Stati Uniti in ballo
È un venerdì e i circa 103 milioni di americani già pregustano il weekend. A Washington c’è l’ok della Camera: la stragrande maggioranza del Congresso ha votato “sì”; il Presidente Wilson firma la dichiarazione di guerra alla Germania. «Con angoscia chiediamo di condurre questo grande e pacifico popolo in guerra, nella più terribile e disastrosa di tutte le guerre».
Tra chi ha votato “no” c’è una donna, la prima a essere stata eletta al Congresso: Jeannette Rankin. Repubblicana, pacifista sempre e comunque, voterà “no” anche all’entrata statunitense nella Seconda Guerra mondiale, ma a quel giro, con Pearl Harbor di mezzo, sarà l’unica in tutto il Parlamento. Per Jeannette sarà la fine della carriera politica, ma non dell’impegno civile. E come potrebbe smettere una che ha vinto la sua prima battaglia politica nel 1914, regalando il diritto di voto alle donne del Montana?
Torniamo al 1917, torniamo al Presidente. Woodrow Wilson, come molti idealisti, è soprattutto un uomo di pace, non c’è dubbio. E lo dimostrerà.
Innegabile la frustrazione per la condotta tedesca, ma le motivazioni dell’entrata in guerra non sono proprio tutte qui. Gli Stati Uniti giravano attorno al conflitto fin dall’inizio: sfere d’influenza, accordi commerciali, i crediti prestati alle potenze dell’Intesa; c’è tanta carne al fuoco, troppa per restare spettatori. L’intervento americano era una questione di “quando”, non di “se”.
Wilson per prima cosa ordina la requisizione nel naviglio nemico internato, ma si affretta a puntualizzare un concetto a lui caro: noi non faremo la guerra al popolo tedesco, siamo amici del popolo tedesco, noi combatteremo contro chi ha guidato quel popolo al disastro.
Gli Alleati non capiscono il senso della dichiarazione, per loro i tedeschi sono tutti delle bestie e il Governo è solo il riflesso di una “razza” marcia. Sì, la chiamano razza. Ma gli Alleati non sono Wilson, non hanno in casa svariati milioni di cittadini di origini tedesche da tenere buoni. E i quasi tre anni di odio gli impediscono di cogliere un concetto banale: metti una “bestia” spalle al muro e le farai raccogliere ogni goccia di forza disponibile; concederle una chance di futuro può invece ammorbidirla. Un conto è dire a un soldato “distruggerò te e tutta la tua famiglia”, un altro è dirgli “perché combatti? Finita la guerra torneremo tutti alle nostre vite”. È psicologia spiccia, ma è di certo la via migliore.
Dunque ci siamo, il 6 aprile Gli Stati Uniti spalancano la porta principale ed entrano in ballo. E ora balliamo. Alt, non così di fretta. L’esercito americano non è pronto, anzi, in pratica è inesistente. Vanno trovati centinaia di migliaia di uomini, vanno reclutati, equipaggiati e addestrati. Ci vorranno mesi prima di rappresentare un fattore al fronte. Molto più immediato l’impatto sui Paesi neutrali: per l’aspetto morale anzitutto, ma non sottovaluterei quello economico. Chi contava sui rapporti commerciali con gli Stati Uniti rischia grosso, perché ora anche queste rotte entreranno nel mirino tedesco e perché Washington avrà comunque altre priorità.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Dopo l’approvazione del Congresso, gli Stati Uniti d’America dichiarano guerra alla Germania.
- Washington sequestra le navi tedesche internate nei porti americani.
- A Pietrogrado funerali solenni per i caduti durante i 5 giorni della rivoluzione di marzo.
- Decreto del Governo provvisorio russo che abolisce ogni restrizione legale, religiosa ecc.
Fronte occidentale
- Inizio del bombardamento francese alle posizioni tedesche a est di Vauxaillon (nord-est di Soissons) fino a nord di Reims.
Fronte orientale
- Per un improvviso e violento assalto tedesco, su un fronte di circa 10 km. sullo Stokhod, i russi sono costretti a ripassare il fiume con perdite gravissime.
Multimedia
A Pietrogrado funerali solenni per i caduti durante i 5 giorni della rivoluzione di Marzo.
Centinaia di migliaia di lavoratori, soldati e altri residenti di Pietrogrado in corteo verso Campo Marte per onorare gli oltre 1300 morti durante i cinque giorni della rivoluzione di febbraio.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 680 - 06 APRILE 1917 - ORE 18:00
Le azioni di artiglieria furono ieri più vivaci su alcuni tratti della fronte. In valle Lagarina quella nemica rinnovò i suoi tiri su Ala e Pilcante, controbattuta dalle nostre batterie, che con evidente risultato colpirono più volte la stazione ferroviaria di Calliano.
Sul Carso nella passata notte una violenta azione d' artiglieria e bombarde nemiche sull' altura di Quota 144 fu in breve tempo repressa con intensi concentramenti di fuoco.
Azioni di pattuglie si ebbero in Valle d' Adige, in Valle Sugana, presso Pontebba e sul Carso.
Generale CADORNA
La dichiarazione di guerra degli Stati Uniti
Joint Resolution Declaring that a state of war exists between the Imperial German Government and the Government and the people of the United States and making provision to prosecute the same.
Whereas the Imperial German Government has committed repeated acts of war against the Government and the people of the United States of America; Therefore be it Resolved by the Senate and the House of Representatives of the United States of America in Congress Assembled, that the state of war between the United States and the Imperial German Government which has thus been thrust upon the United States is hereby formally declared; and that the President be, and he is hereby, authorized and directed to employ the entire naval and military forces of the United States and the resources of the Government to carry on war against the Imperial German Government; and to bring the conflict to a successful termination all of the resources of the country are hereby pledged by the Congress of the United States.
CHAMP CLARK
Speaker of the House of Representatives
THOS. R. MARSHALL
Vice President of the United States and President of the Senate
Approved, April 6, 1917
WOODROW WILSON