Tutto o niente
«Non c’è una via di mezzo tra vittoria e sconfitta. Senza una vittoria, una pace di accordi sarebbe una commedia. Noi siamo in guerra proprio per un patto violato, considerato solo un pezzo di carta. […] Non lasciamoci fuorviare dalle parole. Lega delle Nazioni, disarmo, arbitrato e garanzie sono tutte grandi espressioni, ma senza una vittoria restano solo semplici parole».
Sono passate due settimane dalla controversa lettera di Lord Lansdowne. Nel suo discorso Lloyd George ribadisce il pensiero del Governo e mette fine alla querelle: “Lansdowne fu frainteso. Lui la pensa come Wilson, noi la pensiamo come Wilson, quindi non c’è nessuna divergenza”.
Lloyd George parla anche della Russia, ma non aggiunge nulla di nuovo.
Il 14 dicembre, dopo violenti scontri, i bolscevichi occupano Rostov sul Don, ma questa non è una città qualunque, è il cuore delle terre cosacche. Si continua a lottare.
Combattono anche gli italiani, respingono gli austro-tedeschi su buona parte del fronte, ma a Col Caprile sono costretti alla resa.
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Discorso di Lloyd George alla Gray’s Inn sul ”Niente metà strada fra vittoria e sconfitta”.
- Viene creato il Consiglio navale Alleato (Ministri della marina e capi dello staff).
Fronte orientale
- Rostov occupata dalle truppe bolsceviche.
Fronte italiano
- Gli italiani si arrendono a Col Caprile; altrove gli austro-tedeschi vengono respinti.
Operazioni navali
- L’incrociatore francese “Châteaurenault” affondato da un sottomarino.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DI GUERRA N. 971 - 14 DICEMBRE 1917 - ORE 18:00
All'alba d'ieri, terza giornata della rinnovata lotta tra Brenta e Piave, l'avversario dopo aver concentrato per parecchie ore il fuoco delle sue batterie sulle nostre posizioni in regione Col Caprile - Col della Berretta, le assalì violentemente. Trovata intatta e salda la nostra resistenza, sospese l'attacco delle fanterie e, pur mantenendone forte la pressione, riprese il tiro d' artiglieria che durò l' intera giornata. Fu efficacemente controbattuto dalle nostre fanterie che, insieme agli aeroplani da bambardamento, trovarono buon bersaglio nei grossi ammassamenti di truppe nemiche sostanti nei valloni a nord delle nostre linee.
Nelle prime ore del mattino, nutrite raffiche di fuoco, seguite da violento tiro di distruzione, hanno investito le nostre posizioni del saliente di Monte Solarolo che alle 11 e 30 sono state impetuosamente attaccate con azione avvolgente da ovest e da nord-est.
Forti ondate d' attacco, mutatesi talvolta in dense masse furono lanciate contro il Col dell' Orso, il monte Solarolo, e la testata di Val Calcino; intensa azione di fuoco venne diretta sulle Porte di Salton. Con magnifico contegno e strenua resistenza, spinta fino al combattimento corpo a corpo e alla lotta a colpi di granata a mano, le nostre fanterie, splendidamente coadiuvate da batterie nostre e francesi, mantennero le posizioni e respinsero l' avversario. A notte, allorchè il combattimento diminuì d' intensità, un insignificante e brevissimo tratto di terreno a nord della linea Monte Solarolo-testata di Val Calcino, sgombrato a passo a passo dai valorosi difensori, rappresentava per il nemico l' unico compenso agli immensi sacrifici di sangue della giornata.
Tre velivoli precipitarono abbattuti dai nostri aviatori in Val D' Assa, a nord d' Asiago, e a nord di Monte Grappa; un quarto, colpito da fuoco di artiglieria, cadde nei pressi di Susegana.
GENERALE DIAZ