A Maria Plozner Mentil
«Non mi sono mai considerato un eroe, ma Tenzing di certo lo era». La frase è di Edmund Hillary, un neozelandese, ma soprattutto il primo essere umano a salire sul tetto del mondo, l’Everest. Tenzing Norgay era lo “sherpa”, che in realtà sarebbe il nome del popolo, ma è ormai declassato a semplice professione dal linguaggio comune. Qualsiasi scalatore riconosce quanto siano fondamentali gli sherpa in una spedizione.
Anche l’Italia della Grande Guerra ha i suoi, anzi le sue, perché spesso sono donne. Donne straordinarie, le portatrici carniche. Caricano le proprie gerle con venti, trenta o quaranta chili di rifornimenti e vanno su. Per due spicci sono loro a tenere in vita i soldati in vetta.
L’icona delle portatrici carniche è Maria Plozner Mentil, nata a Timau, paesino friulano che più al confine non si può. Il 15 febbraio Maria è ferma, sta riposando; è un bersaglio facile per un cecchino austro-ungarico. La corsa all’ospedale di Paluzza è inutile, la ferita è mortale. Maria Plozner Mentil lascia quattro figli e un marito, anche lui al fronte. Nel 1997 le verrà conferita la Medaglia d’oro al valor militare, in sua memoria e per tutte le portatrici carniche.
A Londra torna a riunirsi il Parlamento britannico. La seduta è aperta dal discorso del Trono «contro l’aggressione di una Potenza che prende la forza per diritto e l’espediente per mezzo». Il Primo Ministro Asquith illustra alla Camera lo scenario internazionale: «Nulla di nuovo va segnalato, eccetto alcuni incidenti in Francia. Vi fu una recrudescenza di attività da ambo le parti. Gli Alleati tengono però fermamente le loro posizioni. […] Grazie all’Italia, l’esercito serbo ha potuto sgomberare l’Albania e si trova sul punto di essere riorganizzato. […] Quanto alla Mesopotamia la situazione è migliorata, c’è motivo di attendersi il congiungimento tra i reparti di Aylmer e di Townshend, evitando la possibilità di uno scacco britannico».
Immancabili i riferimenti alla concordia internazionale e agli «sforzi giganteschi con cui, senza la minima esitazione, rifornimmo di approvvigionamenti le nostre colonie e i nostri alleati». L'auto celebrazione, una prassi comune a tutti i belligeranti.
Restando in tema di “risorse”, la Gran Bretagna trova un accordo con i leader Bakhtiari: saranno loro a proteggere i giacimenti petroliferi in Persia; per l’Impero poter contare sulla collaborazione delle popolazioni locali è fondamentale.
Calda, anzi caldissima, l’atmosfera statunitense. Il Senatore repubblicano Elihu Root critica la politica di Wilson: «Il Governo ha prima agitato il pugno, poi ha scosso il dito e alla fine è caduto nel ridicolo». Evidente il riferimento alla gestione dei rapporti con la Germania, alla morbida opposizione ai suoi crimini di guerra e allo stralcio dei trattati.
Root è interventista, come Roosevelt, sostiene la necessità di un esercito più imponente e il suo discorso newyorkese diventerà il manifesto della prossima campagna presidenziale repubblicana.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Seduta del Parlamento inglese. Discorso sulla guerra di Asquith e Lord Kitchener.
- Il Ministro degli esteri russo Sazonov delega l’Ambasciatore a Parigi a rappresentarlo alla conferenza degli Alleati.
- Il Senatore Root attacca la politica estera degli U.S.A.
- Si conclude un accordo fra il Governo Inglese e i comandanti Bakhtiari (Persia) per cooperare per la protezione dei giacimenti petroliferi persiani.
Fronte occidentale
- I francesi riguadagnano il terreno perso a Tahure (Champagne).
Fronte orientale
- Respinto il contrattacco tedesco nel distretto di Dvinsk.
Fronte italiano
- Ferita mortalmente Maria Plozner Mentil, diventerà il simbolo delle portatrici carniche.
Parole d'epoca
Salsiccini Abruzzesi
di Otello Ferri, Artigliere
Di nuovo notte, verso le 12,00, sentimmo rombi di motore, il buio impediva di distinguere se erano dirigibili o aeroplani, alle 5.00 erano di ritorno. Mi alzai quando i rombi dei motori erano già al di là di Gorizia. Andai a prendere il caffè, e oltre a quello mangiai una gavetta di pasta rimasta alla sera innanzi.
Il capitano mi chiamò e mi diede da accomodare il dormiente del paiolo del cannone. Alla sera fui chiamato da dei granatieri per mangiare dei salsiccini abruzzesi portati da loto dalla licenza. Li accontentai subito pulendo anche la padellina ove li avevano fritti.
Noi contraccambiammo dandogli da bere il vino che andai a prendere a Hum la sera innanzi.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pievese Santo Stefano
DAL FRONTE
CADORNA
Nell' Alto Isonzo continuò ieri intenso duello delle artiglierie.
Nei settori del Mrzli e del Vodil (Monte Nero) furono demoliti trinceramenti e ricoveri nemici.
Sul Podgora ardite pattuglie spintesi contro i trinceramenti nemici vi lanciarono numerose bombe.
Anche sul Carso le nostre artiglierie sconvolsero alcune trincee nemiche fugandovi i difensori che la nostra fucileria in parte colpì.
Sono segnalate incursioni di velivoli nemici su Brentonico in Valle Lagarina, su Schio in Valle Leogra, su Latisana nella pianura del Tagliamento. Danni limitati a poche vittime, quasi tutte della popolazione. Il bombardamento di Schio fu troncato per l' intervento di una nostra squadriglia di aerei. Verso Gorizia un nostro aviatore attaccò un velivolo nemico e lo costrinse alla fuga.
Firmato: CADORNA