25 Marzo, 1916

Le pause al fronte

Il fronte occidentale è di nuovo in pausa, ennesimo rifiatare dell’eccidio.
Marcello Prati racconta per La Stampa la vita dei soldati non impegnati in combattimento. Quando non si deve lavorare alla trincea si ammazza il tempo, giocando a carte, riposando, leggendo e scrivendo lettere, cartoline, parlando di casa. Ai più fortunati spetta una “gita” agli acquartieramenti, o ancora meglio nei villaggi. Non importa se ogni muro è puntellato, le finestre in frantumi, le strade squassate. Ai soldati piace, ricorda loro cos’è l’umanità. Si ripuliscono per bene, si pettinano; in fondo c’è sempre una remota probabilità di incontri piacevoli. «E le ragazze, alle quali la guerra regala pochi altri sorrisi, arrossiscono spesso e volentieri. Portar la gonna qui significa, nove volte su dieci, portarla nera».

Il 25 marzo il Premier Salandra e il Ministro degli esteri Sonnino lasciano il nostro Quartier generale al fronte e partono per Parigi. Hanno discusso con Re Vittorio Emanuele III tutti i dettagli della prossima conferenza interalleata.

Davide Sartori

GLI AVVENIMENTI

Fronte occidentale

  • Battaglia di Verdun: l’artiglieria tedesca è attiva a sud-ovest della Meuse.
  • Idrovolanti bombardano Sylt e la costa dello Schelswig-Holstein.

Fronte meridionale

  • Albania: nonostante i problemi logistici, austro-ungarici e bulgari seguono la Vojussa e avanzano verso Valona, trasformata in campo trincerato dagli italiani e supportata dall'aviazione e dalla Marina.

Operazioni navali

  • L’H.M.S “Cleopatra” affonda una nave tedesca.
  • Affonda l’H.M.S “Medusa” in una collisione nel Mare del Nord.

Parole d'epoca

Pietre e cadaveri

di Arturo Busti

Ovunque erano cadaveri o moribondi, volti umani irriconoscibili, nelle rovine della case di Seltz si vedevano [file] intere di cannoni allineati.
Verso le ore 10 dalle linee nemiche partirono degli speciali razzi luminosi bianchi diretti verso le posizioni occupate dalla mia compagnia e dal reparto del 4° bersaglieri.
Era la prima volta che si vedevano razzi di tale specie e ci chiedemmo che cosa potessero significare. Né noi né gli altri reparti seppero rispondere alla nostra domanda.
Dopo le ore 12 cominciò un insistente e preciso tiro di un cannoncino da trincea sulle mie posizioni, ogni colpo che andava a segno mi produceva delle perdite.
Avevo in linea tre plotoni obbligati, data la ristrettezza del fronte, a stare pigiati e ammucchiati : il 4° plotone era circa 50 metri più indietro, in una nostra vecchia trincea.

Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano.

DAL FRONTE

Nella zona di Rovereto il giorno 23 duello delle artiglierie cui seguirono nella notte piccoli attacchi nemici contro le nostre posizioni di Mori Vecchio (Rio Cameras-Adige) e di Potrich (Valle Terragnolo); furono tutti respinti.
Nel teatro delle operazioni continua il maltempo che limitò ieri sull' Isonzo l' azione delle artiglierie, vivace soltanto attorno a Tolmino e sulle alture da nord-ovest di Gorizia.

Firmato: CADORNA

Come in una macchina del tempo, ogni giorno una nuova pagina del diario.
Le testimonianze, le immagini, i filmati negli archivi e nei giornali dell'epoca.

Sono nato a Roma nel dicembre del 1984, mi sono diplomato al liceo scientifico J.F. Kennedy e ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione all’università la Sapienza, ma non mi sono laureato.

I miei interessi? Un po’ di tutto, come molti trentaduenni. Lo sport, la politica, la Storia del ‘900. Niente di eccezionale.


Dal dicembre 2003 al marzo 2005, ho scritto per un giornale locale (Il Corriere Laziale), quindi ho fatto uno stage con una piccola televisione satellitare (Nessuno TV).
Nel 2011 la Graphofeel edizioni ha pubblicato il mio libro “Mens insana in corpore insano”, il racconto di una vacanza on the road da Roma a Capo nord.
Dall’agosto 2013 al gennaio 2014 ho ricominciato a scrivere di calcio quotidianamente, con articoli e pronostici sportivi sul sito http://www.scommessepro.com/
Da giugno 2014 racconto la Grande Guerra, giorno per giorno.

Davide Sartori