Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio
Il calderone balcanico ribolle: la Romania avrebbe ordinato una mobilitazione parziale. Bucarest è stanca delle minacce austro-tedesche, le relazioni con Berlino e Vienna si fanno critiche, ma a preoccupare il Governo rumeno c’è anche il contegno bulgaro. Già, perché il 13 settembre arriva la chiamata alle armi di Sofia; uno dei corpi dell’esercito sarà formato dai “Legionari macedoni”.
I giornali italiani non sembrano preoccupati, si fidano delle dichiarazioni di Radoslavov, Premier bulgaro: «Un attacco alla Serbia, mentre sono in corso trattative con l’Intesa, sarebbe una follia». Semplici parole di circostanza, ma la stampa italo-francese si rifiuta di guardare in faccia la realtà.
Sul fronte orientale infuriano combattimenti disperati dalla Dvina alla Vilia, i due fiumi distano circa 130 chilometri; l’offensiva tedesca su Vilnius procede con la battaglia di Meiszagola, l’odierna Maišiagala.
Non c’è pace neanche lontano dal fronte: per il terzo giorno consecutivo gli zeppelin bombardano le coste della Gran Bretagna, sette i feriti.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Critiche le relazioni della Romania con le Potenze centrali. Bucarest ordina la mobilitazione parziale.
- Bulgari e macedoni vengono chiamati alle armi.
- Nuove rivelazioni da parte del New York World sugli intrighi tedeschi.
- Sir Percy Scott nominato Comandante delle difese aeree di Londra.
Fronte occidentale
- Numerosi assalti aerei francesi nel sud.
- Assalto di due Zeppelin sulle coste britanniche del Kent e dell’Essex; 7 feriti.
Fronte orientale
- Disperati combattimenti dalla Dvina alla Vilia, seguiti da una vigorosa offensiva tedesca verso Dvinsk (Daugavpils).
- Battaglia di Meiszagola (Maišiagala).
DAL FRONTE
Sull' altipiano a nord-ovest di Arsiero l' artiglieria nemica insiste nel bersagliare le nostre posizioni di Monte Maronia, contro le quali fece fuoco durante la notte sul 12, senza conseguire, però, alcun risultato.
Durante la stessa notte, forze nemiche pronunciarono due attacchi contro le nostre linee nell' alta valle della Rienz, ma furono entrambe le volte respinte.
Nell' Alto Isonzo le nostre truppe attaccarono le forti posizioni ancora in possesso del nemico nel versante orientale nella conca di Plezzo, conseguendo sensibili risultati nonostante l' asperità del terreno e l' accanita resistenza dell' avversario, appoggiato da numerose e potenti batterie.
Nella zona di Plava, nuclei nemici portati con un treno blindato da Gorizia, tentarono nella notte sul 12 un colpo di mano contro le nostre trincee a sud della galleria meridionale di Zagora.
La tenace difesa dei nostri e pochi colpi di artiglieria da montagna valsero a respingere l' aggressione.
Firmato: CADORNA
COMUNICATO DELLO STATO MAGGIORE DELLA MARINA
Il sommergibile francese «Papin», aggregato alle nostre forze navali, silurò il giorno 9 corrente nel medio Adriatico, presso Capo Planka (a ovest di Spalato) un gruppo di torpediniere austriache, colpendone gravemente una.
Firmato: THAON DI REVEL