
L' assidua vigilanza delle nostre guardie mandò a vuoto il tentativo.
Firmato: CADORNA