2 Febbraio, 1916

Crisi di Governo a Pietrogrado

Questa è bella. Di fesserie, di “fiabe”, la propaganda ne ha coniate tante, ma questa è da premo Nobel. Sul fronte orientale piovono volantini austro-ungarici, invitano i soldati russi «a deporre le armi, perché le Potenze centrali sono vittoriose su tutti i fronti». Fin qui nulla di originale, né di sconcertante; rientriamo nel gioco delle parti. Tutta la genialità arriva dopo: Tokyo starebbe per tradire gli Alleati e rivolgere le armi contro le truppe zariste. Ma non è neanche questo il capolavoro. I soldati russi vengono messi in guardia, come si fa tra amici: «I cannoni giapponesi, dislocati in Bessarabia, stanno certamente per sparare conto di voi». Ecco, qui scatta la standing ovation, novantadue minuti di applausi. Certo, perché nel 1916 esisteva il comando da remoto per gli armamenti, è risaputo.  Si usavano ancora i piccioni viaggiatori, ma l’artiglieria no, quella potevi azionarla dal Giappone con un telecomando, a 8.000 chilometri di distanza. È vero, Tokyo vendeva armi a Pietrogrado, ma non c’è un solo soldato nipponico sul fronte orientale; quei cannoni sono controllati dai russi. E quel volantino è uno splendido manifesto di “fantasia al potere”.

 Ai russi interessa di più quanto accade a Pietrogrado: il Premier Goremykin si dimette, ufficialmente per motivi di salute; al suo posto è nominato Štjurmer, conservatore e amico di Rasputin.

Anche l’Italia ha un problema politico. Il Partito Nazionalista ha pubblicato severe critiche all’esecutivo: «Noi rimproveriamo al Governo di aver abbandonato nelle mani degli Alleati la direzione della guerra comune; di aver remissivamente assistito al compiersi dei loro gravi errori; di lasciar troppo discutere su certi nostri incontestabili diritti adriatici e mediterranei, premessa di ogni nostra decisione; di non aver saputo ottenere neanche le garanzie finanziarie e commerciali; di considerare ogni nostra azione e occupazione, fuori del territorio nazionale, come un interesse degli Alleati e non come titoli e pegni da assicurarsi per poterli spendere nella liquidazione finale».
Ancora il "Sacro egoismo".

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Politica e società

  • Il Presidente del Consiglio russo, Ivan Logginovič Goremykin, si dimette per motivi di salute e viene sostituito da Boris Vladimirovič Štjurmer.

Fronte d’oltremare

  • I britannici cacciano i tedeschi dal territorio dell'Unione sudafricana e invadono l'Africa orientale tedesca, occupando Jassin.

Parole d'epoca

Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

[San Floriaìio, 2 febbraio '16. Bollo della Posta].

Cari, dunque non vi scrivo più da Nave, non più dal Tonale, non più dalle Giudicarie. Ma dalla regione di Oslavia dinanzi a Gorizia.
E precisamente da San Floriano. Dovrebbe essere, lo capite, di tutte le tappe delle mie peregrinazioni la più faticosa e la più rischiosa.
Faticosa è stata in verità la peregrinazione per giungere alla tappa. Sette giorni che non si è mai stati alla sera dove s'era alla mattina j sette notti che avran date tutt'insieme venti ore di sonno: sette, fuor che due, tutte di viaggio, sette, fuor che due, quasi tutte di veglia; un giorno tutto didigiuno....
Ma del resto...., sebbene siamo su quella che, dopo alcune giornate disgraziate, è divenuta la prima linea di una delle zone più combattute della nostra guerra, sebbene il duello d'artiglieria sia continuo, e noi non in tutto come nelle Giudicarle trascurati insetti sotto di esso,

 1) sebbene nella notte insieme con rintronar di cannoni e crepitar di fucilate sia tutto un guizzare di razzi e raggi di fari, sebbene siano, appena vogliamo, sotto i nostri occhi, e Sabotino e Monte Santo e San Gabriele e Podgora e via discorrendo, con tutto questo la vita non è ancor né aspra né pericolosa, è solo noiosa per il genere di lavoro (assetto difensivo della zona) condotto con il solito anarchico sistema del fare per fare, e la solita anai'chica pratica di nessuna ora di riposo, e nessuna di opera veramente assidua e proficua. Del resto.... il nostro arrivo ha portato anche qui (non so se abbia portato via dalle Giudicarle) la primavera: la nebbia del primo giorno non è più ricomparsa: con fresco venticello di nord s'alterna tepida brezza marina: fiorisce la primula, il croco: a Vigliano fioriva un pesco.
Guerra invernale !

DAL FRONTE

In Valle Lagarina il mattino del 31 gennaio il nemico rinnovò con l’aiuto delle artiglierie i vani attacchi contro le posizioni a nord-est dei Mori sempre tenuto saldamente dalle nostre truppe.

In Valle Sugana si ebbero scontri con piccoli reparti; il nemico sorpreso e sopraffatto dai nostri fu dovunque ricacciato.

Nella zona di Gorizia e sul Carso consueta attività delle artiglierie; la nostra colpì in pieno una colonna in marcia da Marcottini a San Martino.

E’ segnalata una nuova ardita irruzione di un nostro riparto in un trinceramento nemico, a sud-ovest di San Martino del Carso nel quale vennero lanciate 50 bombe devastandolo.

 

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori