Pressing su Atene
La Stampa del 19 novembre analizza il cardine della strategia britannica e lancia un allarme: «Non vorremmo che la fiducia sull’Impero delle acque fosse stata così accentuata da svalutare la necessità di preparare un grande esercito di terra. La padronanza del mare va attenuando il suo valore quando la guerra assume proporzioni più vaste. […] Più l’ampiezza della zona bellica si allarga e nuove ferrovie portano i loro contributi ai popoli belligeranti, più la pressione delle flotte si fa minore. Essa era massima quando la guerra era localizzata e i trasporti terrestri malsicuri, pigri e costosi, ma si è ridotta in un conflitto come l’attuale, in cui una ricca rete di comunicazioni unisce Amburgo ai mercati dell’Anatolia».
Impeccabile. Se il commercio può svilupparsi via terra, il blocco delle coste è meno determinante.
A Londra continua a tener banco il problema “coscrizione”. Lord Derby mantiene il punto e scrive ad Asquith: le prossime tre settimane saranno decisive per il sistema volontario; o i numeri aumentano, o bisognerà studiare qualcos’altro.
Ma la notizia del giorno è un’altra: gli anglo-francesi avrebbero inviato un ultimatum alla Grecia; c’è un’urgenza di chiarezza. “Atene faccia capire il suo gioco”. Londra e Parigi non si sarebbero limitate alle minacce; corrono voci di pressioni economiche: sembra che tutte le merci dirette in Grecia siano state bloccate in porto.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il proclama tedesco che chiama i musulmani alla Guerra Santa viene inviato in India attraverso Shangai.
- Bugie tedesche sull'India contraddette dall’India Office.
- Lettera di Lord Derby al Primo Ministro inglese Asquith in difesa delle posizioni sul reclutamento.
Operazioni navali
- Altri sottomarini inglesi entrano nel Baltico.
Parole d'epoca
Tanti poveri austriaci morti
di Antonio Santo Quintino Preite, Sergente
San Martino del Carso (GO)
Il giorno 19, prima di fare giorno, la nostra artiglieria apre un fuoco infernale sulle trinceenemiche, pigliando il terreno palmo a palmo.
Alla sera, cessato il combattimento, arrivarono truppe nostre da rinforzare le compagnie che avevano subito delle perdite. E di nuovo ci portarono all'assalto e, pochi minuti dopo, bastò di occupare il trincerone nemico, facendo altri quattrocento prigionieri Austriaci, due mitragliatrici, fucili, casse di munizioni e tanto altro materiale di guerra.
In quel giorno, le nostre perdite furono pochissimi morti e molti feriti. Alla notte, gli austriaci vennero all'assalto a scacciarne dalla trincea che avevano perduta; vennero due volte all'assalto ma furono ben accolti, che quanti ne uscivano tanti ne restavano feriti e morti, tanto che era l'attività dei nostri.
Ogni tentativo, ogni sforzo, che facevano era invano, perché noi ci avevamo bene preparati.
Alla mattina vedevi tanti poveri austriaci morti davanti alla nostra linea conquistata.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
Lungo tutta la fronte continua il duello delle artiglierie; la nostra disperse colonne nemiche in marcia nella zona dell' Astico e nell' Alto Cordevole; distrusse ricoveri al Mittagskofel (Gail) e bombardò le caserme di Gorizia. Controbatté anche numerose artiglierie nemiche appostate sulle alture ad oriente della città ed altre annidate negli orti e nei giardini adiacenti ad essa. Infine bersagliò colonne di truppe che in gran fretta ripiegavano da Gorizia.
Sul Carso le nostre fanterie rinnovarono ieri gli attacchi con sensibili successi specialmente nella zona del Monte San Michele. Qui la brigata Perugia riuscì a conquistare tutto il costone che dalla terza vetta del monte degrada sull' Isonzo tra Peteano e Boschini. Scacciata da tale posizione per un violento contrattacco del nemico, contrattaccava a sua volta, riconquistando le perdute trincee. Tutta notte l' avversario rinnovò furioso gli assalti, riuscendo per sette volte ad arrivare fino alle nostre linee, ma sette volte falciato da tiri precisi di artiglierie e fucilerie, fu ributtato in disordine con enormi perdite. Infine, logori ma indomiti i valorosi fanti del 129° reggimento, fasciati i piedi in sacchi a terra, nelle tenebre irrompevano dalle trincee sull' avversario e lo disperdevano completamente, prendendogli 175 prigionieri ed abbondante materiale da guerra.
Velivoli nemici lanciarono ieri bombe su Verona, ove 4 cittadini restarono feriti; su Vicenza e su Grado dove non si ebbero né vittime né danni. Stamane un' altra squadriglia nemica lanciò 15 bombe su Udine. Furono uccisi 12 cittadini, feriti 19 ed 8 soldati. Si ebbero danni limitati.
Firmato: CADORNA