Vienna, Berlino e la nuova Polonia
Il 5 novembre il mondo ha un suo centro geo-politico, anzi due: Varsavia e Lublino, dove vengono affissi due proclami. Gli Imperatori Guglielmo II e Francesco Giuseppe hanno firmato l’accordo per la restaurazione del nuovo Regno di Polonia; le basi sono quelle di una Monarchia costituzionale ereditaria. «Il nuovo Regno troverà nell’unione alle due Potenze alleate le garanzie necessarie al suo sviluppo».
Vienna e Berlino giurano di avere a cuore solo gli interessi dei polacchi sottratti al giogo russo. «Voi abbiate fiducia e mettete con tranquillità i vostri destini nelle mani austro-tedesche. Contiamo sulla vostra collaborazione».
C’è giusto un insignificante doppio fine, un piccolo tornaconto personale: il reclutamento dei polacchi, un nuovo esercito da schierare nella Grande Guerra.
La creazione di uno Stato fantoccio serve a stuzzicare il nazionalismo di Varsavia. È un gigantesco, luccicante ed elaborato specchietto per le allodole, ma sempre tale resta e a chiarirlo basta un dettaglio: i confini del regno sono ancora tutti da decidere, così come l’ordinamento è ancora tutto da concretizzare. In sostanza bisognerà aspettare la pace per vederne la nascita.
Non tutti i polacchi sono soddisfatti, in molti chiedevano di più: una vera unità nazionale, l’indipendenza dell’intera Polonia, comprese le storiche regioni prussiane e asburgiche, volevano confini certi e ben definiti. Sì, ma la promessa degli Imperi centrali è comunque più di quanto fatto finora dall’Intesa e in particolare dalla Russia.
La decisione presa in Germania e Austria-Ungheria viene dall’alto e anche a Berlino ha bypassato il Parlamento. Trattandosi di una colossale campagna di “pubbliche relazioni” si è pensato di schivare l’eventualità di spiacevoli discussioni. Al Reichstag due partiti si sarebbero opposti: i socialisti e i conservatori. I primi perché questa soluzione al problema polacco non riflette i voti di quel popolo, né può avvicinare la pace; i secondi perché avrebbero visto frustrate le ambizioni di massima espansione dell’Impero tedesco.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Germania e Austria-Ungheria annunciano la creazione del Regno indipendente di Polonia con le provincie polacche tolte ai russi.
Fronte occidentale
- I francesi catturano parte di Sailly-Saillisel e attaccano la foresta Saint-Pierre-Vaast.
- Fronte nord della Somme: i britannici fanno progressi vicino Butte de Warlencourt, ma sono poi costretti a ripiegare; attacco a Le Transloy.
- I francesi rioccupano tutto il villaggio di Vaux (Verdun).
Fronte meridionale
- Gli austro-tedeschi hanno successo a sud-ovest di Predeal e a sud-est del passo Turnu Roșu.
- Navi russe bombardano Costanza e Mangalia, in Dobrugia.
Operazioni navali
- Nave da guerra tedesca silurata da sottomarino inglese nel Mare del Nord.
Parole d'epoca
Vittime della Nona battaglia dell'Isonzo
di Aldo Bardi, 69° reggimento fanteria, brigata Ancona. Poi 201° fanteria, brigata Sesia, Caporale, sergente maggiore
La fucileria era intensa e le pallottole sibilavano basse ed in ogni direzione = mancava il collegamento sulla destra (55 Fanteria) e per circa 200 metri riscontrai che la linea era libera d'ogni occupazione. Tornai al Comando e riferii queste poco buone notizie, fu disposto in proposito e tornai a curare che il collegamento si stabilisse completamente; un uomo della mia scorta rimase ferito – io come sempre illeso. Ripetetti simili verifiche per due sere ed il mio colonnello (Filippo Armand, comandante del 201° fanteria dal 9 settembre al 5 novembre 1916, ferito in combattimento e deceduto all’ospedale da campo 240 il 12 novembre 1916, Ndr), riconoscendo l'utilità del mio ardimentoso servizio e ricordando i miei meriti dell'azione d'ottobre, dissemi che m'avrebbe proposto per una ricompensa al valor militare. La mattina del 5 novembre egli pure si portò sulle linee avanzate e fu tragicamente colpito da una pallottola di fucile che dopo pochi giorni gli tolse al vita. Povero Colonnello Armaud, la sua morte ci procurò immenso dolore poiché era un eroico Comandante, un valoroso che ci aveva ispirata fiducia ed ammirazione. In quell'azione il Reggimento subì circa 600 altre perdite.
Si ringrazia il Gruppo L'Espresso e l'Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano
DAL FRONTE
In Vallarsa, nella zona di Monte Pasubio e sull' Altipiano d' Asiago, l' artiglieria avversaria fu ieri molto attiva. In Valle di Travignolo il nemico, dopo di avere vantato una azione diversiva sul Colbricon, lanciò cinque successivi violenti attacchi contro la posizione Osservatorio, sulle pendici di Cima di Bocche. Ributtato ogni volta con gravi perdite fu infine contrattaccato alla baionetta e disperso. Fra i numerosi cadaveri nemici rimasti sul luogo dell'azione furono rinvenuti quelli di 4 ufficiali. Nella zona ad oriente di Gorizia e sul Carso le nostre truppe attesero ieri a rafforzare le posizioni raggiunte, nonostante i tentativi di molestia dell'artiglieria nemica. Con piccole operazioni offensive ampliarono l'occupazione nel settore a mezzodì della strada da Oppacchiasella a Castagnevizza e presero altri 198 prigionieri, in gran parte feriti e dispersi sul campo di battaglia. Nel complesso delle azioni dal 1° al 4 novembre caddero nelle nostre mani 8982 prigionieri, dei quali 270 ufficiali, ciò che fa ascendere a 40.363, di cui 1008 ufficiali, il numero dei prigionieri presi all'esercito nemico sulla fronte Giulia dal 6 agosto ad oggi.
Firmato: CADORNA