Tutto calcolato. Quasi
Il possesso di nuove alture consegna agli Alleati il dominio sulle vie di comunicazione e inguaia ancor di più la ritirata tedesca sul fronte occidentale. Il 27 luglio la prima linea va da Bruyères-sur-Fère a Passy-Grigny e da lì a Cuisles, per poi piegare a nord-est fino a Chaumuzy. Gli eserciti del Kaiser danno filo da torcere all’Intesa solo alle ali, in prossimità di Soissons e Reims.
In Germania viene pubblicata un’intervista del Generalissimo Hindenburg per rassicurare l’opinione pubblica: «Il Paese non ha ancora imparato ad aspettare; la fretta è pericolosa. Sono necessarie delle pause, o si arriva alla fine della guerra con la macchina rotta. E noi vogliamo conservare le forze lavoratrici necessarie per l’avvenire».
In realtà la fine del tunnel è molto più vicina di quanto si pensi: in Inghilterra Lloyd George, ma non solo lui, ipotizza la pace vittoriosa tra uno o due anni.
A Vienna piacerebbe innanzi tutto arrivarci a quel momento. L’Austria deve tirare avanti in qualche modo e, seppur con una maggioranza risicata, il Parlamento approva l’esercizio provvisorio, il bilancio e nuovi crediti di guerra. Molti però votano per “spirito patriottico”, si "turano il naso": «Questo non è un voto di fiducia al nuovo Governo».
Davide Sartori
GLI AVVENIMENTI
Politica e società
- Il Congresso generale dei Cadetti della “Grande Russia”, accusato di avere rapporti con Berlino, approva all’unanimità una mozione che dichiara impossibile qualsiasi Governo che collabori o venga costituito e protetto dalla Germania.
- Intervento di Montagu, Segretario di stato Indiano, sulla riforma costituzionale indiana.
Fronte occidentale
- Le truppe Alleate raggiungono la linea Bruyères-Chaumuzy. (Bruyères a 5 km. a ovest di Fère-en-Tardenois; Chaumuzy sul fiume Ardre, sud-ovest di Reims).
- Ritirata generale tedesca a nord della Marna, inseguita dalla cavalleria.
Dal fronte italiano
REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO
BOLLETTINO DEL 27 LUGLIO 1918
La notte sul 26 riparti nemici tentarono attacchi locali in più punti della nostra fronte montana. In Vallarsa un pattuglino d’assalto, dopo violenta preparazione d’artiglieria, riuscì a penetrare in una nostra trincea sul Monte Corno, ma ne fu immediatamente ricacciato.
Al Monte Caberlaba (Altopiano di Asiago) pattuglie britanniche impedirono all’avversario di avvicinarsi e l’obbligarono infine a ripiegare; sull’Asolone gli assalitori, presi sotto il fuoco di sbarramento e contrattaccati ai fianchi, volsero in fuga lasciando qualche prigioniero nelle nostre mani.
Allo Stelvio in uno scontro di nuclei esploranti quello avversario, benché di forze superiori, fu costretto a battere in ritirata.
Albania: Sul Semeni, presso il ponte di Kuci, nella giornata di ieri continuò il combattimento. Il nemico ricevuti rinforzi, attaccò ripetutamente per respingerci dal fiume ma fu sempre battuto e subì perdite gravissime. Catturammo un centinaio di prigionieri e qualche mitragliatrice.
Un tentativo avversario di forzare il passaggio del Semeni, più ad ovest presso Jagodina, fallì.
Nell’arco del Devoli sulle pendici occidentali del Mali Siloves, respingemmo una colonna che avanzava all’attacco dell’altura di Quota 760.
Firmato: DIAZ